Green Public Procurement: CReIAMO PA promuove la formazione su appalti verdi
E’ stato lanciato oggi a Roma il Progetto finanziato nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 "CReIAMO PA", volto a migliorare la qualità e l’efficacia delle pubbliche amministrazioni nell’attuazione degli acquisti verdi.
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Il lancio dell’iniziativa Progetto CReIAMO PA - Competenze e reti per l’integrazione ambientale e per il miglioramento delle organizzazioni della PA è avvenuto nell’ambito del seminario "Formazione e diffusione del Green Procurement", presso l’Auditorium del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. All’evento hanno partecipato i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni più virtuose in materia di Green Public Procurement (GPP) e gli operatori economici coinvolti nel comparto.
Alla luce delle novità introdotte dal Collegato ambientale (Legge n. 221/2015) e dal correttivo del Codice Appalti (D.lgs 50/2016, modificato con D.Lgs 56-2017), che hanno reso obbligatoria l’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) da parte di tutte le stazioni appaltanti, il Progetto CReIAMO PA, finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, mira a diffondere una cultura amministrativa orientata a consolidare gli aspetti di sostenibilità ambientale nelle diverse fasi della propria azione.
A esporre i principali obiettivi del progetto è stata Giusy Lombardi, dirigente del Ministero dell’Ambiente - Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l'Unione europea.
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Il Progetto, ha spiegato Lombardi, è articolato in nove linee di intervento, di cui sette tematiche e due trasversali. L’iniziativa prevede percorsi innovativi di rafforzamento della capacità amministrativa e delle competenze tecniche di tutti gli attori coinvolti nell’integrazione della sostenibilità ambientale, attraverso formazione e affiancamento on the job nell’ambito di:
- iniziative progettuali riferite a temi ambientali ritenuti rilevanti per la programmazione (cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, blue e green economy);
- azioni rivolte all’integrazione di procedure valutative specifiche (valutazione ambientale strategica, valutazione d’impatto ambientale, valutazione d’incidenza ambientale);
- interventi di promozione e diffusione dello strumento del Green Public Procurement (GPP).
Dal punto di vista legislativo, ha spiegato Enrico Biscaglia, presidente e Ad di SOGESID (la società di ingegneria e di assistenza tecnica in house del Ministero dell’Ambiente), l’Italia è uno dei Paesi europei più all’avanguardia nel GPP. Questo, anche grazie alle disposizioni previste dal Codice Appalti e dal Collegato ambientale. Tuttavia, ha continuato Biscaglia, serve un supporto alle PA nell’attuazione concreta delle procedure. Tra i principali ostacoli in tal senso spicca l’inadeguatezza dell’impianto amministrativo, soprattutto nei numerosissimi piccoli Comuni italiani.
Parallelamente all’adeguamento delle PE, serve, secondo l’Ad di SOGESID, anche l’adeguamento delle imprese, a cui spetta il compito di fornire beni e servizi che rispettino i criteri di sostenibilità ambientale.
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Di avanguardia legislativa italiana contrapposta all’inadeguatezza della PA ha parlato anche Alessandro Bratti, direttore generale di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Il contesto attuale, ha detto Bratti, è estremamente favorevole allo sviluppo del Green Public Procurement. A spingere in quella direzione sono infatti molte politiche e strategie recentemente approvate a tutti i livelli: in ambito globale, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi, a livello europeo il Pacchetto europeo sull’economia circolare, e in ambito italiano il Piano Energia e Clima, la Strategia Energetica Nazionale (SEN) e la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS). Quest’ultima, in particolare, annovera tra i suoi capisaldi il GPP, considerato uno strumento fondamentale per l’attuazione della scelta strategica “Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo”.
In un quadro di politiche favorevoli, tuttavia, l'impianto regolatorio, ha messo in guardia il direttore generale di ISPRA, sta "impantanando" le imprese più virtuose. Di necessità di snellire i processi regolatori ha parlato anche Silvana Riccio, segretaria generale del MATTM. La semplificazione procedurale, ha detto Riccio, è fondamentale al fine di evitare rallentamenti nello svolgersi delle attività produttive e, in tal senso, il Ministero si è impegnato concretamente con una apposita 'commissione per la sburocratizzazione'.