Unione economica: I passi che mancano alla piena integrazione finanziaria
Governance semplificata, più controllo delle istituzioni europee e riforme finanziarie e di bilancio.
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Sono almeno tre i passaggi necessari per completare l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea, secondo un documento pubblicato di recente dai vertici della Dg Ecofin della Commissione. La chiusura delle riforme che consentiranno di allineare completamente l’area euro nella governance sulle banche e i processi di economia pubblica e finanza è sicuramente la priorità principale per proseguire sulla strada della costruzione comunitaria.
Una costruzione incompleta
Che la maggiore integrazione sia necessaria è evidente ormai da anni. Da tempo la Commissione europea sottolinea che, nonostante i progressi compiuti principalmente sul fronte dell’Unione bancaria, l’Unione economica e monetaria rimane incompleta. I paesi della zona euro presentano, infatti, ancora notevoli divergenze in termini di performance economiche.
Gli interventi più recenti
La discussione è aperta ormai in maniera costante. Ma, di recente, un documento firmato dal capo della Dg Ecofin, Marco Buti, ha fatto il punto sullo stato dell’arte in questa fase, spiegando quali sono gli interventi necessari adesso, per arrivare al pieno completamento dell’Uem. I passaggi da mettere in calendario sono almeno tre.
La linea della presidenza Juncker
Bisogna, cioè, partire dal completamento dell’Unione finanziaria, potenziare l’integrazione dell’Unione economica e di bilancio, aumentare le responsabilità delle istituzioni della zona euro in fase di vigilanza. Una linea, peraltro, condivisa dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker e ribadita nelle sue ultime uscite pubbliche sullo stato dell’Unione.
L'accordo sul fondo di risoluzione
Più nello specifico, il primo passo necessario consiste, secondo le parole di Buti, in un accordo su come fornire un supporto di bilancio al Fondo unico di risoluzione. In questo modo sarà possibile rendere più efficace il sistema di risoluzione delle crisi bancarie. Accanto a questo andrà istituito un sistema europeo unificato di assicurazione dei depositi. In questo modo, tutti i depositi bancari dell’area euro saranno tutelati alla stessa maniera. Mentre adesso esistono ancora grandi differenziazioni nazionali.
La riduzione degli NPL
Ancora, bisogna attuare la strategia per la riduzione degli Npl, i prestiti in sofferenza che rappresentano uno dei principali problemi dell’Unione in questa fase (a partire dall’Italia). E bisogna sviluppare ulteriormente l’Unione dei mercati di capitali. Innovando le strutture di quei paesi, come l’Italia, ancora indietro sugli strumenti più avanzati.
Le regole dei bilanci pubblici
La seconda linea di azione riguarda le regole nazionali per la composizione dei bilanci pubblici. Le regole di sorveglianza dell’Ue, rispetto all’assetto attuale, andrebbero semplificate, tenendo semplicemente in piedi il principio per il quale bisogna “evitare errori rilevanti nelle politiche” di bilancio dei paesi membri.
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Il coordinamento delle istituzioni Ue
Concretamente, sarebbe necessario rafforzare il coordinamento tra le istituzioni nell’ambito del semestre europeo. Bisognerebbe, poi, potenziare il legame tra l’attuazione delle riforme e i finanziamenti europei: chi non procede sulla strada indicata da Bruxelles può essere penalizzato dal lato dei fondi strutturali. Infine, sarebbe opportuno attivare forme di assistenza tecnica di Bruxelles in fase di redazione dei bilanci.
Il bilancio dell'Ue
Un altro campo d’azione riguarda il bilancio dell’Ue. Per aumentare la stabilità del sistema, infatti, sarebbe importante potenziare la capacità di bilancio centrale dell’area euro. Stabilizzando il sistema in caso di uno shock di grande impatto. Anche se, su questo punto, resta aperto il tema delle modalità con le quali andrà alimentato questo bilancio.
La governance
Infine, c’è il tema della governance. L’evoluzione delle istituzioni europee è importantissima per proteggere gli Stati membri nel caso in cui si creino situazioni di dissesto. I singoli paesi devono condividere maggiormente le responsabilità su tutte le loro decisioni rilevanti rispetto agli assetti dell’Unione economica e finanziaria.
Allo stesso tempo, il Parlamento europeo e la Commissione Ue devono avere più poteri di controllo. In questa chiave, potrebbe essere importante una riforma dell’Eurogruppo, che veda la nomina di un presidente a tempo pieno, sul modello già applicato da altre istituzioni europee.