L'UE investe ancora troppo poco negli appalti innovativi
Sebbene gli appalti innovativi siano una risorsa per rilanciare l’economia, in Europa gli investimenti dedicati a questo strumento sono ancora troppo bassi. Lo rivela un recente studio della Commissione UE che mette a confronto diversi paesi europei.
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Attraverso gli appalti innovativi la pubblica amministrazione lancia una sfida al mercato, sollecitando gli operatori economici a proporre nuove soluzioni alle esigenze espresse della PA e contribuendo alla crescita delle attività di R&S.
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Pochi investimenti per gli appalti innovativi: le differenze tra i paesi europei
Nello studio “Benchmarking of R&D procurement and Innovation Procurement Investments In countries across Europe”, la Commissione UE analizza sia gli appalti innovativi, che gli appalti per ricerca e sviluppo.
Le risorse investite per gli appalti innovativi ammontano a 304,6 miliardi di euro, pari all’1,8% del PIL e al 10,6% degli appalti pubblici, ossia la metà rispetto agli obiettivi di investimento fissati a livello europeo (3,6% del PIL e 20% degli appalti pubblici).
La situazione non migliora se prendiamo in considerazione gli appalti per R&S, che contano un totale di 16,6 miliardi di euro nei paesi europei, pari allo 0,1% del PIL e allo 0,58% del totale degli appalti pubblici. Si tratta di una percentuale ben al di sotto dell’obiettivo fissato a livello europeo di destinare il 3% delle risorse degli appalti pubblici a R&S.
Tuttavia la situazione varia da paese a paese. Combinando i dati sugli appalti innovativi e quelli per R&S, infatti, la Commissione UE ha distinto i paesi europei in 5 gruppi, in base alle performance registrate: strong performers, good performers, moderate performers, modest performers e low performers.
Al primo posto tra gli strong performer spicca la Finlandia, seguita dal gruppo dei good performers: Austria, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Estonia, Norvegia, Spagna e Regno Unito.
L’Italia, invece, si colloca al 12esimo posto insieme ad altri 4 paesi (Germania, Francia, Slovenia e Lituania) nel gruppo dei performer moderati. Il punto di forza che ha permesso al nostro paese di rientrare in questa categoria è l’importanza strategica che viene riconosciuta agli appalti innovativi nelle politiche nazionali per R&S&I.
Ci sono però anche dei punti deboli, in primis la mancanza di una politica strutturata a livello nazionale sugli appalti innovativi, che provoca una forte frammentazione sul territorio a livello regionale.
Nel gruppo dei modest performers, invece, rientrano: Grecia, Slovacchia, Cipro e Malta; i restanti paesi si collocano nell’ultimo gruppo, quello dei low performers.
> Consulta lo studio sugli appalti innovativi
> Consulta i dati sull'Italia
Grafica a cura della Commissione UE