Clima – proposte Ue su emissioni e mobilita'
La Commissione presenta un pacchetto di misure per accelerare la transizione verso la riduzione delle emissioni in tutti i settori dell'economia. Galletti: “proposta iniqua”.
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Nell'ottobre 2014 i capi di Stato e di Governo dell'Ue hanno stabilito un obiettivo vincolante che prevede la riduzione delle emissioni nazionali in tutti i settori dell'economia di almeno il 40% entro il 2030 rispetto al 1990.
La proposta della Commissione si muove in questa direzione, e fissa obiettivi annuali vincolanti per gli Stati membri in materia di emissioni di gas a effetto serra per il periodo 2021-2030 nei settori dei trasporti, dell'edilizia, dell'agricoltura, dei rifiuti, dell'uso del suolo e della silvicoltura. Per l'Italia è richiesta una riduzione delle emissioni del 33% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
Punto di partenza e flessibilità
Per calcolare la quantità totale di emissioni che ogni Paese potrà emettere nel periodo post-2020, la Commissione ha scelto come “punto di partenza” il livello medio di emissioni per il periodo 2016-2018.
I target nazionali saranno vincolanti e accompagnati da tetti di emissione anno per anno, calcolati sulla base del prodotto interno lordo procapite: più alto è il PIL, maggiore sarà l’obiettivo assegnato.
Allo stesso tempo, gli Stati membri possono contare su meccanismi di flessibilità:
- distribuzione delle quote della Commissione europea per i settori non ETS;
- crediti per l’uso del suolo, derivati ad esempio dal mantenimento delle foreste o dalla conversione di seminativi in prati;
- negli anni in cui le emissioni sono inferiori rispetto alle unità assegnate per le emissioni annuali (AEA), gli Stati membri possono incassare eventuali AEA in surplus e utilizzarli negli anni successivi, quando i limiti sono più bassi (nel limite del 5% delle AEAs, cosiddetto “banking”); negli anni in cui le emissioni sono superiori al limite annuale, si possono prendere in prestito AEAs dall'anno successivo (“borrowing”).
L'Italia dovrà ridurre le emissioni del 33%. Galletti: proposta iniqua
All'Italia è richiesta una riduzione delle emissioni del 33% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030. Proposta che non è piaciuta al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, che l'ha definita “iniqua”
“'I criteri fissati dalla Commissione impongono a Stati 'early mover' come l'Italia, cioè che prima degli altri hanno applicato politiche virtuose di riduzione, sforzi superiori a quelli che vengono chiesti a Paesi che hanno ridotto di meno in questi anni”, nota il ministro.
“In particolare il punto di partenza per la riduzione prevista non tiene incredibilmente in conto il raggiungimento, e per l'Italia l'ampio superamento, degli obiettivi fissati al 2020, nè paradossalmente la ridotta incidenza della nostra agricoltura nella produzione di emissioni inquinanti”.
Galletti critica anche i meccanismi di flessibilità fissati da Bruxelles: “Sulla riduzione delle emissioni di gas serra l'Italia è sempre pronta a fare la sua parte, ma la proposta di distribuzione delle quote della Commissione per i settori non ETS e i meccanismi di flessibilità previsti non sono equi e non tengono conto dei grandi passi in avanti fatti nel tempo dal nostro Paese”.
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Mobilità a basse emissioni
Contestualmente, la Commissione presenta una strategia per la mobilità a basse emissioni, che pone le basi per lo sviluppo di misure a livello Ue per veicoli con emissioni ridotte o nulle e per combustibili alternativi.
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La strategia propone una tabella di marcia verso la mobilità sostenibile e una serie di target da raggiungere:
- aumentare l’efficienza del sistema di trasporto attraverso l'utilizzo di tecnologie digitali e sistemi intelligenti;
- accelerare la distribuzione delle energie alternative, favorendo i biocarburanti avanzati, l’elettricità, l’idrogeno e i combustibili sintetici rinnovabili e rimuovendo gli ostacoli attuali nell’elettrificazione dei trasporti;
- accelerare la transizione verso veicoli a emissioni zero.
“I trasporti rappresentano un quarto delle emissioni di gas a effetto serra in Europa e sono la principale causa dell’inquinamento dell’aria”, nota la commissaria Ue ai Trasporti Violeta Bulc. Per questo “la transizione verso una mobilità a basse emissioni è un elemento essenziale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi Ue per il clima e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città. E’ anche un’opportunità per modernizzare l’economia Ue e mantenere l’industria europea competitiva”.