Global Gateway: il 2024 vuole essere l’anno dell’attuazione
Con i suoi 300 miliardi di euro di potenziali investimenti da realizzarsi nei paesi in via di sviluppo in 5 macro settori (energia, digitale, trasporti, salute e istruzione e ricerca), il Global Gateway si configura come un'ambiziosa strategia UE nel campo delle relazioni esterne. Parte della sua capacità di impatto si inizierà a misurare fattivamente quest’anno, con l'entrata di oltre 200 progetti nella loro fase attuativa.
Budget e priorità del Programma NDICI
È questa la fotografia che emerge dall’incontro al Parlamento europeo (PE) sullo stato dell'arte della strategia Global Gateway, svoltasi ieri a Bruxelles.
Con l’arrivo del 2024, infatti, la strategia si appresta a voltare pagina, passando da una fase che finora è stata essenzialmente di pianificazione, ad una più operativa che punta all’attuazione delle iniziative finora identificate. In tutto, stando a quanto riferito durante l’incontro, si tratta di 225 progetti faro che dovrebbero iniziare ad operare proprio a partire da quest’anno. Una mole di progetti non indifferente che infatti solleva, in alcuni parlamentari, anche qualche dubbio in merito alla loro effettiva attuazione e che pone sul tavolo l'importanza di attuare iniziative che siano in stretta sinergia tra Bruxelles e gli Stati membri, anche mediante l’affidamento delle governance di alcuni progetti faro al paese di turno europeo maggiormente coinvolto.
Come nasce il Global Gateway
Lanciato nel 2021 dalla Commissione europea, Global Gateway può essere letto come la risposta europea alla Nuova Via della Seta (One Belt Road) cinese.
La strategia mira infatti ad offrire ai paesi terzi un’offerta alternativa e migliore di finanziamenti per la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali (viari, energetici e digitali) e in altre aree strategiche per l’economia globale come le materie prime critiche e la sanità, che li tutelino maggiormente dalla cosiddetta "trappola del debito”: quella concessione di prestiti ingenti che molti paesi non sono stati in grado di restituire, trovandosi costretti a cedere alcuni asset strategici come porti o miniere.
Come ha spiegato il presidente della Commissione AFET del PE, David Mcallister, durante la seduta del 24 gennaio scorso, Global Gateway ha dunque la capacità e l’obiettivo di cambiare le relazioni esterne dell’UE, facendo vedere ai paesi terzi che l'Europa è in grado di fare offerte migliori rispetto ad altre potenze. "La Cina - ha sottolineato McAllister - è oggigiorno presente in molti paesi del mondo e ha creato dipendenze perché negli anni passati sono mancati finanziamenti". Per ovviare a ciò - ha quindi aggiunto McAllister - è adesso importante "agire in fretta, mostrandoci in grado di fare offerte migliori e che queste offerte sono anche accompagnate da valori importanti e lontani da trappole che portano invece all’indebitamento". Il punto però è che i fondi pubblici da soli non sono sufficienti a rispondere a tali esigenze di finanziamento. "Per questo è importante convincere anche le aziende europee a mobilitare capitali privati", ha concluso McAllister, sottolineando come sia questa una delle principali sfide del futuro per l’UE.
Come funziona il Global Gateway
In tale contesto, Global Gateway punta a mobilitare, entro il 2027, fino a 300 miliardi di euro di investimenti per progetti sostenibili e di alta qualità, che tengano conto delle esigenze dei paesi partner e che siano capaci di offrire benefici duraturi per le comunità locali. "Ciò consentirà ai partner dell'UE di sviluppare le loro società e le loro economie", spiegano da Bruxelles, creando però al contempo "anche opportunità al settore privato UE di investire e di rimanere competitivo", il tutto garantendo i più elevati standard ambientali e del lavoro, nonché una sana gestione finanziaria.
"La tappa inaugurale del Global Gateway - spiegano le fonti ufficiali europee - è stata il pacchetto di investimenti Africa-Europa, con circa 150 miliardi di euro di investimenti destinati a rafforzare la cooperazione con i partner africani". A questo sono poi seguiti altri accordi di cooperazione in altre aree del mondo come l’Asia e il Pacifico, l’America latina e i Caraibi, "dove la presidente von der Leyen ha annunciato che l'UE e gli Stati membri avrebbero investito globalmente più di 45 miliardi di euro".
Come già accennato, i settori chiave in cui Global Gateway opera sono cinque: clima ed energia; trasporti; settore digitale; salute; istruzione e ricerca.
Nelle intenzioni di Bruxelles, ciascun progetto dovrà essere progettato e realizzato sulla base di sei principi fondamentali: il sostegno ai valori democratici e l’adozione di standard elevati; il supporto alla buona governance e alla trasparenza; la promozione di partenariati paritari; investimenti che siano verdi e puliti; nonché che siano incentrati sulla sicurezza; e infine la capacità di catalizzare investimenti dal settore privato.
Ad essere interessante è, soprattutto, quest’ultimo punto. Per riuscire a mobilitare fino a 300 miliardi di euro di investimenti entro il 2027, Global Gateway opera secondo l’approccio "Team Europe". Una modalità d'intervento, sperimentata durante il Covid, che riunisce l'UE e gli Stati membri con le rispettive istituzioni finanziarie e di sviluppo e che è in grado di mobilitare anche il settore privato.
Per quanto concerne nel dettaglio le fonti di finanziamento europee, Global Gateway si avvale dei nuovi strumenti finanziari del Quadro finanziario pluriennale dell'UE 2021-2027 e in particolare: dello Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI - Europa globale), dello strumento di assistenza preadesione (IPA) III, della parte digitale e internazionale del CEF, ma anche di Interreg, InvestEU e Horizon Europe.
Foto di Christian Reinke