Export: per ripartire il governo punta sulle fiere
Da settembre potrebbero riprendere le fiere. A dirlo il Ministro degli esteri Luigi di Maio, che punta al Dpcm del 31 luglio per indicare la data precisa della riapertura. E sull’incoming dei buyer il governo è al lavoro per accordi bilaterali anti-quarantena con i Paesi terzi.
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Per la ripresa dell’export, le fiere giocano un ruolo fondamentale. Oltre ad un giro d’affari di 60 miliardi all’anno, infatti, le fiere generano anche il 50% dell’export delle imprese partecipanti che, proprio all’interno dei padiglioni fieristici, avvia la metà dei contatti che portano alla sigla di un accordo commerciale.
Un asset fondamentale, dunque, che il Covid ha messo però in ginocchio, portando nei mesi scorsi alla cancellazione di decine di manifestazioni, molte delle quali leader nel mondo come il Vinitaly.
Guardando alle sole fiere che si svolgono in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - le tre regioni italiane che da sole rappresentano il 65% dell'attività fieristica in Italia e oltre il 75% delle manifestazioni internazionali - nei mesi scorsi il danno stimato per la loro cancellazione si aggirava su oltre 700 milioni di euro, per salire a più di 1 miliardo se si considera anche l'indotto.
Il pericolo che si corre, però, non riguarda solo fatturati e posti di lavoro, ma anche la potenziale perdita della leadership fieristica italiana in diversi settori, dove le nostre manifestazioni sono le numero uno al mondo.
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La strategia del governo sulle fiere
Per questo ora il governo punta alla riapertura fisica delle fiere, verosimilmente a partire dal 1° settembre. La data è stata indicata dal ministro degli esteri, Luigi Di Maio, durante la kermesse virtuale di “Villaggio Rousseau”, e dovrebbe essere inserita nel Dpcm del 31 luglio. Intervenendo al forum, Di Maio ha illustrato i due binari su cui dovrebbe correre nei prossimi mesi il sostegno alle fiere.
Il primo è rappresentato, appunto, dall’indicazione di una data certa per la loro riapertura fisica, in modo da assicurare un’operatività fattiva agli operatori fieristici.
Il secondo binario, invece, riguarda l’incoming di buyer esteri dai paesi extra-UE, ai quali ad oggi non è permesso viaggiare in Europa. Su questo fronte, quindi, la Farnesina, è al lavoro per la sigla di accordi bilaterali che permettano ai buyer provenienti da questi paesi di partecipare alle manifestazioni italiane, senza la necessità della quarantena al loro arrivo in Italia e al loro rientro a casa. Una misura non di poco conto, considerando la rilevanza crescente che gli acquirenti provenienti dai Paesi terzi rivestono ormai per il Made in Italy e per le fiere internazionali italiane.
Davanti all’incertezza dell’andamento della pandemia, però, la Farnesina e l’ICE stanno anche lavorando ad un piano B che punta, invece, sul digitale, attraverso la creazione di una piattaforma per le fiere virtuali. Una misura per non farsi trovare impreparati davanti a un’eventuale ripresa dei contagi, permettendo alle fiere di operare, seppur in assetto ridotto.
Patto per l’export: cosa è previsto per le fiere
Gli embrioni di quanto illustrato da Di Maio al “Villaggio Russeau” erano già all’interno del Patto per l’export, la strategia italiana per l'internazionalizzazione da 1,4 miliardi di euro, presentata lo scorso 8 giugno alla Farnesina. Uno dei sei pilastri del Patto, infatti, è costituito proprio dal sostegno alle fiere, per le quali sono previsti due linee di attività:
- Il potenziamento, nel secondo semestre 2020, di 29 fiere fisiche e di 8 fiere digitali;
- Il lancio di una campagna di comunicazione straordinaria dedicata alle fiere italiane su 5 mercati prioritari entro l'estate 2020.
Più nello specifico il Patto prevede tre aree di intervento:
- Il lancio della Fiera Smart 365 a cura dell’ICE, una piattaforma digitale che mette a disposizione di fiere, associazioni e consorzi uno spazio customizzabile per l’organizzazione di fiere e B2B virtuali. Un sistema, insomma, per realizzare incoming virtuali, presentare i propri prodotti con video e visite 3D e realizzare webinar di approfondimento;
- L'attuazione di programmi speciali di incoming a favore di buyer, influencer, blogger, VIP stranieri, giornalisti e testimonial;
- L’organizzazione in Italia di eventi, fiere e manifestazioni di settore nell'ultimo trimestre 2020, in modo da compensare la cancellazione delle attività a causa del Covid, ma anche la realizzazione di eventi di filiera all’estero per valorizzare i settori in forma integrata.
> Mauro Alfonso - AD SIMEST, strategie e incentivi per internazionalizzazione ed export
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