UE - primi dati sul lavoro tramite piattaforme digitali
In Europa un adulto su 10 ha utilizzato almeno una volta le piattaforme online per fornire prestazioni lavorative. Lo rivela uno studio del Joint Research Centre sui lavoratori europei che utilizzano le piattaforme digitali.
> Lavoro - cresce il tasso di occupazione in Europa
In Europa il 2% della popolazione adulta guadagna almeno la metà del proprio stipendio lavorando sulle piattaforme digitali. E’ quanto emerge dal report “Platform Workers in Europe” - realizzato dal Joint Research Centre - che ha analizzato la situazione in 14 Stati membri, Italia compresa.
> Rifugiati - progetto ONU per inserimento lavorativo nelle imprese
Chi utilizza le piattaforme digitali per lavorare
Le piattaforme digitali stanno ridefinendo il mondo del lavoro, con nuove forme di impiego e di organizzazione lavorativa.
Nel report, queste piattaforme sono suddivise in tre gruppi: piattaforme freelance (come PeoplePerHour, Freelancer e Upwork), piattaforme per il micro-lavoro (per esempio: Amazon Mechanical Turk e CrowdFlower) e piattaforme che mediano i servizi fisici (come Uber e TaskRabbit).
In base ai dati raccolti, il lavoratore tipico che ricorre a queste piattaforme è un giovane laureato, con pochi anni di esperienza nel mercato del lavoro. Tuttavia ci sono significative differenze tra gli Stati membri: il tasso più alto di lavoratori digitali è stato registrato nel Regno Unito (4,3%), seguito da Paesi Bassi (2,9%) e Germania (2,5%). Slovacchia (0,9%), Romania (0,8%) e Finlandia (0,6%), invece, hanno registrato le percentuali più basse.
> Lavoro – laureati stranieri impiegati in mansioni poco qualificate
I servizi offerti
I servizi offerti tramite le piattaforme digitali possono essere divisi in due gruppi: servizi forniti digitalmente (per esempio: inserimento dei dati, feedback per siti web, revisione dei contenuti, ecc) e i servizi forniti in loco (come le consegne, i trasporti, ecc).
In media, la metà dei lavoratori digitali fornisce entrambe le tipologie di servizio, ed è attiva su due o più piattaforme. Inoltre, la maggioranza delle persone che lavora con le piattaforme digitali offre servizi professionali, come lo sviluppo di software o traduzioni, che richiedono competenze specifiche.
Implicazioni politiche
Dal report risulta che al momento il lavoro sulle piattaforme digitali rappresenta un fenomeno emergente, ma ancora di dimensioni ridotte. Pertanto le risposte politiche da mettere in atto dovrebbero concentrarsi, da un lato, sulle opportunità offerte dalle piattaforme digitali per l’innovazione e la creazione di occupazione, dall’altro sull’adeguamento dei sistemi di welfare e le norme attualmente in vigore nel mercato del lavoro.
Tuttavia, se il fenomeno dovesse assumere dimensioni più consistenti, saranno necessari interventi politici più ambiziosi, che tengano conto delle implicazioni - su vasta scala - legate alla diffusione del lavoro sulle piattaforme digitali.
> Report