Coesione e PNRR, ma anche agricoltura e pesca: le responsabilità di Fitto commissario
Nella squadra formata da Ursula von der Leyen per il suo secondo mandato alla guida della Commissione europea, il candidato italiano ha ottenuto una vicepresidenza esecutiva e la delega su politiche chiave per l'Italia: la Coesione, le Riforme e il Recovery, quest'ultimo, però, in tandem con il collega lettone Valdis Dombrovskis. A Fitto spetterebbe però anche il compito di supervisionare i commissari competenti su altre materie di interesse per Roma: turismo, trasporti, agricoltura e pesca.
Dopo l'ok del CdM a Fitto commissario europeo, si punta a una vicepresidenza esecutiva
Il collegio dei commissari costruito dalla presidente Ursula von der Leyen, sulla base dei candidati proposti dagli Stati membri e dei difficili equilibri tra paesi, gruppi politici e considerazioni strategiche circa la direzione da imprimere alla nuova legislatura UE, è stato presentato questa settimana in occasione della plenaria della Commissione europea.
Nonostante le rimostranze di socialisti, liberali e verdi, che hanno votato a favore della rielezione di von der Leyen e ora chiedono di non lasciare spazio a esponenti della destra euroscettica nell'Esecutivo comunitario, il ministro italiano, esponente di Fratelli d'Italia, Raffaele Fitto è stato indicato da Ursula von der Leyen per il ruolo di vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione, alle Riforme e al Recovery and Resilience Facility, quindi fondi strutturali europei e PNRR, materie che già ricadono sotto la sua responsabilità nel Governo Meloni. Sarà ora sottoposto, come gli altri commissari, al vaglio delle commissioni parlamentari competenti, per ottenere la conferma dell'incarico. Incarico che, però, non si limita alla responsabilità sulla Coesione e a quella, per la verità un po' ridimensionata dal ruolo di Dombrovskis, sui PNRR.
Come gli altri vicepresidenti esecutivi, Fitto potrà supervisionare il lavoro di alcuni commissari semplici: quelli responsabili, rispettivamente, per il turismo e i trasporti, per l'agricoltura e per pesca e oceani.
Fitto e la delega su Coesione e PNRR
Secondo paese beneficiario dei fondi della Politica di Coesione, dopo la Polonia, l'Italia è sicuramente interessata all'attribuzione di questa materia a Raffaele Fitto. Con qualsiasi commissario l'Italia vedrebbe confermarsi nel prossimo settennato 2028-2034 una quota rilevante dei fondi europei per la convergenza, in virtù dei ritardi del Mezzogiorno. Ma la partita che si giocherà nei prossimi mesi e anni riguarda il futuro della Politica di Coesione e la direzione da dare alla sua riforma alla luce delle nuove priorità politiche dell'Unione e dell'esperienza del Recovery and Resilience Facility.
Le analisi degli esperti e dello stesso Esecutivo UE, in vista della presentazione della proposta della Commissione europea, attesa entro luglio 2025, hanno evidenziato la necessità di introdurre qualche forma di discontinuità per aumentare l'efficacia dei fondi europei, e qui il modello performance-based del PNRR potrebbe trovare un'occasione di replica. In Italia Fitto ha promosso l'applicazione di alcune caratteristiche del modello PNRR alla Politica di Coesione, introducendo vincoli più stringenti sui fondi strutturali e sulle risorse nazionali del Fondo sviluppo e coesione (FSC), e potrebbe appoggiare l'introduzione di meccanismi analoghi, anche se non necessariamente generalizzati all'intera Politica di Coesione, anche a livello UE.
Per approfondire: Recovery e Politica di Coesione: ispirazione o sostituzione per il post 2027?
