Rome Investment Forum - investire per far crescere l'Europa
Come stimolare gli investimenti per la crescita in Europa? Le proposte dei partecipanti al Rome Investment Forum 2017.
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Nel corso della sessione pomeridiana della prima giornata di lavoro del Rome Investment Forum 2017 i partecipanti si sono confrontati sulle strategie da adottare in Europa per stimolare ed accrescere gli investimenti per la crescita, l’innovazione e la competitività.
Strategie per stimolare gli investimenti per la crescita in Europa
Per soddisfare la massiccia domanda di investimenti in Europa occorre creare le condizioni politiche ed economiche necessarie ad attrarre i capitali privati, ha sottolineato Franco Bassanini, presidente della fondazione Astrid. L’obiettivo è rispondere alla necessità di finanziare le attività di ricerca e sviluppo, le nuove tecnologie – con particolare attenzione all’Industria 4.0 -, le reti energetiche, la decarbonizzazione, le reti di telecomunicazione di nuova generazione e le sfide sociali.
Negli ultimi anni gli investimenti privati e le esportazioni sono cresciuti in Italia, ha ricordato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. Si tratta di un chiaro segnale di ripresa del Paese, che deve essere sostenuto portando avanti le riforme necessarie e attivando, in tempi rapidi, investimenti pubblici per contrastare divari e diseguaglianze.
Per accrescere gli investimenti a livello europeo, ha proseguito Boccia, è necessario far sì che l’Europa diventi il luogo ideale per fare industria, in un’ottica di inclusione. E’ importante, infatti, evitare quello che è successo con la Brexit, dove le periferie, sentendosi escluse, hanno votato per l’uscita dall’Ue.
Anche Bernard Spitz, presidente della Fédération Française de l’Assurance (FFA), ha ribadito la necessità dell’Europa di investire, anche per tenere il passo con gli Stati Uniti e la Cina. Servono quindi interventi volti a completare l’architettura finanziaria dell’eurozona e ad incoraggiare gli investimenti di lunga durata, con particolare attenzione al mondo delle assicurazioni.
Gli assicuratori, infatti, sono gli investitori istituzionali più importanti, ha dichiarato Maria Bianca Farina, presidente dell'Associazione fra le imprese assicuratrici (ANIA) e di Poste Italiane, ricordando il ruolo fondamentale della regolamentazione per assicurare un flusso costante di investimenti.
Per sostenere gli investimenti in Europa serve una visione comune, ha proseguito Kerstin Jorna della Dg Affari economici e finanziari della Commissione Ue, soffermandosi sul ruolo svolto dal Piano Junkcer e dai fondi strutturali. Con riferimento all’Italia, Jorna si è complimentata per gli strumenti attivati nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0 per stimolare la crescita e gli investimenti, ma ha anche sottolineato come nel Paese sia difficile ottenere un prestito bancario e che i fondi strutturali devono essere utilizzati.
La difficoltà dell’accesso al credito in Italia, con riferimento soprattutto alle PMI e startup, è stata ribadita da Helmut Kraemer-Eis, capo della sezione ricerca e analisi di mercato del Fondo europeo per gli investimenti (FEI). In Europa le PMI rappresentano il 99,8% di tutte le aziende, con il 68% della forza lavoro totale impiegata, percentuale che sale fino all’80% in Italia.
Le aziende di piccole dimensioni hanno bisogni diversi e servono strumenti idonei per soddisfarli. A tal fine il Fondo europeo per gli investimenti offre diverse soluzioni, cui si aggiunge il supporto del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il fulcro del Piano Juncker.
Finanziare l’innovazione, l’importanza delle tecnologie digitali
La digitalizzazione sta influenzando non solo il settore manifatturiero, ma anche il mondo della finanza, ha evidenziato Pier Luigi Gilibert, direttore esecutivo del FEI, aprendo il secondo panel pomeridiano. Per questo motivo il FEI sta esplorando le possibilità offerte dalla tecnologia finanziaria (fintech), con particolare attenzione al cloud computing, al blockchain, ai big data e all’intelligenza artificiale.
Tra i diversi modelli che il FEI potrebbe sviluppare, Gilibert ne ha illustrato uno per il finanziamento del debito ed un altro per gli investimenti azionari.
L’obiettivo di questi possibili modelli è garantire un’adeguata risposta del FEI ai cambiamenti che la tecnofinanza sta apportando all’economia reale.
La tecnofinanza deve diventare il modello di open innovation del mondo bancario, ha proseguito Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale. Per quanto riguarda l'Italia, con il Piano nazionale Industria 4.0, le imprese e il Governo hanno lavorato insieme per dare priorità alla digitalizzazione del manifatturiero, ridefinendo la politica industriale italiana. Le imprese che sfruttano le nuove tecnologie, infatti, sono in grado di crescere e di rispondere ai cambiamenti del mercato.
L'importanza degli investimenti innovativi e della tecnologia finanziaria è stata ribadita in un video-messagio da Roberto Viola, direttore generale nella Dg Reti di comunicazione, contenuti e tecnologie della Commissione Ue, che ha invitato tutti gli Stati membri ad investire di più nelle infrastrutture digitali, facilitando l'accesso al credito delle PMI.
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