Brexit: il Regno Unito resta in Horizon Europe ma esce da Erasmus e EIC
Con la Brexit il Regno Unito dice addio anche a quasi tutti i prossimi programmi UE. Se ne salvano cinque, incluso Horizon Europe. Salta invece all’ultimo Erasmus che Londra rimpiazzerà con il Turing programme. Nessuna novità, invece, per la parte finale della programmazione 2014-2020. Ecco dunque cosa c’è da sapere sulla partecipazione del Regno Unito ai programmi europei 2021-2027.
Le conseguenze della Brexit sul commercio
Tra le varie conseguenze della Brexit, figura anche l’uscita del Regno Unito dai programmi europei. Dal 1° gennaio 2021, infatti, il Regno Unito è diventato a tutti gli effetti un paese terzo rispetto all’UE e, in quanto tale, non ha più il diritto di partecipare a nessun programma europeo dato che questi sono riservati esclusivamente agli Stati membri.
Ci sono chiaramente delle eccezioni. Tradizionalmente, infatti, tutti i programmi europei sono aperti alla partecipazione di paesi terzi, quando la loro presenza è nell'interesse dell’Unione europea. In questo caso ciascun programma delinea minuziosamente le condizioni di partecipazione dei paesi non-UE ed è in questo frangente che il Regno Unito continuerà a partecipare a cinque dei futuri programmi 2021-2027.
Nessuna conseguenza negativa, invece, per i programmi europei 2014-2020, sia per quanto riguarda i progetti già finanziati e in fase di svolgimento, sia per gli ultimi bandi che devono ancora uscire.
A quali programmi UE 2021-2027 continuerà a partecipare il Regno Unito?
All'inizio dei negoziati, Londra aveva chiesto di continuare a partecipare a cinque programmi UE: Horizon Europe, Erasmus, il programma di ricerca e formazione Euratom, il reattore sperimentale termonucleare internazionale (ITER) e Copernicus.
Alla fine dei round negoziali, invece, il governo inglese ha annunciato che il Regno Unito non avrebbe più fatto parte di Erasmus, suscitando non poche polemiche oltre Manica.
Restano quindi in campo Horizon Europe, EURATOM, ITER e Copernicus a cui si aggiunge anche il sistema di Sorveglianza e tracciamento satellitare dell'UE (SST) - un ramo del programma spaziale europeo che è in grado di rilevare, catalogare e prevedere i movimenti di oggetti spaziali in orbita attorno alla Terra per mitigare il rischio di collisioni - a cui Londra continuerà a partecipare.
Il Regno Unito: dentro Horizon ma fuori dall'European Innovation Council (EIC)
L’accordo sulla partecipazione di Londra al futuro Horizon Europe non si è tradotta, però, anche nella partecipazione allo European Innovation Council (EIC).
I ricercatori e le imprese inglesi non potranno dunque accedere a questa fonte di finanziamenti, nata con l'obiettivo di sostenere l'accelerazione di tecnologie e start up con alto potenziale innovativo e di mercato.
A differenza di Horizon, infatti, l’EIC è in definitiva un programma di sviluppo economico, da cui Bruxelles preferisce escludere realtà che rischiano di essere solo competitor di soggetti europei.
Consiglio UE innovazione - le linee guida del fondo EIC Accelerator
Le condizioni e il contributo UK per continuare a partecipare ai programmi UE
Per definire le condizioni che permetteranno al Regno Unito di continuare a partecipare ad alcuni programmi europei, Bruxelles e Londra non hanno stabilito misure ad hoc. E’ stato invece usato il quadro giuridico esistente per la partecipazione dei paesi terzi ai che detta le regole in materia di:
- Contributi finanziari, che devono essere equi e appropriati;
- Disposizioni per una sana gestione finanziaria;
- Equo trattamento dei partecipanti;
- Adeguati meccanismi di consultazione.
Per quanto riguarda il primo punto, il contributo finanziario sarà calcolato tenendo conto di una serie di fattori. Anzitutto il contributo sarà basato sulla ricchezza del Regno Unito rispetto alla ricchezza dell'UE. Il contributo di UK sarà quindi proporzionale al suo PIL.
Inoltre il giusto ed adeguato contributo finanziario sarà assicurato tenendo anche conto di una quota di partecipazione capace di coprire i costi amministrativi di organizzazione del sistema dei programmi dell'Unione. Trattandosi di una nuova tipologia di contributo, tale quota verrà progressivamente introdotta.
Infine, per quanto riguarda Horizon Europe, verrà messo a punto un meccanismo di aggiustamento standard per garantire un equilibrio tra i contributi del Regno Unito e i benefici per le sue entità, attraverso misure correttive specifiche.
Data la pianificazione a lungo termine necessaria per l'attuazione dei programmi e la stabilità necessaria per assicurarne il successo, il Regno Unito si impegnerà, per ciascun programma, per l'intero periodo di programmazione 2021-2027.
Brexit: il Regno Unito esce da Erasmus e lancia Turing
Tra le ferite più grandi causate dalla Brexit c’è probabilmente l’addio del Regno Unito all’Erasmus, il trentennale programma europeo che ha permesso a milioni di universitari di studiare in un altro paese UE, plasmando una nuova generazione di cittadini europei. Nel solo settennato 2014-2020 sono stati oltre 100mila gli studenti inglesi che vi hanno partecipato.
Una “scelta difficile”, ha dichiarato il premier britannico Boris Johnsons all’indomani della decisione, spiegando che l’Erasmus era però un programma “troppo costoso”. Al suo posto Londra si appresta a lanciare il Turing Programme che permetterà agli studenti inglesi di trascorrere un periodo di studi all’estero, non solo in Europa ma in tutto il mondo.
Una magra consolazione che non ha placato le polemiche nel Paese, con i governi di Scozia e Galles palesemente contrari e con la premier scozzese, Nicola Sturgeon che ha parlato di “vandalismo culturale”. Andrà meglio agli studenti inglesi di Belfast che potranno continuare a partecipare all’Erasmus, grazie alla scelta del governo irlandese di pagare le borse anche per loro.
Per gli studenti europei, invece, si prospettano per ora tempi duri dato che, senza l’Erasmus e con i nuovi vincoli sui soggiorni imposti dalla Brexit, studiare nel Regno Unito sarà adesso più difficile e soprattutto costoso.