Gli incentivi per le assunzioni non migliorano la qualità dell'occupazione
Secondo l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP), il pacchetto di agevolazioni a disposizione dei datori di lavoro nel 2021 – in particolare Decontribuzione Sud, incentivi per l'apprendistato, assunzioni donne e esonero contributivo giovani – ha sostenuto il lavoro part time e precario più dell'occupazione stabile.
Tutte le novità sulla decontribuzione Sud
Il Policy brief dell'INAPP su incentivi e occupazione passa in rassegna il contributo delle principali agevolazioni a disposizione delle imprese per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Vi rientrano la Decontribuzione Sud, cioè lo sgravio contributivo del 30% per i datori di lavoro delle Regioni meno sviluppate e in transizione, gli incentivi per le assunzioni di giovani under 36 e donne e quelli per le assunzioni con contratto di apprendistato.
“Escludendo l’apprendistato, che ha dato origine per l’86% a contratti di analoga natura e l’Esonero giovani che opera nello specifico caso dell’occupazione a tempo indeterminato (compresa la somministrazione) - si legge nel Policy Brief - gli incentivi che invece consentivano di attivare sia rapporti a tempo indeterminato sia rapporti a termine o discontinui (come Incentivo donne e Decontribuzione Sud), non hanno corretto, ma riprodotto, il quadro e le relative criticità presenti nelle assunzioni non agevolate”. Quindi, “la prevalenza del lavoro a termine e dell’orario ridotto”.
I risultati degli incentivi per le assunzioni 2021
L'analisi INAPP rileva che alla Decontribuzione Sud si deve il 65,6% dei nuovi contratti agevolati (il 71% di quelli maschili e il 57% di quelli femminili), seguita dagli incentivi per l'apprendistato (21,2%, senza differenze di genere) e infine dagli incentivi per le assunzioni di donne, nelle due forme dell'esonero previsto dalla Legge n. 92/12 e dello sgravio totale di cui alla legge di Bilancio 2021 (4,8%) e dall'esonero contributivo per l'assunzione di giovani (5,8%). Il restante 2,6% è riconducibile ad altre misure agevolative.
Quanto alla natura dei contratti oggetto degli incentivi, il Policy brief registra che il 55% dell’occupazione creata da Decontribuzione Sud è a tempo determinato, contro il 16% di quella a tempo indeterminato, superata anche dal lavoro stagionale (18%), con una maggiore incidenza del lavoro stabile per gli uomini (17% contro 13%) e del lavoro stagionale per le donne (23% contro 16%).
L'occupazione a tempo indeterminato è stata invece sostenuta dall'esonero Giovani, sia nella versione ex L 205/2017 (81,3%) che ex L 178/2020 (96,4%).
Le nuove assunzioni di donne effettuate con Decontribuzione Sud, che sono il 34% del totale, continuano ad essere in numero inferiore a quelle degli uomini e con una maggiore precarietà e discontinuità. Se osserviamo, invece, l’incidenza del part time sui due gruppi distinti di assunzioni agevolate e non agevolate si nota come la presenza di un’agevolazione non abbia offerto un correttivo a questo fenomeno. Infatti, di tutte le assunzioni agevolate sono a part time il 44%, mentre in quelle non agevolate sono a part time il 35%. Ma si tratta in entrambi i casi di un fenomeno prevalentemente femminile: è a part time il 60% delle assunzioni agevolate femminili contro il 33% maschile, mentre in quelle non agevolate è a part time il 48% delle donne e il 26% degli uomini.
Nessuna inversione di tendenza viene offerta dagli incentivi rivolti esclusivamente all’assunzione di donne: sono infatti a part time il 63% dei contratti attivati da Incentivo donne L92/2012 e il 69% di quelli ex L 178/2020.
Per cambiare questo quadro, secondo l'Istituto, serve un cambiamento di approccio. Anzitutto, occorre riassegnare alle politiche industriali e strategiche “il vero ruolo di player nello sviluppo occupazionale e non alle probabili convenienze economiche e fiscali delle imprese in specifiche congiunture”. In secondo luogo, è necessario progettare incentivi che svolgano la funzione di “strumento correttivo delle dinamiche di reclutamento ordinarie, che giustifichi una spesa pubblica di stimolo al raggiungimento di una finalità più alta e importante della creazione di nuova occupazione tout court”.
Leggi il Policy Brief sul ruolo degli incentivi all'occupazione nel 2021