Energia – Ue, carenze nei meccanismi di capacita'
I meccanismi di capacità di energia elettrica evidenziano carenze sostanziali, rileva un'indagine della Commissione Ue.
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Secondo un'indagine condotta dalla Commissione europea, ci sono “carenze sostanziali” nei meccanismi di capacità che dovrebbero aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica, e diversi Stati membri devono essere più rigorosi nel valutarne la necessità e la qualità della progettazione, in un'ottica di adeguatezza e di efficienza economica.
L'indagine Ue
Era l'aprile del 2015 quando la Commissione europea ha avviato un’indagine di settore sugli aiuti di Stato per garantire la disponibilità a produrre forniture di energia elettrica sufficienti (i cosiddetti “meccanismi di capacità”) in ogni momento, onde evitare black-out.
Bruxelles ha dunque raccolto informazioni sui meccanismi di regolazione della capacità, per verificare nella fattispecie se garantiscano un approvvigionamento sufficiente di energia elettrica senza distorsioni della concorrenza o degli scambi commerciali nel mercato unico unionale.
Un numero crescente di Stati membri adotta meccanismi di regolazione della capacità per promuovere gli investimenti in centrali elettriche o prevede incentivi per mantenerle in funzione, al fine di garantire che l’approvvigionamento di energia elettrica soddisfi la domanda in qualsiasi momento. La Commissione riconosce che tali misure pubbliche possono essere giustificate in certe situazioni e, nei suoi orientamenti del 2014 in materia di aiuti di Stato per la tutela ambientale e l’energia, per la prima volta ha fissato criteri per valutare se i meccanismi di regolazione della capacità sono conformi alla normativa in materia di aiuti di Stato. Perché tali misure ricevano l'ok della Commissione, gli Stati membri devono essere in grado di dimostrare che esse sono necessarie e devono inoltre assicurare che tali meccanismi siano elaborati in modo da non alterare la concorrenza nel mercato unico dell’Ue.
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L’indagine di settore, la prima ai sensi della normativa Ue sugli aiuti di Stato, si è concentrata sulla raccolta informazioni presso un campione rappresentativo di Stati membri che hanno adottato o intendono adottare meccanismi di regolazione della capacità. 11 per la precisione: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia.
I risultati dell'indagine: carenze strutturali
Nell'arco di un anno, la Commissione ha raccolto una grande quantità di informazioni, provenienti da oltre 120 operatori di mercato ed enti pubblici, sui meccanismi di capacità passati, in corso e previsti negli 11 Stati membri su cui si è concentrata l'indagine.
La Commissione ha rilevato l'esistenza di 28 meccanismi che possono essere raggruppati in una serie di categorie: il tipo più comune è la riserva strategica, grazie alla quale lo Stato paga determinate centrali elettriche che diventano operative in caso di necessità. Recenti iniziative degli Stati membri indicano che vi è una tendenza generale a adottare meccanismi più aperti e inclusivi che in linea di principio consentono la partecipazione di tutte le categorie di fornitori di capacità. Si tratta di un'evoluzione positiva: per creare una vera e propria Unione dell'energia e mantenere al minimo i costi per consumatori e imprese, i meccanismi di capacità dovrebbero essere aperti a tutti i tipi di fornitori, nazionali o esteri, indipendentemente dalla tecnologia.
Tuttavia, la relazione intermedia relativa all'indagine di settore segnala che in molti Paesi manca un'analisi corretta e coerente della necessità effettiva dei meccanismi in questione; risulta altresì che alcuni meccanismi in atto potrebbero essere più mirati ed efficaci sotto il profilo dei costi. Risultati che non pregiudicano la valutazione della Commissione sulla compatibilità dei singoli meccanismi di capacità con le norme Ue sugli aiuti di Stato, che richiede un'analisi caso per caso.
Tirando le somme, Palazzo Berlaymont nota “carenze sostanziali” nei meccanismi di capacità, e invita diversi Stati membri ad essere più rigorosi nel valutarne la necessità e la qualità della progettazione. Del resto, i meccanismi di capacità inutili e non correttamente progettati rischiano di falsare la concorrenza e ostacolare i flussi transfrontalieri di energia elettrica, con pesanti conseguenze sulle bollette dei consumatori.
