Corte Conti UE: Italia penultima per la spesa dei fondi europei
L'Italia è agli ultimi posti in Europa, seguita solo dalla Croazia, per l'assorbimento dei fondi strutturali. Lo rivela la relazione annuale della Corte dei Conti UE sull’esercizio finanziario 2019.
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Spesa dei fondi strutturali: Italia e Croazia ultime in Europa
Sebbene l’assorbimento dei fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) da parte degli Stati membri continua ad essere più lento del previsto, alcuni paesi sono più indietro di altri.
Italia e Croazia, infatti, hanno registrato i livelli più bassi di assorbimento dei fondi SIE - rispettivamente del 30,7% e del 30% - a fronte di una media UE del 39,6%.
A fine 2019, penultimo anno dell’attuale dotazione finanziaria settennale, era stato erogato solo il 40% (184 miliardi di euro) dei finanziamenti UE stabiliti per il periodo 2014-2020 e alcuni Stati membri ne avevano utilizzato meno di un terzo. Ciò ha contribuito all’ulteriore aumento degli impegni non ancora liquidati, che a fine 2019 hanno raggiunto i 298 miliardi di euro, valore quasi pari a due bilanci annuali. Tale situazione comporta sfide e rischi aggiuntivi, perché è necessario che la Commissione e gli Stati membri concedano altro tempo per l’assorbimento nel nuovo periodo di pianificazione finanziaria.
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Corte Conti UE: troppi errori nella spesa 2019
Nel 2019 il livello complessivo di irregolarità nella spesa dell’UE è rimasto relativamente stabile al 2,7%, rispetto al 2,6% del 2018. In tale ambito, si osservano anche elementi positivi, come l’evoluzione della rubrica “Risorse naturali” e i costanti risultati della rubrica “Amministrazione”.
Tuttavia, data la composizione del bilancio dell’UE e la sua evoluzione nel tempo, la spesa ad alto rischio nel 2019 rappresenta più della metà della spesa sottoposta ad audit (53%), in aumento rispetto al 2018. Si tratta prevalentemente di pagamenti a titolo di rimborso, ad esempio nei settori della coesione e dello sviluppo rurale, per i quali la spesa dell’UE è gestita dagli Stati membri.
Le spese ad alto rischio sono spesso soggette a norme e condizioni di ammissibilità complesse. Questa categoria continua a essere inficiata da un errore rilevante, per un tasso stimato al 4,9% (contro il 4,5% del 2018). La Corte ha concluso che il livello di errore è pervasivo e, pertanto, ha formulato un giudizio negativo sulla spesa dell’UE.
“Il giudizio negativo della Corte sulla spesa dell’UE per l’esercizio 2019 ci ricorda che occorrono norme chiare e semplici per tutti gli impieghi delle risorse finanziarie dell’UE; serve inoltre verificare in modo efficace come venga eseguita la spesa e se siano raggiunti i risultati perseguiti”, ha affermato il Presidente della Corte Klaus-Heiner Lehne. “È questo un aspetto particolarmente importante nell’ottica del fondo previsto per la ripresa, finalizzato a contrastare gli effetti della pandemia di COVID-19. In questi tempi di crisi, incombe alla Commissione europea e agli Stati membri l’enorme responsabilità di gestire le finanze dell’UE in modo sano ed efficiente”.
> Consulta la relazione annuale 2019 della Corte dei Conti UE
Grafica a cura della Corte Conti UE