Open innovation: migliorare i servizi con lo scambio di idee
La DG Information Society and Media della Commissione europea ha promosso uno studio, condotto da Logica, IBM, Intel, Nokia, Novay e Innovation Value Institute, sul potenziale economico e sociale dell’Open Service Innovation.
L'open innovation, il cui concetto è stato introdotto da Henry Chesbrough, direttore esecutivo del Center for Open Innovation di Berkeley, è una pratica che tenta di agevolare e velocizzare l'innovazione e di rendere più efficace lo scambio di idee e la loro commercializzazione, attraverso flussi di conoscenze tra aziende, uso esterno delle innovazioni sviluppate all’interno, acquisto e vendita di brevetti e licenze.
Al centro della ricerca vi è il ruolo chiave svolto da utenti e cittadini, nel contesto degli sviluppi sociali e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ma anche le strategie che le diverse economie nazionali mettono in campo per promuovere l’innovazione.
Il dato di partenza è costituito dal fatto che nei Paesi occidentali, e di recente sviluppo, il contributo del settore dei servizi al PIL ammonta a circa il 70% del totale, per cui una maggiore o minore capacità di produrre innovazione, in particolare nel campo dell’ICT, ha conseguenze enormi per la crescita, per la competitività e per l'occupazione.
La ricerca fornisce uno stato dell’arte delle pratiche emergenti di open innovation, le tendenze e i fattori guida, vantaggi e svantaggi, potenzialità economiche e sociali. Particolare attenzione è riservata anche alla sua capacità di contribuire agli obiettivi di Europa 2020 e dell’Agenda digitale dell’UE, quindi alla crescita intelligente, alla produttività, all’inclusione sociale e alla promozione delle attività di R&S.
Lo studio propone una classificazione delle diverse forme di innovazione aperta e di modelli per la proprietà intellettuale ed è arricchito da una serie di case studies, da cui vengono tratte indicazioni sui principali ostacoli alla sua diffusione.
Da una panoramica sulle politiche di innovazione realizzate negli Stati membri dell'UE si passa infine alla proposta di una serie di raccomandazioni per rimuovere le barriere su cui i normali meccanismi di mercato non sono in grado di intervenire.