Strategia per la riqualificazione del parco immobiliare: UE avvia procedura d’infrazione
A una settimana dal lancio della consultazione sulla Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale, la Commissione ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per non aver trasmesso il documento entro il 10 marzo.
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Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo nel settore delle politiche energetiche in ambito europeo ed internazionale, che ha progressivamente puntato allo sfruttamento delle opportunità economiche, sociali e ambientali offerte dalla promozione dell’efficienza energetica.
Le ristrutturazioni al centro delle politiche europee
Gli edifici sono infatti nel mirino delle politiche energetiche a livello europeo, in quanto ad essi è imputabile buona parte dei consumi di energia e delle emissioni: circa il 40% del consumo energetico dell'UE il 36% delle emissioni di gas serra dipendono dal parco immobiliare. Ma solo l'1% degli edifici viene sottoposto ogni anno a ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico.
Sul piano normativo, il Clean Energy Package del 2018 ha segnato per primo la strada, introducendo il principio dell’Energy Efficiency First tramite l’emanazione di due direttive sul tema: la direttiva efficienza energetica e la direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD).
A ottobre la Commissione europea ha fatto un ulteriore passo in avanti presentando la strategia Renovation Wave, che punta a ristrutturare 35 milioni di edifici entro il 2030.
Lo stato dell’arte degli edifici in Italia
Il settore civile in Italia è responsabile attualmente di circa il 45% dei consumi finali di energia e del 17,5% delle emissioni dirette di CO2. È pertanto evidente l’importanza degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici per raggiungere gli obiettivi energetici e di riduzione delle emissioni delineati nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), garantendo al contempo anche benefici economici e sociali.
Il PNIEC ha attribuito al settore civile il 60% dell’obiettivo di efficienza energetica al 2030, pari a 9,3 Mtep/anno di energia finale. Ciò proprio in ragione delle potenzialità del settore di ridurre contestualmente i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti.
Tali risultati dovranno essere raggiunti tramite un ambizioso piano di riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale, che risulta per lo più vetusto. E proprio il recupero degli edifici esistenti comporta una delle principali criticità dal punto di vista economico e tecnologico, oltre che logistico.
Per centrare il target di decarbonizzazione completa del settore civile prevista nella Long Term Strategy (LTS) per il 2050 è necessario calibrare le azioni che possano promuovere la rapida conversione energetica del parco immobiliare, favorendo le riqualificazioni profonde e la trasformazione in “edifici ad energia quasi zero” (nZEB).
La Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare - STREPIN 2020
Il documento redatto dal ministero dello Sviluppo economico, in consultazione pubblica fino al 16 dicembre, aggiorna e sostituisce la prima versione della Strategia pubblicata nel 2015 e in particolare analizza lo stato dell’arte nazionale del settore civile e propone obiettivi di riqualificazione del parco immobiliare, linee strategiche per l’identificazione delle priorità d’intervento, misure e azioni per il conseguimento dei target e indicatori per un’efficace monitoraggio dei progressi.
La procedura d'infrazione UE
A pochi giorni dal lancio della consultazione, la Commissione ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per non aver trasmesso il documento entro i tempi previsti.
Le lettere di costituzione in mora sono state inviate da Bruxelles anche a Belgio, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Romania e Regno Unito per non aver presentato la le loro strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine.
Gli Stati hanno a disposizione due mesi per adempiere ai propri obblighi, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di passare allo step successivo del procedimento, inviando un parere motivato.