Coronavirus: 18 miliardi di investimenti grazie alla flessibilità sui fondi europei
La Commissione europea annuncia i risultati raggiunti nel 2020 dai pacchetti Coronavirus Response Investment Initiative (CRII e CRII Plus), lanciati a partire da aprile per rendere più flessibili le regole UE e permettere agli Stati membri di sfruttare i fondi europei per finanziare interventi urgenti collegati alla pandemia da Covid-19.
La Politica di Coesione nel MFF 2021-27
I paesi dell'UE hanno fatto buon uso della maggiore flessibilità concessa dalla Commissione europea nella spesa dei fondi europei, e in particolare dei finanziamenti della Politica di Coesione, mobilitando investimenti per circa 18 miliardi di euro a sostegno dell'economia, del settore sanitario e dei cittadini.
Il report finale pubblicato dalla Commissione conferma la valutazione provvisoria di luglio sui risultati positivi conseguiti in risposta alla pandemia attraverso i pacchetti Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+). "L'ammontare dei fondi di Coesione dell'UE che sono stati riprogrammati e diretti ai settori più colpiti, mostra come i due pacchetti CRII siano stati cruciali per sostenere gli Stati membri, i cittadini e le imprese in questa crisi", ha commentato la commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira.
Flessibilità per sfruttare i fondi europei in risposta al Covid
Con i pacchetti CRII e CRII Plus, la Commissione europea ha permesso agli Stati membri di mobilitare rapidamente i fondi strutturali europei della Politica di Coesione, ma anche il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e il Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD).
Sul fronte della Politica di Coesione, i Paesi UE sono stati autorizzati a riprogrammare i Programmi operativi del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) trasferendo le risorse da un Programma all'altro e da un Fondo all'altro, anche superando i vincoli di concentrazione tematica e applicando un tasso di cofinanziamento UE del 100%, per spese connesse al settore sanitario, al sostegno alle PMI e al mantenimento dell'occupazione.
I risultati dei pacchetti CRII e CRII+
Secondo i primi dati divulgati dalla Commissione, tra l'adozione della prima proposta CRII - ad aprile - e luglio, gli Stati membri hanno mobilitato con una velocità senza precedenti enormi quantità di risorse della Politica di Coesione per combattere la crisi del Coronavirus. Grazie ai pacchetti CRII e alla modifica delle procedure interne della Commissione per consentire un trattamento rapido di tutte le richieste, le modifiche ai Programmi cofinanziati dai fondi UE possono essere introdotte e rese operative a velocità record.
I dati aggiornati pubblicati a dicembre mostrano che la cooperazione tra la Commissione, gli Stati membri e le Regioni ha permesso l'adeguamento dell'82% dei Programmi di investimento per la crescita e l'occupazione della Politica di Coesione in 25 Stati membri e nel Regno Unito. La possibilità di utilizzare il tasso di cofinanziamento UE del 100% ha fornito agli Stati membri ulteriori 3,2 miliardi di euro nei loro bilanci per questo esercizio contabile.
Le piccole e medie imprese (PMI) hanno beneficiato della maggior parte dei finanziamenti disponibili, oltre 10 miliardi di euro. 3 miliardi di euro sono stati destinati alle persone, compresi i servizi sociali a favore dei gruppi vulnerabili e i programmi di lavoro temporaneo per i lavoratori. Infine, 6,6 miliardi di euro hanno sostenuto il settore sanitario, oltre ai 10,2 miliardi di euro del bilancio dell'UE già stanziati per quest'area nel settennato 2014-2020.
L'utilizzo flessibile delle risorse della Politica di Coesione per interventi collegati alla risposta alla pandemia proseguirà anche con REACT-EU, il programma ponte tra l'attuale programmazione dei fondi europei e quella che relativa ai fondi SIE 2021-27, che mette a disposizione 47,5 miliardi di euro per le regioni e i settori più colpiti dal Covid. Anche in questo caso sono previste procedure semplificate e la possibilità di trasferire risorse tra fondi e tra categorie di regioni, oltre a un prefinanziamento iniziale al 50%, così da rendere disponibile liquidità sufficiente per erogare rapidamente gli aiuti all'economia reale.
In Italia riprogrammati 4,5 miliardi di fondi europei
A beneficiare della maggiore flessibilità concessa da Bruxelles anche l'Italia, che ha apportato importanti modifiche a quasi tutti i suoi Programmi operativi regionali e nazionali, riallocando oltre 4,5 miliardi di fondi europei, l'importo più elevato investito nella risposta al Coronavirus nell'UE.
Le modifiche ai POR e ai PON hanno destinato 1,8 miliardi di euro al sostegno del sistema sanitario, di cui oltre 1 miliardo di euro per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e 800 milioni per l'acquisto di attrezzature mediche, dai ventilatori ai posti letto in terapia intensiva, fino all'aumento delle capacità di test dei laboratori.
L'Italia ha inoltre mobilitato oltre 2,8 miliardi di euro a sostegno delle PMI attraverso sovvenzioni (626 milioni di euro) e prestiti agevolati (2,2 miliardi di euro), a favore di oltre 379mila imprese in tutto il paese. Le restanti risorse hanno contribuito all'assistenza finanziaria per la disoccupazione e al sostegno ai gruppi vulnerabili.
Per approfondire: Come funziona la riprogrammazione dei fondi UE