In Italia aumentano i punti di ricarica delle auto elettriche, non i veicoli
Nell’ultimo trimestre si registra il più alto aumento di punti di ricarica per le auto elettriche, con più di 2.800 punti di ricarica in più sul territorio nazionale. Una tendenza importante anche alla luce dell’investimento sulle infrastrutture di ricarica delle e-cars che sarà realizzato a breve tramite i fondi PNRR. Ma il mercato dell’auto elettrica non registra ancora la crescita sperata, anche per via degli incentivi.
Quali bonus e incentivi ci sono per acquistare l’auto elettrica?
A dirlo sono i dati trimestrali di Motus-e, l’associazione che raggruppa gli stakeholders della mobilità elettrica.
Auto elettriche: un mercato che ancora non decolla
A giugno 2022, i veicoli completamente elettrici conservano la quota di mercato dello scorso anno, in aumento la quota di auto ibride: se nel 2021 sia elettrico che ibrido toccavano quota 4,7%, nel 2022 le e-cars restano ferme ai livelli dell’anno prima mentre l’ibrido arriva al 5,5%.
Colpa degli incentivi?
No, non è colpa degli incentivi se l’auto elettrica in Italia non decolla. Ma Motus-e non risparmia critiche al sistema degli ecoincentivi nostrani e punta il dito sui bonus auto 2022.
Come previsto, sono terminati gli incentivi a metà giugno per le auto della classe di emissioni 61-135 gCO2/km, vale a dire quelle endotermiche a basse emissioni.
Al contrario, gli incentivi sulle e-cars e sulle ibride plug-in (classi 0-20 e 21-60 gCO2/km) hanno un numero di prenotazioni limitato.
Del resto, ricorda Motus-e, la classe “61-135” rappresenta circa il 70% del mercato italiano di auto, e la presenza di incentivi, spesso, non è un fattore discriminante per l’acquisto. Inoltre, circa 250 modelli, di cui oltre il 60% rientrano nella fascia di prezzo dell’incentivo (inferiore cioè ai 35.000 euro).
La classe “21-60” (spesso Ibride Plug-in, PHEV) è una scelta sempre più indipendente dalla presenza di incentivi (le auto immatricolate in questi mesi sono prenotazioni dello scorso anno, quando probabilmente erano già terminati gli incentivi); inoltre questo tipo di veicoli spesso hanno un prezzo superiore ai 45.000 euro nel 40% circa dei modelli a disposizione (limite oltre il quale non si può prenotare l’incentivo).
Le auto elettriche PHEV nel 25% delle immatricolazioni del 2022 sono registrate sul canale privato. Queste sono le ragioni di un numero di prenotazioni delle risorse degli incentivi così basso.
Per quanto riguarda la classe “0-20” invece i modelli disponibili per la fascia di prezzo che rientra negli incentivi (quindi sotto i 35.000 euro) sono meno del 30% del totale. E ciò già sarebbe sufficiente a spiegare che, come da attese, le prenotazioni vanno a rilento.
Inoltre, ricordiamo che le flotte e tutte le persone giuridiche sono state escluse dalle prenotazioni, e nei mesi precedenti tali soggetti rappresentavano un’importante quota di mercato.
Oltre questo ricordiamo che l’assenza di incentivi per un lungo periodo di tempo ha spinto molti costruttori a pianificare le vendite di veicoli a basse emissioni in altri Stati Europei (al punto da non accettare prenotazioni di BEV in Italia); quindi ci aspettiamo che, conoscendo in anticipo la disponibilità degli incentivi per il 2023, e auspicando che si riescano a ridurre i tempi di consegna, prenotazioni ed immatricolazioni di auto a zero emissioni saliranno il prossimo anno e quindi verranno esaurite molto più velocemente le risorse del fondo ecobonus per la fascia 0-20. È fondamentale che, in questo momento, si scelga quindi di dedicare anche qualsiasi fondo residuo a fine 2022, alla stessa classe di emissioni nel 2023.
La buona notizia: aumentano i punti di ricarica
Se le auto elettriche faticano ancora ad imporsi sulle strade italiane, non si può dire lo stesso per le paline di ricarica.
Al 30 giugno 2022 in Italia risultano installati 30.704 punti di ricarica per le auto elettriche. Punti che si trovano in 15.674 infrastrutture di ricarica e 12.410 location accessibili al pubblico: si tratta soprattutto di aree collocate su suolo pubblico, come le strade (77%), o suolo privato ad uso pubblico, come i parcheggi dei supermercati o dei centri commerciali (il restante 23%).
Se confrontiamo i dati con giugno 2021 la crescita è di +7.429 punti di ricarica (+32%), mentre rispetto alla prima rilevazione di Motus-e di settembre 2019 (10.647 punti in 5.246 infrastrutture), si registra una crescita del +188% e una crescita media annua del +47%.
Ma c’è un ma. Circa l’11,5% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative.
Tuttavia, è interessante notare che il valore si è ridotto rispetto alla rilevazione di marzo in cui si attestava al 12%, miglioramento ancor più rilevante considerando il numero più alto mai registrato di punti di ricarica installati nel trimestre. Questo conferma l’efficacia degli sforzi da parte dei distributori locali e delle amministrazioni per velocizzare il processo di autorizzazione nelle fasi finali, anche se riteniamo sia necessario un drastico miglioramento in tutto il processo autorizzativo.
L'aumento dei punti di ricarica rappresenta una notizia importante non solo perché la presenza di un'infrastruttura che copre capillarmente il territorio spiana la strada alla diffusione delle auto elettriche, ma anche alla luce dell'iniezione di risorse che è destinata ad arrivare nei prossimi mesi tramite il PNRR.
Nel Recovery Plan vengono stanziati 750 milioni per realizzare entro il 2026 oltre 20.000 punti di ricarica rapida in superstrade e nei centri urbani, di cui almeno 7.500 stazioni di ricarica super-veloci su strade extraurbane (autostrade escluse) e almeno 13.755 stazioni di ricarica veloci nei centri urbani.
A dicembre il bando PNRR per le colonnine di ricarica delle auto elettriche
Foto di Kindel Media