Recovery plan, un Fondo sovrano pubblico-privato per patrimonializzazione imprese
Nella relazione della commissione Bilancio della Camera e in quella delle commissioni Bilancio e Politiche europee del Senato sulla proposta di Recovery Plan, anche una serie di proposte per coinvolgere capitali privati e massimizzare l'impatto dei fondi pubblici. Fra le novità più interessanti, la creazione di un Fondo Sovrano italiano pubblico-privato e un Fondo di Fondi per sostenere la crescita delle imprese.
Ultimi passaggi prima della stesura definitiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà essere inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile. In vista di questa data, entrambi i rami del Parlamento hanno approvato le proprie relazioni sul Recovery plan con le raccomandazioni al Governo.
Nella sua relazione, la commissione Bilancio della Camera ha messo in fila 26 proposte per migliorare il Piano. Tra le indicazioni, quella di stimolare anche l'afflusso di capitali privati sugli investimenti finanziati dal Recovery attraverso tre strumenti: l'utilizzo del Project financing, un Fondo Sovrano italiano, il coinvolgimento della BEI negli investimenti di CDP e delle banche.
Le commissioni Bilancio e Politiche europee del Senato hanno ripreso la maggior parte delle richieste già avanzate dai deputati, apportando alcune modifiche su vari fronti. Fra queste, analizzando le proposte circa gli strumenti finanziari, nella relazione dei senatori compare un unico chiaro riferimento alla creazione di un Fondo Sovrano italiano e un Fondo di fondi.
PNRR: le risorse e gli strumenti finanziari
- Recovery plan, il quadro delle risorse da investire per la crescita del Paese
- Camera, tre proposte per massimizzare l'impatto dei fondi PNRR
- Senato, Fondo sovrano italiano e Fondo di fondi
Recovery plan, il quadro delle risorse da investire per la crescita del Paese
Per il finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso le risorse del pacchetto Next Generation EU (NGEU) l'Italia può contare su:
- 196,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (127,6 miliardi) a valere sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility -RRF);
- 13 miliardi di euro a valere sul programma REACT-EU, che assegna risorse supplementari, per gli anni 2021- 2022, alla Politica di coesione, allo scopo di rafforzare l’economia e l’occupazione nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia Covid-19, fungendo allo stesso tempo da ponte fra il ciclo 2014-2020 e il ciclo 2021-2027.
Nell’ambito degli interventi riconducibili al primo programma, il documento effettua una distinzione tra interventi 'nuovi' ed interventi 'in essere'.
Per interventi 'in essere' si intendono le misure disposte da provvedimenti già emanati nel corso del 2020, a partire da febbraio e ad esclusione degli interventi adottati dalla legge di bilancio 2021. L’importo di questo tipo di interventi è indicato nella bozza di PNRR del Governo Conte in 65,7 miliardi. Anche se questi interventi 'in essere' sono già adottati e quindi inclusi negli andamenti tendenziali di finanza pubblica, sono finanziati a valere sulla componente prestiti del RRF in funzione sostitutiva, quali forma alternativa e più economica di indebitamento rispetto ai titoli del debito pubblico scontati nei tendenziali per la copertura del fabbisogno finanziario associato agli interventi adottati.
Gli interventi 'nuovi', contenuti nel Piano, ammonterebbero complessivamente a 158,22 miliardi, di cui 145,22 miliardi relativi al programma RRF e 13 miliardi concernenti il programma REACT-EU. Concorrerebbero a formare questa categoria, sia gli interventi individuati con la legge di bilancio 2021 a valere sulle risorse europee, sia ulteriori misure ancora da individuare.
Il PNRR evidenzia, inoltre, che concorrono a formare l’ammontare degli interventi 'nuovi' anche interventi per 21,2 miliardi a fronte dei quali nella legislazione vigente sono già stanziati i fondi necessari al relativo finanziamento, a valere sul Fondo sviluppo e coesione (FSC). Rispetto a tali interventi il PNRR opera un’anticipazione della relativa fase di programmazione, facendo rientrare quest’ultima nell’ambito della procedura decisionale propria del PNRR, in luogo della consueta procedura di programmazione del Fondo sviluppo e coesione.
Le risorse per il finanziamento degli interventi in questione resterebbero invariate e corrispondenti a quelle già iscritte, ai fini dei saldi di finanza pubblica, nella programmazione del bilancio dello Stato. Con riferimento alle risorse aggiuntive di React-EU, i 13 miliardi da esso derivanti contribuiranno alla realizzazione degli interventi mirati alle transizioni verde e digitale e al perseguimento contestuale degli obiettivi di riequilibrio territoriale e socio-economico e di rafforzamento strutturale del Mezzogiorno, in coerenza con gli obiettivi definiti nel Piano Sud 2030.
Camera, tre proposte per massimizzare l'impatto dei fondi PNRR
A partire da questo quadro finanziario, la relazione della commissione Bilancio della Camera suggerisce di prevedere un forte coinvolgimento dei privati attraverso l’utilizzo di strumenti che favoriscano l’apporto di ulteriori capitali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano, anche attraverso l’utilizzo del Project financing.
I deputati suggeriscono inoltre di istituire un Fondo Sovrano italiano pubblico-privato e un Fondo dei Fondi per favorire la patrimonializzazione delle imprese in cui possano confluire parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre al risparmio privato fiscalmente incentivato.
Ad avanzare questa proposta è stato il presidente della commissione di vigilanza sulla CDP, Sestino Giacomoni, che ha affermato: "In questo modo si invita il governo a potenziare le nuove forme di incentivazione fiscale del risparmio, in analogia con quanto previsto per i Piani individuali di risparmio (Pir), anche raddoppiando il tetto della somma massima investibile per persona fisica nei Pir ordinari. Due strumenti attraverso i quali gli italiani possano investire non più sul debito del Paese ma sulla crescita".
La terza proposta avanzata nella relazione riguarda l'ipotesi di un coinvolgimento della Banca europea degli Investimenti (BEI) ad iniziative di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e delle banche del territorio per fornire linee di finanziamento agevolato alle micro-imprese supportandole nella transizione ecologica e digitale.
Senato, Fondo sovrano italiano e Fondo di fondi
Nel capitolo relativo alla Missione 1 'Digitalizzazione, innovazione, competitivita' e cultura' del PNRR, la relazione delle commissioni Bilancio e Politiche europee del Senato prende in considerazione la possibilità di istituire un Fondo sovrano italiano pubblico-privato, finalizzato a favorire la patrimonializzazione delle imprese italiane.
A tal proposito, si legge nel documento, "si potranno potenziare forme di incentivazione fiscale del risparmio a medio-lungo termine investito in economia reale, in analogia con quanto previsto per i piani individuali di risparmio (PIR), anche aumentando il tetto della somma massima investibile per persona fisica nei PIR ordinari".
Per ottimizzare l’uso delle risorse, alla luce del momento di crisi, la relazione suggerisce poi di considerare con attenzioni alcuni aspetti, in particolare:
- la struttura di erogazione delle risorse europee, facendo in modo che i tutti i fondi a disposizione abbiano un fattore comune al fine di ottimizzare, metodi, procedure, tempi, facilitazioni nell’erogazione e quindi si potrebbe pensare alla struttura tipo Fondo di fondi;
- la necessità che il finanziamento delle politiche di cui al PNRR derivi da un mix di fondi a provenienza pubblica e privata;
- la predisposizione di un quadro di regole in materia di crisi di impresa in cui trovi spazio anche la prospettiva di un raccordo tra composizione negoziale della crisi e supporto pubblico alla ristrutturazione di comparti o filiere industriali.