Decreto Fer 2, via libera di Bruxelles agli incentivi per le rinnovabili innovative
In dirittura d'arrivo il decreto Fer 2. La Commissione europea ha approvato oggi, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, il regime di aiuto italiano che sosterrà la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente mature o con costi elevati di esercizio.
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A poco più di un anno dalla notifica del provvedimento da parte dell'Italia alla Commissione, arriva l'ok da parte di Bruxelles allo schema di decreto che regola gli incentivi alle rinnovabili elettriche meno competitive, il cosiddetto Fer 2.
"Il via libera della Commissione UE è un passo in avanti importante verso i nostri obiettivi energetici, che arriva dopo un lungo e costruttivo confronto con le istituzioni europee", ha affermato il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha aggiunto: "questo provvedimento consentirà di abilitare nuove tecnologie fondamentali per la decarbonizzazione".
A proposito dell'iter di approvazione, il testo sarà ora posto all'attenzione dei ministri competenti per la firma, al fine di essere trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione e la successiva pubblicazione. Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione saranno poi emanate le regole operative con decreto del MASE per rendere pienamente funzionante la misura.
Decreto FER 2: ok a regime di aiuti di Stato da 35,3 miliardi
Coerentemente con le norme europee in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato il regime italiano volto a sostenere la produzione di un totale di 4590 megawatt di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili.
Come spiega una nota della Commissione, il regime contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici dell'UE relativi al Green Deal europeo e, insieme, a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi e ad accelerare la transizione verde. La misura, che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2028, sarà finanziata con un prelievo dalle bollette pagate dai consumatori.
Si parla di 35,3 miliardi di euro quale importo massimo autorizzato da Bruxelles ."Ci sarà un tipo di competizione aperta in cui le diverse parti potranno fare offerte per questi soldi, quindi diciamo che si tratta più di un contenitore e di un importo massimo", ha spiegato la portavoce dell'Esecutivo UE Lea Zuber, interpellata nel corso del briefing quotidiano a proposito della cifra indicata nel comunicato.
L'Italia, ricorda la Commissione, sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l'energia geotermica, l'energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l'energia solare termodinamica, l'energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine, oltre al biogas e alla biomassa. A seconda della tecnologia, il termine per l'entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi.
L'aiuto pubblico assumerà la forma di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa in rete e sarà versato per una durata pari alla vita utile delle centrali. I progetti saranno selezionati mediante una procedura di gara trasparente e non discriminatoria, in cui i beneficiari presenteranno un'offerta relativa alla tariffa incentivante (il prezzo di esercizio) necessaria per realizzare ogni singolo progetto.
Il prezzo di riferimento per l'energia elettrica sarà calcolato come il prezzo zonale orario, vale a dire il prezzo dell'energia elettrica al momento dell'immissione dell'energia nella rete e nell'area di mercato in cui è ubicata la centrale. Quando il prezzo di riferimento è inferiore al prezzo di esercizio, i beneficiari avranno diritto a ricevere pagamenti pari alla differenza tra i due prezzi. Quando il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio, i beneficiari dovranno invece versare la differenza alle autorità italiane.
Il regime garantirà la stabilità dei prezzi a lungo termine per i produttori di energia rinnovabile garantendo un livello minimo di rendimento; nello stesso tempo i beneficiari non saranno sovracompensati per i periodi in cui il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio.
Aiuti di stato e Fer 2: la valutazione della Commissione UE
La Commissione ha valutato il regime di aiuto coerente con le norme UE sugli aiuti di Stato, in particolare ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche a determinate condizioni, e della Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, della tutela dell'ambiente e dell'energia.
In particolare, Bruxelles ha riscontrato che lo schema facilita lo sviluppo di un’attività economica, vale a dire la produzione di energia elettrica rinnovabile da tecnologie innovative o non ancora mature, nonché da biogas e biomassa, e allo stesso tempo, sostiene gli obiettivi strategici dell’UE, quali il Green Deal europeo e il piano REPowerEU.
La misura è necessaria e adeguata affinché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi climatici europei e nazionali. Inoltre, è proporzionata poiché l’aiuto è limitato al minimo necessario per stimolare gli investimenti. Inoltre, sono previste le necessarie garanzie, tra cui una procedura di gara competitiva per l’assegnazione dell’aiuto e un meccanismo bidirezionale di contratto per differenza che limita la redditività in caso di aumenti dei prezzi dell’energia, poiché la remunerazione garantita non può superare la tariffa incentivante indicata dal richiedente nell'offerta iniziale.
Infine, l’aiuto ha un effetto di incentivazione, in quanto senza il sostegno pubblico i beneficiari non realizzerebbero nella stessa misura gli investimenti nelle centrali di produzione di energia rinnovabile, e produce effetti positivi che superano qualsiasi potenziale distorsione della concorrenza e degli scambi nell'UE.
Per approfondire: Incentivi rinnovabili: passi avanti per il decreto FER X