Politiche Coesione: Sabatini, Italia deve accelerare la spesa dei fondi UE
Accelerare l’uso dei Fondi strutturali europei e del Fondo di sviluppo e coesione, rafforzando la prossimità territoriale a servizio degli enti locali, che sono spesso l’anello debole del sistema. Sono queste le priorità dell’azione dell’Agenzia per la coesione territoriale nel corso dell’anno, illustrate dal direttore generale Massimo Sabatini.
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Come esposto nel Piano per il Sud, presentato lo scorso febbraio, l’Agenzia dovrà rafforzare le sue funzioni per promuovere lo sviluppo nelle aree del Mezzogiorno.
La strategia, descritta dal direttore generale Massimo Sabatini in un’intervista al Quotidiano del Sud, è finalizzata a rendere più efficaci le politiche di coesione nel Sud Italia, partendo dal progetto di rigenerazione amministrativa per il rilancio delle aree deboli e come spinta per l’intero Paese.
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Sul fronte dei fondi strutturali europei, Sabatini ha dichiarato che: “L’Italia non sta perdendo risorse, in particolare in questo ciclo di programmazione. Ha costruito, in accordo con la Commissione europea, un piano di spesa con precisi target che sta rispettando”.
Tuttavia, anche se il Belpaese è in linea con l’andamento degli altri Stati membri nella spesa dei fondi UE della programmazione 2014-2020, l’Italia si posiziona fra gli ultimi posti della classifica, con il 31% contro una media del 37%. “Questi risultati ci ricordano che la politica di coesione è complessa per tutti, e che tocca a noi impegnarci per raggiungere obiettivi migliori e una migliore efficienza”, ha sottolineato il dg dell’Agenzia.
Considerando la possibilità di sfruttare le risorse europee entro il 2023 (tre anni oltre la scadenza del 2020) e guardando al prossimo ciclo 2021- 2027, si delineano due principali direttive:
- il supporto all’attuazione della programmazione per migliorare l’utilizzo delle risorse e far sì che le politiche di coesione diano un contributo maggiore ai risultati di crescita;
- il rafforzamento della prossimità sui territori, per lavorare fianco a fianco con gli enti beneficiari delle politiche di coesione, in particolare i Comuni.
Le modalità attraverso cui l’Agenzia si impegnerà per il raggiungimento degli obiettivi vede l’utilizzo di strumenti come gli accordi di cooperazione con le amministrazioni e le task force territoriali o tematiche. Sul modello della task force sull’edilizia scolastica, nasceranno dei team composti da esperti che affiancano le amministrazioni per la realizzazione dei progetti, seguendone tutte le fasi, fino a quando l’opera entra in funzione.
“Vogliamo sapere di più anche del modo con cui i progetti sono realizzati e sugli effetti che producono: per questo intendiamo potenziare l’analisi di efficacia dei progetti, per individuare anche eventuali colli di bottiglia procedurali e successive soluzioni per porvi rimedio. E in alcuni casi saremo chiamati ad attuare direttamente gli interventi, come facciamo già ora ad esempio con il PON Metro, assieme alle Città Metropolitane. Un impegno a largo spettro, per contribuire con una spinta attuativa al Piano Sud”, ha concluso Sabatini.
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Dimezzate le risorse per il Mezzogiorno
Sono concrete le preoccupazioni che interessano le spese per investimenti in Italia e nel Mezzogiorno, contenute nell’ultima relazione sui Conti pubblici territoriali.
In Italia la spesa in conto capitale è scesa dai 56,9 miliardi del 2000 ai 34,5 miliardi del 2018. Considerando il solo Mezzogiorno, la spesa per investimenti - spesa ordinaria, fondi strutturali e Fondo sviluppo e coesione - si è più che dimezzata, da 22,3 miliardi a 10,3 miliardi.
Elemento di maggior rilievo è l’andamento del FSC con un calo progressivo dai 6,1 miliardi del 2000 ai 1,2 miliardi nel 2018. Questo Fondo, che insieme ai fondi strutturali europei rappresenta il cuore delle politiche finalizzate a colmare i divari territoriali, è la fonte finanziaria che meno ha contribuito alla crescita proprio mentre nei territori del Sud sarebbe stato più necessario.
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