Rinnovabili - UE punti di piu’ sugli impianti eolici e solari
Per la Corte dei conti europea, Bruxelles deve utilizzare più energia eolica e solare per conseguire i target che si è prefissata in termini di energia da fonti rinnovabili per il 2020 e il 2030. Ma servono anche più finanziamenti pubblici e privati.
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Sebbene i settori eolico e solare abbiano fatto registrare una forte crescita dal 2005, vi è stato un rallentamento a partire dal 2014. Eolico e fotovoltaico attualmente forniscono la quota maggiore di energia elettrica prodotta usando fonti rinnovabili, e la diminuzione dei costi li rende un’alternativa sempre più concorrenziale ai combustibili fossili.
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Gli auditor della Corte si sono recati in Germania, Grecia, Spagna e Polonia per verificare se il sostegno finanziario alla produzione di energia elettrica mediante impianti eolici e solari sia stato efficace.
La Corte dei conti europea ha rilevato che, in diversi casi, i primi regimi di sostegno erano stati eccessivamente sovvenzionati, risultando in prezzi dell’energia elettrica più alti e maggiori disavanzi pubblici. Dopo il 2014, quando gli Stati membri alla fine hanno ridotto il sostegno finanziario per alleggerire l’onere gravante sui consumatori e sui bilanci nazionali, la fiducia degli investitori è diminuita e si è verificato un rallentamento del mercato.
“Gli Stati membri hanno incentivato gli investimenti in impianti eolici e solari, ma il modo in cui hanno ridotto il sostegno ha scoraggiato potenziali investitori e ha rallentato la diffusione”, ha affermato George Pufan, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione.
“Il rallentamento nel passaggio alla produzione di energia elettrica da rinnovabili comporta il rischio che il valore-obiettivo dell’UE al 2020 possa non essere raggiunto”.
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Serviranno più finanziamenti pubblici e privati
L’organizzazione di aste per assegnare capacità di produzione aggiuntiva da rinnovabili, per determinare il prezzo di offerta e promuovere la partecipazione dei cittadini all’economia verde è cruciale per incrementare gli investimenti.
Inoltre, per realizzare migliori condizioni di partecipazione al mercato delle rinnovabili occorre migliorare ancora, ad esempio superando le norme restrittive in materia di pianificazione del territorio, la lunghezza delle procedure amministrative e le carenze riscontrate nelle reti.
La Corte ha inoltre rilevato che, nel 2017, la metà degli Stati membri aveva già raggiunto o era in procinto di raggiungere i propri valori-obiettivo per il 2020, ma avverte che per la restante metà saranno necessari considerevoli sforzi per raggiungere i target.
Insomma, è una coperta ancora troppo corta e per i giudici sussistono seri dubbi sul fatto che gli sforzi di chi ha raggiunto traguardi elevati in materia di energia da fonti rinnovabili siano sufficienti a compensare gli sforzi insufficienti degli altri per conseguire il valore-obiettivo per l’insieme dell’UE.
La Commissione dovrebbe quindi esortare gli Stati membri a sostenere l’ulteriore diffusione dell’energia rinnovabili organizzando aste per assegnare capacità aggiuntiva, promuovendo la partecipazione dei cittadini e migliorando le condizioni di tale diffusione.
L’attuale obiettivo minimo del 32% di produzione di energia da fonti rinnovabili a livello UE per il 2030 potrebbe risultare difficile da raggiungere in assenza di target nazionali vincolanti. E per centrarlo sarà necessario un importo significativo di finanziamenti nazionali pubblici e privati, oltre a quelli europei.