Ma al di là del tema governance, cui si lega anche la dicotomia tra centralizzazione e titolarità dei territori sulle risorse, anche gli obiettivi di policy della Coesione sono materia di dibattito. L'obiettivo della Coesione è il contrasto ai divari territoriali certo, ma si dibatte anche di nuovi indicatori per misurali. Si parla di impatto della decarbonizzazione, che quindi chiama in causa anche un maggior sostegno alle regioni più sviluppate. Di investimenti in tecnologie critiche ed emergenti, protagoniste oggi della riprogrammazione STEP ma finora solo a risorse invariate. Di sfide demografiche, che minacciano, secondo il rapporto Draghi, anche quella competitività in questi mesi ben più presente nel dibattito politico del tema della convergenza.
Il compromesso tra le varie istanze in campo, che disegnerà il profilo strategico e l'allocazione dei fondi della nuova Politica di Coesione, passerà per la scrivania di Fitto e questo è un punto rilevante per gli stakeholder italiani, dalle regioni alle associazioni imprenditoriali.
Diverso il discorso sul PNRR, dove l'autonomia di Fitto sarà limitata dal ruolo di coordinamento affidato al collega lettone Valdis Dombrovskis, che nel collegio von der Leyen bis avrà il doppio ruolo di commissario per l'Economia e la Produttività e commissario per l'Attuazione e la Semplificazione e che risponderà direttamente alla presidente della Commissione. Dombrovskis, tra l'altro, si è espresso più volte contro ogni ipotesi di allungare la deadline dei PNRR oltre il 2026, principale dossier che - almeno nello scenario attuale - Fitto potrebbe aspirare a porre in agenda.
Supervisione su Turismo, Trasporti, Agricoltura e Pesca
A sua volta, però, anche Fitto dovrebbe esercitare la propria supervisione su altri portafogli, e quindi su altri commissari, almeno secondo quanto ricostruito da Politico, ma non confermato dalle fonti ufficiali UE.
Al commissario italiano spetterebbe la supervisione sui portafogli del greco Apostolos Tzitzikostas, commissario per trasporti e turismo sostenibili, del cipriota Costas Kadis, commissario per pesca e oceani, e del lussemburghese Christophe Hansen, commissario per agricoltura e alimentazione. Anche in questi ambiti, l'Italia avrebbe interessi rilevanti da perseguire, dal dossier sul trasporto combinato fino all'opportunità di promuovere un ruolo più attivo dell'UE nel settore del turismo, passando per la pesca nel Mediterraneo. E poi, soprattutto, c'è il tema dell'agricoltura, a cui la commissione von der Leyen dedicherà grande attenzione dopo la protesta dei trattori dei mesi scorsi.
La Commissione dovrà esporsi, in senso positivo o negativo, rispetto alle richieste di aumentare il sostegno finanziario agli agricoltori per ingaggiarli in un Green Deal che comunque da più parti nel mondo agricolo si chiede di ridimensionare. Si parla anche di riconoscere gli sforzi che gli agricoltori, e non solo, compiono per tutelare biodiversità ed ecosistemi o per contrastare il cambiamento climatico. Sono proposte in parte contenute nella relazione del Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, che von der Leyen ha accolto nelle scorse settimane senza assumere impegni precisi, ma che comunque andranno affrontate. Lo dimostra anche l'ipotesi di sperimentare “crediti natura” avanzata dalla stessa numero uno della Commissione in occasione di una recente conferenza a Monaco di Baviera.
Alcuni dossier finiranno dentro la riforma della Politica Agricola Comune (PAC), su cui i lavori dovranno partire presto per evitare un nuovo rinvio, come successo per la PAC 2014-2020, estesa al 2022 in assenza di accordo tra i 27. Come per la Coesione, l'Italia ha interesse a che la PAC resti una delle principali voci del Quadro finanziario pluriennale e ad essere confermata tra i massimi beneficiari delle risorse europee, ma anche ad orientare la riforma delle regole di accesso ai fondi UE.
In più, per la prima volta il dossier Agricoltura viene espressamente associato, nella delega al commissario Christophe Hansen, all'alimentazione. Quindi non solo produzione primaria, ma anche agrifood in senso più ampio e regole per la filiera agroalimentare. Lo scontro sul Nutriscore è solo un esempio di quanto questi temi possano essere rilevanti per l'Italia.
Per approfondire: Cosa prevede il Piano strategico PAC Italia 2023-2027