Terremoto - in manovra oltre 7 miliardi per la ricostruzione
Bei, fondi strutturali e 7,4 miliardi di accantonamenti. Sono gli ingredienti principali del piano per la ricostruzione nella legge di bilancio
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Se il decreto terremoto (Dl n. 189/2016) disciplina le misure d’urgenza dedicate al Centro Italia, la legge di Bilancio si concentra sul lungo periodo. E mette da parte, tra risorse pubbliche e risorse private, una cifra superiore a 7 miliardi su base trentennale. Dal dossier di analisi del Ddl, però, emergono altri dettagli. Il primo è che le Regioni potranno contribuire con le proprie quote di fondi strutturali ai piani del commissario Vasco Errani. Il secondo è che molte anticipazioni di cassa passeranno dalla Banca europea per gli investimenti che, quindi, avrà un ruolo di primo attore nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma.
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L'articolo 51 del Ddl
La materia della ricostruzione è regolata dall’articolo 51 della legge di Bilancio, che individua le risorse dedicate sia al fronte pubblico che a quello privato. Precisando da subito che le Regioni colpite dai terremoto possono riservare a questo scopo risorse che fanno parte dei fondi strutturali, incluso il cofinanziamento nazionale, per un importo massimo pari a 300 milioni di euro.
I Comuni che accedono ai contributi
L’ambito di applicazione, come per il decreto terremoto, non è limitato ai Comuni compresi nelle aree dell’epicentro, ma è esteso anche agli altri Comuni in cui si siano verificati danni causati dal sisma, purché “venga dimostrato il nesso di causalità diretto tra i danni ivi verificatisi e gli eventi sismici”, con il corredo di un’apposita perizia giurata di un professionista.
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La ricostruzione privata
A questo scopo viene autorizzata una spesa costante per un lungo periodo di tempo. Si tratta di 100 milioni di euro per l’anno 2017 e di 200 milioni di euro annui dall’anno 2018 all’anno 2047, “per la concessione del credito d’imposta maturato in relazione all’accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, previsti per la ricostruzione privata”. Quindi, per la parte privata ci sono 6,1 miliardi di euro, spalmati su trent’anni.
La ricostruzione pubblica
A questo denaro vanno aggiunte le risorse della ricostruzione pubblica: 200 milioni di euro per l’anno 2017, 300 milioni di euro per l’anno 2018, 350 milioni di euro per l’anno 2019 e 150 milioni di euro per l’anno 2020 “per la concessione dei contributi per la ricostruzione”. La parte pubblica, allora, vale un altro miliardo, che porta il conteggio totale a 7,1 miliardi di euro.
L'asse dei prestiti BEI
I contributi e le spese per l’assistenza alla popolazione, secondo quanto prevede il disegno di legge, saranno erogati in via diretta. A questo scopo, il commissario straordinario potrà “stipulare appositi mutui di durata massima venticinquennale, sulla base di criteri di economicità e di contenimento della spesa, con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato”, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (Ceb) o con la Cassa depositi e prestiti. Quindi, i finanziamenti di questi soggetti potranno essere utilizzati per anticipare la cassa, se necessario. Un modello, già sperimentato in altri settori di spesa, che l’esecutivo vuole evidentemente usare su larga scala.
Le risorse dei fondi europei
Ai 7,1 miliardi del blocco principale si aggiungono i soldi dei fondi strutturali. Sono altri 300 milioni di euro massimi, che le Regioni potranno “destinare, nell’ambito dei pertinenti programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali 2014/2020” alle attività di ricostruzione. Anche se questo dovrà avvenire “in coerenza con la programmazione del commissario per la ricostruzione”.
In questo senso, si procederà secondo le modalità previste dal decreto terremoto, dove viene attribuito al commissario il compito di operare una ricognizione dei danni e determinare, a valle di questa, il relativo fabbisogno finanziario, “definendo altresì la programmazione delle risorse nei limiti di quelle assegnate”.
Le possibili novità in Parlamento
Tutte queste misure, comunque, saranno integrate in sede di discussione della legge di Bilancio in Parlamento che, al momento, si trova alla Camera. Il Governo, infatti, ha già annunciato la volontà di includere nella discussione del Ddl un capitolo dedicato alle nuove scosse, che hanno colpito l’Italia alla fine di ottobre.