Eurocloud: ricerca finanziata dal 7PQ per una nuvola eco-sostenibile
Raccogliendo migliaia di server in un luogo, i data center per i servizi di cloud computing possono avere la dimensione di campi di calcio e consumare la stessa quantità di elettricità di 40mila abitazioni. Il progetto Eurocloud, finanziato dal Settimo Programma Quadro di Ricerca dell'Ue, punta a ridurne i consumi energetici attraverso uno speciale microchip 3D. Per la vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l'Agenda digitale Neelie Kroes, affrontando il problema dei data center energivori, il chip può migliorare "la posizione delle imprese europee in un settore attualmente dominato da non-europei".
Al centro del progetto EuroCloud – che ha ricevuto finanziamenti dal 7PQ per 3,3 milioni di euro, per 3 anni, su un totale di spesa stimato in 5,4 milioni – c'è l'adattamento di microprocessori a bassa potenza, tipicamente utilizzati nei telefoni cellulari, per lavorare su una scala molto più grande.
Misure preliminari mostrano che l'utilizzo di queste tecnologie riduce il fabbisogno energetico del 90% rispetto ai server tradizionali, perché le distanze fisiche tra i componenti sono più brevi e ci sono meno "giunzioni" da attraversare per gli elettroni nel viaggio dalla memoria al processore. Inoltre, centinaia di core di microprocessori potrebbero essere incorporati in un singolo server, così da avere in futuro data center con un milione di core.
Secondo i ricercatori impegnati nella ricerca - provienienti da Gran Bretagna, Belgio, Svizzera, Finlandia e Cipro -, grazie a questi chip, ancora in corso di progettazione, sia l'installazione dei server nei data center che il consumo energetico costerebbero 10 volte meno del sistema attuale. Numeri che renderebbero l'investimento nei data center molto più conveniente per le imprese europee.