Dissesto idrogeologico - dopo due anni Fondo progettazione ancora fermo
Ecco perché le risorse del Fondo progettazione per il contrasto al dissesto idrogeologico sono ancora bloccate.
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Il problema è stato sollevato da un’interrogazione dei parlamentari del Partito democratico: il plafond da 100 milioni di euro, dedicato a completare gli elaborati da mandare in gara in questo delicato settore, dopo un percorso durato circa due anni non ha ancora completato il suo iter. Mancano, infatti, gli accordi con un paio di Regioni sulle liste di progetti per procedere finalmente con l’erogazione materiale delle risorse.
La storia del Fondo progettazione
L’interrogazione ricorda che il Fondo è stato attivato dal collegato ambientale, alla fine del 2015. Questo plafond era stato pensato per “favorire l’efficace avanzamento delle attività progettuali degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio nazionale e provvedere a renderli immediatamente cantierabili”. Fatti i progetti, sarebbe stato possibile mandarli in gara.
La delibera Cipe da 100 milioni
Il Fondo è stato alimentato da una delibera Cipe, che ha accantonato 100 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 a favore del ministero dell’Ambiente. Nello specifico, 24 milioni di euro sono dedicati all'anno finanziario 2016, 50 milioni di euro all'anno finanziario 2017 e 26 milioni di euro all'anno finanziario 2018. In realtà, però, quegli stanziamenti sono rimasti sostanzialmente bloccati e gli enti locali non hanno ancora visto le loro risorse.
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Il ministero, allora, ricorda che sulla base di un apposito indicatore di rischio il Governo ha potuto approvare la ripartizione regionale “del Fondo per la progettazione, nel rispetto della chiave di riparto ordinaria prevista dalla legge di Stabilità 2014”. Adesso, quindi, sappiamo quali sono le risorse a disposizione di ogni regione.
I problemi di ripartizione delle risorse
A valle di quella ripartizione, “sono stati, quindi, redatti, nel rispetto delle graduatorie presenti sul sistema Rendis, elenchi regionali degli interventi suscettibili di finanziamento per la progettazione fino alla concorrenza di una volta e mezzo delle risorse attribuite a ciascuna Regione”.
Questi elenchi sono stati sottoposti a una prima fase istruttoria, prima di arrivare all’elenco definitivo. In sostanza, per arrivare a comporre la lista degli investimenti da pagare con i 100 milioni di euro è necessario passare da una concertazione con le Regioni. E’ a questo punto che siamo ancora fermi.
Tempi più lunghi in Campania e Basilicata
Spiega, infatti, il ministero dell’Ambiente: “Tale prima fase istruttoria si è già conclusa per tutte le Regioni, ad eccezione dalla Campania e della Basilicata per le quali le attività sono comunque in fase di definizione”.
I prossimi passaggi
Il trasferimento delle risorse, allora, avverrà solo nei prossimi mesi, “secondo quanto previsto dal Dpcm, Regione per Regione, una volta definita la seconda fase istruttoria, fino alla concorrenza di quanto già confluito nel fondo”. Il ministero, comunque, assicura che “rimane costante l'attenzione del Governo ed importanti sono stati gli interventi che, da un punto di vista normativo e finanziario, sono stati apprestati in risposta a tale problematica”.