Ddl Concorrenza - associazioni consumatori, pochi vantaggi per cittadini
Poco impatto sul livello di concorrenza nel paese e vantaggi minimi per i cittadini. E' il giudizio che emerge dall'audizione dei rappresentanti delle maggiori associazioni dei consumatori presso le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera sul disegno di legge per il mercato e la concorrenza.
Al centro delle critiche delle associazioni dei consumatori ci sono soprattutto le novità in materia di assicurazioni, tlc, notariato ed energia.
Sul fronte delle assicurazioni, infatti, i rappresentanti dei consumatori denunciano l'assenza di “misure vere di concorrenza, come la portabilità della polizza o la franchigia obbligatoria”. L'obiettivo del testo approvato dal Governo, dichiarano, sembra essere la riduzione dei costi, più che l'apertura del mercato.
Sulle telecomunicazioni, invece, no secco delle associazioni ai costi di disattivazione per chi cambia utenza. D'altra parte, osservano, se il ddl mira a favorire la concorrenza, non ha senso prevedere penali per chi, proprio in virtù di questa, passa a un altro operatore.
Sul notariato, secondo le associazioni l'aumento della concorrenza si ottiene aprendo il mercato e incrementando il numero dei notai e non mettendo in discussione la tutela legale che questi garantiscono negli atti di compravendita. Bocciata, quindi, la norma del ddl Concorrenza che autorizza anche altri soggetti, come avvocati e commercialisti, a redigere atti per transazioni immobiliari di modesta entità e relativi ad unità ad uso non abitativo.
Regime di maggior tutela e acquirente unico
La principale preoccupazione delle associazioni è rappresentata però dalle conseguenze sui clienti domestici dell'abbandono dal 2018 del regime di maggior tutela nel settore energetico. Un settore poco concorrenziale, osservano, perchè l'80% del gas e dell'elettricità è in capo a operatori verticalmente integrati, quindi collegati tra loro nonostante divisioni societarie, dal momento che manca una suddivisione proprietaria tra chi genera, chi importa, chi distribuisce e chi vende energia.
La reticenza dei clienti domestici verso il mercato libero sperimentata in questi anni, dichiarano le associazioni, è riconducibile al fatto che i prezzi sono più alti di diversi punti percentuali rispetto al regime di maggior tutela, secondo quanto rilevato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, e alla scarsa trasparenza delle offerte e nell'attivazione dei contratti.
Tra l'altro, proseguono le associazioni, una volta fissata una data per l'abbandono definitivo del regime di maggior tutela, i clienti dovrano scegliere un nuovo operatore e, in assenza di una decisione, rimarranno autoticamente fedeli a chi già li gestisce nel mercato tutelato. In questo modo, temono le associazioni, non si avrà maggiore concorrenza, ma la riproposizione di un settore oligopolistico, con inevitabili aumenti di prezzo.
Con la sola eccezione di Adiconsum, che sostiene le proposte del Governo in materia di energia, i rappresentanti dei consumatori intervenuti alla Camera propongono quindi di superare il regime di maggior tutela trasformando l'acquirente unico in un grande compratore per i suoi gruppi di acquisto, cioè i clienti finali. In questo modo, concludono, i prezzi sarebbero stabiliti dall'acquirente unico quale risultato dei costi sostenuti per gli acquisti sul mercato.
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Author: Montecitorio / photo on flickr