Acciaio - Paesi terzi contro vigilanza preventiva Ue
Russia, Cina e Brasile si appellano all'OMC per contrastare il sistema Ue per il rilascio delle licenze all'importazione di acciaio.
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La misura di vigilanza preventiva introdotta dall'Ue per le importazioni di determinati prodotti dell'acciaio è stata contestata da diverse Economie emergenti in occasione dell'ultima riunione del Comitato per le licenze all'importazione dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). La misura – si è difesa Bruxelles – non interferisce con il “normale commercio” e serve semplicemente a raccogliere informazioni circa l'intenzione degli operatori di importare.
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Regolamento Ue per vigilanza preventiva su import acciaio
Allo scopo di proteggere e sostenere l'industria europea dell'acciaio, da alcuni anni in uno stato di forte crisi, a fine aprile l'Ue ha approvato il Regolamento di esecuzione 2016/670 della Commissione che prevede l'introduzione di una “vigilanza preventiva sulle importazioni di alcuni prodotti siderurgici originari di Paesi terzi”.
Lo strumento, commentava Bruxelles allora, è volto a “raccogliere informazioni statistiche dettagliate” che consentano di "analizzare rapidamente l'andamento delle importazioni da tutti i Paesi non membri del'Ue". La disponibilità tempestiva di dati relativi agli scambi commerciali, spiegava la Commissione, servirà ad "ovviare alla vulnerabilità del mercato europeo dell'acciaio” di fronte agli improvvisi cambiamenti sui mercati siderurgici mondiali.
Concretamente parlando, il provvedimento impone l'obbligo all'importatore extra-Ue di specifici prodotti dell'acciaio, il cui peso netto superi i 2,5 chili, di presentare alle autorità competenti di uno Stato membro la “domanda di concessione del documento di vigilanza”. Documento, che viene rilasciato automaticamente dalle autorità competenti del Paese Ue, senza spese e indipendentemente dai quantitativi richiesti, entro cinque giorni lavorativi dalla presentazione della domanda […] indipendentemente dal luogo di stabilimento nell'Unione”.
Il provvedimento stabilisce poi che la domanda dell'importatore debba contenere determinate informazioni (nome dell'operatore, descrizione della merce, quantitativi dichiarati, etc), oltre che le prove commerciali dell'intenzione di importare. Il documento di vigilanza ha un periodo di validità di quattro mesi.
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OMC: Russia, Cina e Brasile contro la sorveglianza Ue
Proprio contro questa misura preventiva si sono schierati alcuni Paesi terzi durante la riunione di novembre del Comitato per le licenze all'importazione dell'OMC.
Tra gli altri, la Russia ha spiegato che l'introduzione di una procedura di sorveglianza da effettuare ancor prima che l'importazione sia effettivamente avvenuta ha “un impatto significativo sui tempi di consegna della merce” e, quindi, “concede un vantaggio a fornitori interni all'Ue”. Considerazioni, quelle di Mosca, condivise tanto dalla Cina, che ha definito la misura “un onere inutile sugli scambi commerciali”, quanto dal Brasile, che si è detto preoccupato dell'impatto di “misure potenzialmente restrittive” sul commercio bilaterale.
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Immediata la risposta di Bruxelles, che ha sottolineato come la misura non disturbi né impedisca il normale commercio. Il rilascio delle licenze, ha spiegato l'Ue, è “completamente automatico per qualsiasi quantitativo di determinati prodotti dell'acciaio e del ferro”, indipendentemente dal loro prezzo, e non si rivolge a specifici Paesi d'origine. Inoltre, si è difesa l'Unione, le licenze sono valide per quattro mesi e “possono essere richieste in anticipo, così da evitare ritardi nelle spedizioni”. In ogni caso, ha concluso Bruxelles, la decisione sull'attuazione delle misure di salvaguardia "dipende sempre dalla situazione reale del mercato”.
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