Mercati finanziari: la BCE si candida per assumere la vigilanza europea
Il coordinamento sul fronte della vigilanza in Europa è credibile solo se assicura un elevato grado di affidabilità, indipendenza ed efficienza delle decisioni, continua Bini Smaghi.
La concorrenza tra le autorità e le istituzioni finanziarie nazionali - ha proseguito - è un ostacolo all'effettiva cooperazione tra i supervisori nazionali. In particolare, si riducono gli incentivi a scambiarsi le informazioni sulle singole istituzioni finanziarie. Questo mina l'efficacia di ogni meccanismo di prevenzione delle crisi. Questo scambio di informazioni può essere realizzato in maniera migliore all'interno di una singola istituzione.
E’ di vitale importanza restituire ai cittadini la fiducia nei mercati finanziari e nelle istituzioni: la salvaguardia di questa fiducia è una delle principali “raison d’être” di qualunque sistema di supervisione. Il prossimo G20 summit, che si svolgerà il 2 aprile, giocherà un ruolo cruciale nella ricerca di un nuovo quadro regolatorio post crisi. Il crollo finanziaria ha colpito tutti paesi dell’Unione Europea e in alcuni il panorama finanziario è drammaticamente mutato. Tutti concordano sul fatto che alcune falle nel sistema regolatorio e di supervisione sono state la causa del problema. Il ripristino della fiducia richiede una revisione del quadro regolatorio a livello nazionale ed europeo. Questi cambiamenti richiamano ad immediate decisioni politiche.
Il quadro regolatorio e di supervisione attuale si basa su un "set" di direttive e su meccanismi di cooperazione stabiliti molti anni addietro, che non sembrano più adeguati. Inoltre nonostante esista un mercato unico europeo, restano ampi margini discrezionali nella trasposizione delle direttive UE nelle legislazioni nazionali. Neppure il metodo finanziario Lamfalussy, che si credeva potesse promuovere la convergenza dei sistemi regolatori, è stato sufficiente.
(Alessandra Flora)