Agenda digitale - DESI 2018, Italia agli ultimi posti in Europa
L'Italia è 25esima in Europa per il livello di digitalizzazione del Paese. Lo rivela l'edizione 2018 del Digital Economy and Society Index (DESI), strumento che controlla le prestazioni degli Stati membri in termini di connettività digitale, competenze digitali, attività online e digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.
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In base agli ultimi risultati dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), l'UE sta diventando sempre più digitale, ma i progressi non sono sufficienti per permettere all'Europa di tenere il passo con i leader mondiali e ridurre il divario esistente tra gli Stati membri. Questa situazione rende più urgenti il completamento del mercato unico digitale e l'aumento degli investimenti nella digitalizzazione dell'economia e della società.
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Digital Economy and Society Index 2018
Il Digital Economy and Society Index (DESI) consente di misurare i progressi compiuti dagli Stati membri dell'UE verso un'economia e una società digitali per aiutarli a individuare i settori che richiedono investimenti e interventi. Il DESI costituisce inoltre, nell'ambito del Semestre europeo, uno strumento fondamentale per l'analisi delle prestazioni digitali che consente ai Paesi dell'Unione di discutere i loro piani economici e di bilancio e di monitorare i progressi in momenti specifici dell'anno.
Nel corso degli anni passati l'UE ha continuamente migliorato le sue prestazioni digitali e il divario tra i Paesi più e meno digitalizzati si è ridotto leggermente (da 36 a 34 punti). Il punteggio più alto nel DESI 2018 è stato ottenuto da Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, che sono tra i leader mondiali nel campo della digitalizzazione, seguiti da Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Belgio ed Estonia. Irlanda, Cipro e Spagna hanno registrato il maggior progresso (oltre 15 punti) negli ultimi quattro anni. Tuttavia alcuni Paesi dell'UE - tra cui l'Italia - hanno ancora molta strada da fare e nel suo complesso l'Unione ha bisogno di migliorare le sue prestazioni per rimanere competitiva a livello internazionale.
La connettività è migliorata, ma non abbastanza per far fronte a esigenze in costante crescita
Il 58% delle famiglie ha accesso alla connettività ultraveloce con velocità di almeno 100 Megabit per secondo (Mbps) e il numero di abbonamenti è in rapido aumento. La banda larga ultraveloce è accessibile per il 15% delle famiglie: questo dato è raddoppiato nei soli ultimi due anni ed è cinque volte superiore rispetto al 2013.
L'80% delle famiglie europee è servito da una connessione a banda larga veloce con velocità di almeno 30 Mbps (erano il 76% l'anno scorso) e un terzo delle famiglie europee (33%) è abbonato a questo servizio (con un aumento del 23% rispetto all'anno scorso e del 166% rispetto al 2013).
Il numero di abbonamenti alle reti mobili di dati è aumentato del 57% rispetto al 2013, raggiungendo la quota di 90 abbonamenti ogni 100 cittadini dell'UE. In media, il 91% della popolazione dell'UE è servito da reti mobili 4G (l'84% l'anno scorso).
Gli indicatori rivelano che la domanda di banda larga veloce e ultraveloce è in rapido aumento e si prevede un ulteriore aumento in futuro. La Commissione ha proposto una riforma delle norme UE in materia di telecomunicazioni per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei e stimolare gli investimenti.
Sempre più cittadini europei utilizzano Internet per comunicare
L'aumento nell'uso dei servizi Internet è in particolare legato a telefonia e videochiamate: quasi la metà dei cittadini europei (46%) si serve di Internet per effettuare chiamate; questo dato rappresenta un aumento di quasi il 20% rispetto all'anno scorso e di oltre il 40% rispetto al 2013. Altri indicatori rivelano che l'81% degli europei ormai si connette a Internet almeno una volta alla settimana (il 79% l'anno scorso).
Con lo scopo di aumentare la fiducia nell'ambiente online, il 25 maggio 2018 entreranno in vigore le nuove norme dell'UE sulla protezione dei dati.
L'UE può contare su un numero maggiore di esperti digitali rispetto al passato, ma permangono divari di competenze
L'UE ha registrato un miglioramento minimo per quanto riguarda il numero dei laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) (19,1 laureati ogni 1.000 persone di età compresa tra i 20 e i 29 anni nel 2015, rispetto ai 18,4 del 2013); tuttavia il 43% degli europei non possiede ancora competenze digitali di base (il 44% l'anno scorso).
Parallelamente alla coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, la Commissione ha lanciato le Digital Opportunity Traineeship per far fronte al divario di competenze digitali in Europa. L'iniziativa pilota offrirà a oltre 6.000 studenti e neolaureati tirocini in ambito digitale in un altro Paese dell'UE fino al 2020.
Le imprese sono più digitali ma il commercio elettronico progredisce lentamente
Mentre sempre più imprese inviano fatture elettroniche (il 18%, contro il 10% del 2013) o utilizzano i social media per dialogare con i clienti e i partner (il 21%, contro il 15% del 2013), il numero di PMI che praticano il commercio online si è fermato negli ultimi anni (17%).
Per dare un impulso all'ecommerce nell'UE, la Commissione ha dato vita a una serie di misure che vanno da una maggiore trasparenza dei prezzi per la consegna di pacchi alla semplificazione delle norme relative all'IVA e ai contratti del settore digitale. A partire dal 3 dicembre 2018 i consumatori e le imprese potranno usufruire delle migliori offerte online in tutta l'UE senza essere discriminati sulla base della loro nazionalità o residenza.
Gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online
Il 58% degli internauti che hanno trasmesso moduli alla pubblica amministrazione ha utilizzato i canali online (il 52% nel 2013), mentre la percentuale cittadini europei utilizza servizi sanitari online è pari al 18%.
Nell'aprile 2018 la Commissione ha adottato iniziative in materia di riutilizzo delle informazioni nel settore pubblico e di sanità elettronica che permetteranno di migliorare notevolmente i servizi pubblici online transfrontalieri nell'UE.
Italia sotto la media UE
L'Italia si posiziona al 25esimo posto fra i 28 Stati membri dell'UE, collocandosi all'interno del gruppo di Paesi dai risultati inferiori alla media UE.
Nel marzo 2015 l'Italia ha adottato la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 e la Strategia per la Banda Ultralarga e nel corso dell'ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica DESI è rimasta invariata.
L'integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale. Un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23º posto del 2016 al 13º del 2017).
Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di misure che appaiono ancora insufficienti.
Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori DESI sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment.
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Commenti
Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: "Per quanto piccolo, questo è un passo nella giusta direzione in ambito digitale. Nel complesso l'UE sta facendo progressi, ma non in misura sufficiente: altri Paesi e altre regioni al mondo avanzano in maniera più spedita. Ecco perché dobbiamo investire di più nel digitale e completare al più presto la realizzazione del mercato unico digitale: per stimolare le prestazioni digitali in Europa, offrire una connettività di alta qualità, servizi pubblici online e un commercio elettronico prosperoso."
Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l'Economia e la società digitali, ha dichiarato: "Speriamo in un progresso rapido sulle riforme importanti, come il codice elettronico europeo, volto ad aumentare gli investimenti in una migliore connettività. L'indice di digitalizzazione dell'economia e della società di quest'anno mostra che dobbiamo fare di più per contrastare la carenza di competenze digitali tra i nostri cittadini. Aumentando l'integrazione delle tecnologie digitali e la diffusione delle competenze necessarie per utilizzarle, consentiremo a cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche di diventare più autonomi e responsabili. Questa è la strada giusta per riuscire nella trasformazione digitale delle nostre società."
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