Per un Green Deal equo bisogna rafforzare il pilastro sociale
Il tempo stringe. Per continuare a garantire elevati livelli di benessere ai cittadini europei, vanno decise ora le politiche per l’occupazione, il welfare e i diritti sociali che saranno necessarie per affrontare equamente la transizione dei prossimi decenni del sistema economico - produttivo.
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“Un'Europa sociale forte per transizioni giuste”. Si intitola così la comunicazione della Commissione europea presentata ieri, che intende definire le modalità con cui la politica sociale dovrà rispondere alle sfide e alle opportunità imposte dai cambiamenti radicali che ci attendono.
L’obiettivo ultimo è quello di arrivare a definire un pacchetto di misure, attraverso il confronto con tutti i paesi, le regioni e i partner dell'UE, attraverso una serie di consultazioni che partono oggi e si concluderanno nei prossimi mesi.
Dal confronto emergeranno priorità e indirizzi da seguire, elementi su cui verrà poi costruito un vero e proprio Piano d'azione del 2021 che sarà sottoposto all'approvazione del livello politico.
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Al via le consultazioni: si parte con i salari minimi
La prima consultazione riguarda il salario minimo e si indirizza alle parti sociali (imprese e sindacati).
L’obiettivo è quello di capire se è necessaria un'azione specifica a livello europeo per assicurare che tutti abbiano uno stipendio sufficiente a vivere in modo dignitoso.
Il quesito viene quindi posto alle parti sociali, per verificare se sia necessaria un’azione su questo fronte e, in caso affermativo, se i soggetti interessati vogliano negoziare tra loro.
Il risultato ultimo non sarà quello di un’unica ricetta, valida per tutti i paesi europei. I livelli di partenza e le legislazioni su questo tema sono molto diversi e la Commissione non entrerà a gamba tesa su tali questioni.
L'obiettivo è piuttosto quello di “garantire che tutti i sistemi siano adeguati, dispongano di una copertura sufficiente, prevedano una consultazione approfondita delle parti sociali e si avvalgano di un opportuno meccanismo di aggiornamento”, si legge nella comunicazione.
Le altre consultazioni e iniziative del 2020
Dopo il “salario minimo”, toccherà ad altre tematiche fondamentali per il futuro benessere e per la giustizia sociale dei paesi europei che verranno inevitabilmente coinvolti nei cambiamenti strutturali dei prossimi decenni.
La transizione verso un'economia a impatto climatico zero, la digitalizzazione e i cambiamenti demografici (in primis l’invecchiamento della popolazione) sono infatti macro-fattori che toccheranno da vicino la vita di tutti gli europei, incidendo sull’occupazione, sulla formazione, sul welfare state e, in ultimo, sull'equità sociale o meno del sistema che verrà.
Per questo la road-map della Commissione prevede che nei prossimi mesi saranno realizzate anche consultazioni e/o iniziative che riguarderanno:
- Una strategia europea per la parità di genere e misure vincolanti per la trasparenza delle retribuzioni;
- L'aggiornamento dell'agenda per le competenze per l'Europa;
- L'aggiornamento della garanzia per i giovani;
- Un vertice sul lavoro mediante piattaforme digitali;
- Un Libro verde sull'invecchiamento;
- Una strategia per le persone con disabilità;
- Una relazione demografica;
- Un regime europeo di riassicurazione contro la disoccupazione.
Il fil rouge che lega tutte le tematiche resta quello della giustizia sociale, fondamento dell’economia sociale di mercato europea e dell’Unione stessa.
Solo l'equità sociale sarà infatti in grado di creare una società resiliente ai cambiamenti epocali che ci aspettano, continuando a fare dell’Europa una delle aree del mondo con i più alti livelli di benessere per le persone.
La sfida che ci attende è quella di coniugare gli indispensabili ed inevitabili cambiamenti del sistema produttivo (transizione ecologica, AI, automazione, digitalizzazione etc.) con gli opportuni adattamenti dei sistemi di welfare, del mercato del lavoro e della formazione, cercando di non lasciare nessuno indietro.
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