Rinnovabili - per obiettivi 2030 occorre investire 60 miliardi
In Italia le rinnovabili continuano a crescere in maniera decisa, ma per centrare gli obiettivi 2030 servono 60 miliardi di euro di investimenti. E’ quanto emerge dal Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group.
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Buone notizie per le rinnovabili italiane, con eolico e fotovoltaico che trainano la crescita del settore. A dirlo, il quarto Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Rinnovabili: quarto anno consecutivo di crescita
Dal rapporto emerge che in Italia le rinnovabili continuano a crescere in maniera decisa, con oltre 900 MW di installazioni nel 2017 (+15% sul 2016), soprattutto grazie a fotovoltaico (410 MW) ed eolico (360 MW).
E’ il quarto anno consecutivo di crescita e ci si è riavvicinati alla soglia di 1 GW che potrebbe riportare l’Italia nelle posizioni di testa delle classifiche di nuove installazioni da rinnovabili.
Nel dettaglio, lo scorso anno le rinnovabili hanno contribuito al 36,2% della produzione e alla copertura del 32,4% della domanda elettrica nazionale, che ha superato i 320 TWh.
La nuova potenza installata è stata di circa 900 MW. A fine anno la potenza installata da rinnovabili raggiungeva dunque quasi i 53 GW (36 GW senza l’idroelettrico), ossia più del 40% del parco di generazione italiano, pari a circa 117 GW.
E’ il fotovoltaico a guidare la classifica con 410 MW (+10,8% circa rispetto all’anno precedente), arrivando a una potenza installata di circa 19.670 MW. Un ritorno alla crescita che, dopo il rallentamento del 2015, indica un mercato ormai indipendente dai meccanismi di incentivazione.
Bene anche l’eolico: il volume complessivo di potenza installata è giunto a oltre 9.811 MW a fine 2017, con un valore di nuove installazioni pari a 359 MW (+23,8% sul 2016) e la quasi totalità della potenza connessa (99%) localizzata nelle Regioni del Sud.
L’idroelettrico invece raggiunge quota 18.702 MW, con un valore delle nuove installazioni di 95 MW. La potenza cumulata sommando le diverse tipologie di biomassa ha superato i 4,2 GW, con una crescita di soli 50 MW nel 2017 rispetto ai 40 del 2016. Non resta che stare a vedere gli impatti del nuovo decreto relativo al supporto degli impianti per la produzione del biometano, entrato in vigore a marzo di quest’anno.
Investire 60 miliardi per centrare gli obiettivi 2030
Ma non è tutto oro quel che luccica, e il rapporto sottolinea come, da qui al 2030, per centrare gli obiettivi che ci si è dati si dovrà quasi triplicare la potenza installata di fotovoltaico (aggiungendo 36 GW agli attuali impianti) e più che raddoppiare quella eolica (10 GW di potenza aggiuntiva), con investimenti complessivi per circa 60 miliardi di euro.
C’è purtroppo un divario da non sottovalutare tra gli obiettivi di produzione da rinnovabili che l’Italia si è posta al 2030 e quello che concretamente ci si può attendere in base alle previsioni di crescita.
Il mercato atteso nel triennio 2018-2010 infatti viene stimato tra gli 8 e i 10 GW complessivi, di cui circa il 25% da interventi di revamping/repowering, con un ritardo di quasi 2 GW rispetto allo scenario della Strategia Energetica Nazionale (SEN) di 12-13 GW. E questo nonostante ci si aspetti un salto nelle installazioni annuali di 3.000 MW contro i quasi 900 del 2017, cioè + 330%.
Mancano gli strumenti per cambiare marcia, a partire dal decreto rinnovabili
Quello al 2030 è “un passo talmente ambizioso da rischiare di non essere raggiungibile”, commenta Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. “Le installazioni annuali di fotovoltaico ed eolico infatti dovrebbero rispettivamente più che settuplicare e raddoppiare in confronto al 2017. Gli investimenti complessivi in rinnovabili dovrebbero passare dagli 1,6 miliardi di euro del 2017 a circa 4,5 miliardi, già dal 2018”.
“Gli strumenti per cambiare marcia – continua Chiesa – non sono pronti, con il decreto rinnovabili bloccato dalle more della formazione del nuovo Governo, che poi certamente apporterà modifiche, e un mercato non ancora in grado di operare senza meccanismi di supporto e garanzia da parte dello Stato. Lo stesso decreto Rinnovabili ha probabilmente necessità di correttivi, ma soprattutto di una governance forte nella applicazione”.