Fondo Italiano d'Investimento: in arrivo nuovi strumenti per la crescita delle PMI
Si tratta di 4 fondi diretti e 3 fondi di fondi che il Fondo Italiano d’Investimento lancerà nei prossimi tre anni per sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane, focalizzandosi su cinque settori: Agri & Food, Filiere ed eccellenze del Made in Italy, Lifescience & HealthCare, Industrial Tech & Products, IT/Digital.
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I nuovi strumenti sono previsti dal Piano industriale per il triennio 2022-2025, approvato nelle ultime settimane dal Consiglio di Amministrazione di Fondo Italiano d’Investimento SGR S.p.A., presieduto da Barbara Poggiali.
Nata nel 2010 su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e partecipata a maggioranza da CDP Equity, e per le rimanenti quote da Intesa Sanpaolo, UniCredit, Fondazione ENPAM, Fondazione ENPAIA, ABI, Banco BPM e BPER Banca, Fondo Italiano d’Investimento SGR ha come principale obiettivo la gestione di fondi mobiliari chiusi dedicati a far confluire capitali pazienti verso il sistema delle imprese italiane d’eccellenza, coniugando finalità di ritorno sul capitale investito, in linea con i benchmark internazionali, con quelle di sviluppo del sistema produttivo italiano.
Fondo Italiano gestisce 12 fondi di investimento mobiliari chiusi riservati a investitori qualificati, per circa 2,7 miliardi di euro e opera attraverso investimenti diretti e indiretti (fondi di fondi). Fondo Italiano considera la sostenibilità un valore fondamentale ed è impegnata a integrare i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle proprie attività di investimento.
Fondo Italiano d'Investimento: cosa prevede il Piano industriale 2022-2025?
Il Piano industriale 2022-2025 prevede di portare a 4 miliardi di euro il capitale dedicato a progetti di crescita e consolidamento della piccola e media impresa italiana, sostenendo la competitività del sistema industriale nazionale e garantendo impulso all’economia reale del paese.
L'obiettivo è dare continuità ai fondi e alle strategie di investimento che hanno riscontrato successo negli ultimi anni come il Fondo Italiano Tecnologia e Crescita (FITEC, il fondo dedicato al growth capital), il Fondo Italiano Consolidamento e Crescita (FICC, dedicato a operazioni di buy-out e consolidamento) e i fondi indiretti Private Equity Italia (PE) e Private Debt Italia (PD), di cui si prevede nell’orizzonte del Piano il lancio delle generazioni successive.
Il Fondo manterrà la flessibilità operativa che ha contraddistinto il suo modus operandi fino ad oggi, entrando nell’azionariato delle aziende in cui investe sia con quote di maggioranza sia di minoranza, sia in aumento di capitale sia in replacement.
“Questo Piano industriale segna un deciso cambio di passo per Fondo Italiano d’Investimento, che dedicherà più capitali ai progetti della piccola e media impresa italiana e che intensificherà i percorsi di partnership con nuovi investitori ed altri attori del private capital italiano” afferma l’amministratore delegato Davide Bertone.
“Il Piano si pone in continuità con i precedenti, proseguendo con maggiore determinazione le strategie dimostratesi di successo, ma presenta diverse novità significative. Nella fase congiunturale che l’economia sta attraversando, essere la più grande piattaforma di private capital per lo sviluppo ci consente di svolgere anche il ruolo di catalizzatore e moltiplicatore di investimenti per sostenere le eccellenze dell’economia reale del paese, e contribuire a far crescere ed evolvere l’ecosistema del private capital italiano”.
7 nuovi strumenti per la crescita delle PMI
Fondo Italiano lancerà nel prossimo triennio 7 nuovi strumenti, 4 fondi diretti e 3 fondi di fondi, focalizzando le proprie attività su 5 settori e altrettanti temi di investimento: Agri & Food, Filiere ed eccellenze del Made in Italy, Lifescience & HealthCare, Industrial Tech & Products, IT/Digital.Nel dettaglio, il Piano industriale presenta tre significative novità rispetto al passato, seppur in linea con i principi cardine della sua storia, mission ed esperienza.
La prima riguarda la creazione di un fondo diretto dedicato esclusivamente al co-investimento a fianco di Società di gestione del risparmio (SGR) o investitori di relazione del Fondo. Le partnership e le collaborazioni sono stati un driver di crescita e investimento da sempre e saranno al centro dell’attività di Fondo Italiano nei prossimi anni, allineando le modalità di intervento di alcuni degli strumenti a ciò che già avviene nei mercati più avanzati del private equity europeo.
In secondo luogo, la strategia 2022-2025 prevede la creazione di un fondo di fondi destinato alla promozione di un mercato secondario del private equity. Un’iniziativa, in Italia di fatto oggi inesistente, a sostegno della liquidità prospettica degli investimenti in private capital attraverso la creazione di strumenti che aumentino le possibilità di acquisto e vendita di quote di partecipazione in fondi di private capital italiani.
Infine, in linea con un approccio storicamente proattivo sulle tematiche ESG e di sostenibilità, Fondo Italiano lancerà il primo fondo di fondi di impact investing, il cui closing è atteso nel corso del mese di novembre grazie al sostegno dell’investitore cornerstone Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che promuoverà investimenti in fondi che perseguano obiettivi sociali misurabili e intenzionali, oltre a generare un ritorno economico per gli investitori. Sarà il primo fondo italiano ex art. 9 della SFDR e sarà finalizzato alla nascita di questa nuova asset class attualmente poco sviluppata in Italia e invece già molto matura e sofisticata in Europa.
Da segnalare, inoltre, che dalla collaborazione con la società quotata B.F. S.p.A. nascerà un nuovo fondo, il cui closing è atteso nel corso del mese di novembre 2022, dedicato all’agricoltura e al food in generale: dalle sementi fino alle filiere dei prodotti di eccellenza del Paese.
Fondo Italiano avvierà, inoltre, un nuovo piano di fundraising che punta a raccogliere oltre 2,5 miliardi nell’arco dei tre anni per il complesso di strategie dirette e indirette.
Il Fondo continuerà a beneficiare del sostegno dei propri anchor investor (in primis) CDP, ma intende al contempo incrementare ulteriormente il supporto derivante da investitori istituzionali italiani ed esteri.
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