“I consumatori e le imprese in Europa non devono trovarsi ad affrontare situazioni di black-out e i meccanismi di regolazione della capacità possono contribuire a ridurre questo rischio; d'altra parte, i consumatori non devono strapagare l'energia elettrica, né si può alterare il gioco della concorrenza”, dichiara la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager. “Gli Stati membri possono migliorare molto nella valutazione sia della necessità che della progettazione dei suddetti meccanismi. Un meccanismo correttamente progettato deve essere aperto e tener conto dell'energia elettrica che può essere fornita a livello transfrontaliero nell'Ue, contribuendo in tal modo anche alla costruzione dell'Unione dell'energia in Europa”.
Diversi Paesi hanno espresso il timore che le forniture di energia elettrica possano non soddisfare la domanda a causa dell'insufficienza d'investimenti dovuta alle incertezze del mercato e a interventi normativi. Un ulteriore problema è che la domanda deve essere interamente soddisfatta anche nei momenti di carenza di energia proveniente da fonti rinnovabili variabili, per esempio in un periodo in cui vi è meno vento o sole.
I risultati preliminari dell'indagine indicano che attualmente il mercato da solo non può mantenere adeguati livelli di sicurezza dell'approvvigionamento in determinate regioni, in parte perché in diversi paesi vi sono massimali tariffari relativamente bassi o perché gli investitori potrebbero non credere che in periodi di scarsità i prezzi dell'energia elettrica riescano ad aumentare abbastanza per incoraggiare gli investimenti in capacità. I progetti di riforma in corso per l'attuale assetto del mercato dell'energia elettrica mirano a migliorare sensibilmente il funzionamento futuro del mercato. In particolari casi, tuttavia, i meccanismi di capacità possono essere necessari, ad esempio per coprire il periodo di transizione in cui possono verificarsi carenze.
I risultati preliminari dell'indagine della Commissione indicano che molti degli attuali meccanismi di capacità sono stati progettati senza prima valutare se il mercato in questione presentasse un problema di sicurezza degli approvvigionamenti. Quasi la metà degli Stati membri esaminati non ha adeguatamente stabilito, prima di disporre un meccanismo, quale fosse il giusto livello di sicurezza dell'approvvigionamento. Inoltre, i metodi per valutare la sicurezza dell'approvvigionamento variano notevolmente da uno Stato membro all'altro, il che rende difficile il confronto e la cooperazione oltre frontiera.
Molte valutazioni si collocano in una prospettiva puramente nazionale e non tengono conto di eventuali consegne dai paesi vicini. Senza un metodo rigoroso e armonizzato per individuare i problemi e calcolare il rischio, i meccanismi potrebbero attingere a fondi pubblici per finanziare capacità costose e inutili, con conseguente aumento dei prezzi per i consumatori e le imprese dell'UE.
Migliorare la progettazione
La relazione intermedia mette infine in luce problemi sostanziali nella progettazione dei meccanismi di capacità in vari Stati membri:
- In primo luogo, la Commissione ha constatato che diversi Paesi non hanno valutato adeguatamente il modo migliore per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento;
- In secondo luogo, nella maggior parte degli Stati membri il prezzo della capacità di energia elettrica non è il risultato di una procedura di gara, ma è fissato dallo Stato o negoziato bilateralmente tra lo Stato e il fornitore, il che genera un serio rischio di pagamenti eccessivi, e parallelamente di sovvenzionamento del fornitore;
- In terzo luogo, molti meccanismi non consentono la partecipazione di tutti i potenziali fornitori di capacità o di tecnologie, il che potrebbe limitare inutilmente la concorrenza tra fornitori o aumentare i prezzi. Infine, l'inchiesta ha indicato che le centrali di altri Stati membri raramente sono ammesse a partecipare direttamente o indirettamente ai meccanismi di capacità nazionali.
Se questi timori sono confermati, i meccanismi in questione rischiano di falsare la concorrenza e comportare un aumento dei prezzi dell'energia elettrica favorendo indebitamente alcuni produttori o tecnologie, oltre a creare ostacoli agli scambi transfrontalieri di energia elettrica.
Consultazione sull'indagine
La relazione intermedia è aperta a consultazione pubblica: la Commissione invita gli Stati membri, i portatori d'interesse nel settore dell'energia elettrica e altri soggetti a presentare osservazioni sulla relazione intermedia entro il 6 luglio 2016. Alla luce delle osservazioni pervenute, la Commissione pubblicherà una relazione finale sui risultati dell'indagine di settore entro la fine dell'anno.
Nel frattempo, Bruxelles continua a valutare i meccanismi di capacità in base alla disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia 2014-2020.