Mutui enti territoriali – in calo il debito residuo
Si riduce lo stock delle passività a carico di Regioni ed Enti locali. E' quanto emerge da un'indagine della Ragioneria generale dello Stato sull'entità dei mutui contratti dagli Enti territoriali.
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Complessivamente il debito residuo al 1° gennaio 2019 è pari a 50 miliardi di euro a fronte dei 51,5 miliardi registrati al 1° gennaio 2018. In calo anche lo stock dei prestiti obbligazionari: da 7,4 a 7 miliardi.
L'indagine statistica sull'entità dei mutui concessi a Regioni, Province autonome e agli Enti locali - quindi Province, Comuni e Comunità montane - per il finanziamento degli investimenti pubblici e sul livello della relativa esposizione debitoria si basa sui dati acquisiti da un campione di istituti finanziatori residenti in Italia, costituito da 40 istituti di credito e da Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
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I mutui a Regioni e Province autonome
Le concessioni di crediti alle Regioni e alle Province autonome per il finanziamento degli investimenti sono risultate nel 2018 pari a un miliardo e 189 milioni di euro, a fronte di un miliardo e 268 milioni dell’anno precedente, con una diminuzione pari al 6,2%.
L’analisi pone in luce che nel 2018 hanno fatto ricorso a tale forma di finanziamento solo alcune Regioni, principalmente il Lazio, il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia. L'esposizione debitoria delle Regioni e Province Autonome al 1° gennaio 2019 si attesta sui 16 miliardi e 29 milioni, con un aumento del 6,1% rispetto ai 15 miliardi e 113 milioni del 1° gennaio 2018.
Relativamente alla distribuzione geografica dei valori del debito residuo pro-capite, i valori più elevati sono presentati dal Lazio, dal Piemonte e dalla Sicilia, con quote per abitante rispettivamente pari a 998, 574, 536 euro. Per contro, le quote di indebitamento più basse si riscontrano per l’Emilia Romagna, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo con valori pari, nell’ordine, a 1,4, 4,1 e 4,4 euro per abitante.
Nell'anno 2018, l’ammontare globale delle rate d’ammortamento si è attestato a 1.245 milioni, in calo rispetto ai 1.393 milioni del 2017.
I mutui agli Enti locali
I risultati dell’indagine mostrano nel 2018 un livello di nuove concessioni pari a 790 milioni, superiore rispetto ai 637 milioni rilevati nel 2017 (+24,1%). L’analisi dei dati relativi ai mutui concessi disaggregati per classe di Enti mostra, tra il 2017 e il 2018, un aumento del ricorso al credito da parte dei Comuni capoluogo.
Con riguardo al complesso dei mutui concessi, i settori in cui si concentrano maggiormente gli investimenti degli Enti locali sono “Opere varie” (39,6% del totale nel 2018) e “Viabilità e trasporti” (21%).
Sotto il profilo della distribuzione territoriale, la Lombardia (29,3%) e la Liguria (11,2%) presentano l’ammontare più elevato di nuove concessioni, seguite dalla Toscana (10,4%) e dal Piemonte (8,7%). Rapportando i valori osservati nelle singole aree geografiche alle rispettive popolazioni, si può osservare che i valori pro-capite più alti si rilevano in Liguria e nelle Marche, mentre i più bassi si registrano in Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e nel Lazio.
L'esposizione debitoria degli Enti locali al 1° gennaio 2019 si attesta sui 33.939 milioni, rispetto ai 36.392 del 1° gennaio 2018, con una diminuzione del 6,7%. L’importo registrato al 1° gennaio 2019 si riferisce per 33.904 milioni al complesso dei mutui in ammortamento e per i restanti 36 milioni alle anticipazioni di Tesoreria, cui gli Enti locali ricorrono per provvedere a transitorie carenze di liquidità.
I Comuni di piccole dimensioni e quelli capoluogo si confermano le classi sulle quali gravano le maggiori quote di indebitamento; infatti, l'esposizione dei Comuni con popolazione inferiore ai 20mila abitanti si attesta a 12.323 milioni, pari al 36,3% del totale, mentre quella dei Comuni capoluogo raggiunge i 11.796 milioni, pari al 34,8%.
Con riferimento al livello di indebitamento pro-capite, i dati evidenziano un decremento medio complessivo delle quote pro-capite pari al 7,2% tra il 1° gennaio 2018 e 2019. A tale valore medio concorrono principalmente i Comuni capoluogo, con una diminuzione dell’8%.
Relativamente alla distribuzione geografica dei valori del debito residuo pro-capite, al 1° gennaio 2019, i valori più elevati sono presentati dagli Enti locali del Piemonte, della Calabria, della Liguria e dell’Abruzzo, con quote per abitante rispettivamente pari a 949, 885, 798 e 762 euro. Per contro, le quote di indebitamento più basse si riscontrano per il Trentino Alto Adige, la Puglia, la Sardegna e la Sicilia con valori pari, nell’ordine, a 235, 330, 331 e 345 euro per abitante.
Se i mutui concessi nell'anno di riferimento costituiscono il nuovo flusso di indebitamento che incrementa l'esposizione debitoria, il pagamento della quota capitale delle rate di ammortamento determina, di converso, una riduzione di tale esposizione. Nel 2018 l’ammontare globale delle rate d’ammortamento si è attestato a 3 miliardi e 644 milioni - di cui 2 miliardi e 279 milioni per la quota capitale e un miliardo e 365 milioni per la quota interessi - inferiore a quello del 2017, pari a 3 miliardi e 908 milioni.
I prestiti obbligazionari
Il rapporto si concentra anche sulle emissioni di prestiti obbligazionari da parte degli Enti territoriali, consentite dalla legge n. 724-1994, nel rispetto di certi vincoli e a condizione che siano destinati esclusivamente al finanziamento degli investimenti e non a coprire spese di parte corrente.
L'indagine analizza solo le nuove sottoscrizioni di titoli obbligazionari, quindi i titoli emessi e sottoscritti nel corso di ciascun anno, con esclusione di quelli acquisiti sul mercato secondario e di quelli non direttamente destinati a scopi di investimento, come, ad esempio, quelli emessi per estinguere precedenti mutui, anche se stipulati per scopi di investimento.
Le emissioni di prestiti obbligazionari risultanti dalla rilevazione sono state pari nel 2018 a 0,3 milioni, interamente relativi ai Comuni inferiori a 20mila abitanti. Nel 2017 si sono invece registrate emissioni per un importo di 50 milioni relativi alle Regioni.
La consistenza dei prestiti obbligazionari in portafoglio degli istituti di credito facenti parte del campione, che alla data del 1° gennaio 2018 ammontava a 7 miliardi e 431 milioni, al 1° gennaio 2019 risulta pari 6 miliardi e 967 milioni.
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