Rettificati gli interventi nei porti, finanziati da 2,8 miliardi del Fondo complementare al PNRR
Il MIMS ha rettificato alcuni degli interventi infrastrutturali finanziati dal Fondo complementare del PNRR. Cinque i fronti di impiego dei 2,8 miliardi a disposizione, tra cui il cold ironing o la realizzazione dei collegamenti di ultimo e penultimo miglio. Risorse revocate in caso di ritardi.
PNRR e infrastrutture: le opere del recovery fund
A distanza di circa un anno dalla pubblicazione del decreto ministeriale del 13 agosto 2021 che approva “il programma di interventi infrastrutturali in ambito portuale sinergici e complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, il MIMS è tornato sul tema, rettificando alcuni degli interventi in capo all’Autorità di sistema portuale del mare Tirreno settentrionale.
Sulla Gazzetta ufficiale n. 199 del 26 agosto 2022, infatti, è stato pubblicato il decreto del 7 luglio 2022 che rettifica il decreto del 13 agosto 2021. Le novità, in realtà, interessano solo il porto di Livorno. Per il resto, infatti, il programma rimane invariato. Le risorse, lo ricordiamo, arrivano dal Fondo Complementare, vanno per il 43% alle regioni del Sud e avviano quasi tutti i progetti previsti nel Fondo destinati ai porti.
In tutto parliamo di un’ottantina di interventi suddivisi in cinque categorie: sviluppo dell’accessibilità marittima, aumento selettivo della capacità portuale, ultimo/penultimo miglio ferroviario/stradale, efficientamento energetico ed elettrificazione delle banchine (Cold ironing).
Strette le tempistiche di realizzazione delle opere da parte delle Autorità portuali assegnatarie dei fondi. Il decreto infatti prevede che l’assegnazione dei contratti avvenga tra marzo 2023 e marzo 2024 a seconda dell’intervento, mentre i collaudi dovranno essere realizzati entro il 2026.
PNRR e porti: 1,47 miliardi per accessibilità marittima e resilienza
La quota più consistente delle risorse è stata destinata agli interventi per lo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici.
Sul tavolo, infatti, sono finiti ben 1,47 miliardi con cui sarà migliorata l'accessibilità marittima attraverso interventi di potenziamento e consolidamento delle dighe, delle banchine, dei moli e la realizzazione di nuove piattaforme logistiche per adeguare le infrastrutture alla misura delle navi e alla transizione energetica della mobilità marittima. Dentro anche il progetto faro sul Porto di Genova, dove è prevista la realizzazione di un nuovo frangiflutti per consentire l'accesso a navi di nuova generazione, l'adeguata protezione delle banchine interne e l'innalzamento dei livelli di sicurezza delle manovre di ingresso ed evoluzione. Un salto di scala delle navi operanti nel sistema portuale che consentirà significativi investimenti privati e un utilizzo più intensivo di terminali operativi di recente e di prossima realizzazione.
Scorrendo l’elenco delle opere previste, si vede come la quota più grande dei fondi (46,79%) sia stata destinata al Sud. Il restante 53,21%, invece, finirà al Centro-Nord.
Serrati i tempi di realizzazione, pena la revoca dei fondi. “I contratti - si legge infatti nel decreto - devono essere aggiudicati entro il 31 dicembre 2023”, mentre gli interventi dovranno “concludersi con il collaudo entro il 31 dicembre 2026”.
Le risorse PNRR per l’aumento della capacità portuale
Per l’aumento selettivo della capacità portuale, invece, il Fondo complementare ha stanziato 390 milioni di euro. In questo caso la misura ha lo scopo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio, la realizzazione di nuovi moli e nuove piattaforme logistiche. Si potenziano, inoltre, i collegamenti retroportuali, per lo sviluppo della "Nuova Zona Franca" del porto di Trieste e del terminal portuale di Noghere per il trasporto del carico delle merci e per prepararsi ad altre attività logistico-industriali nella stessa area.
Anche in questo caso i contratti devono essere aggiudicati entro il 31 dicembre 2023, mentre gli interventi veri e propri dovranno concludersi con il collaudo entro il 30 giugno 2026.
PNRR e porti: i fondi per l'ultimo miglio
Ammontano invece a 250 milioni di euro le risorse destinate agli investimenti per l’ultimo/penultimo miglio ferroviario o stradale, già previsti nel piano #Italiaveloce per i porti di Trieste, Venezia, Civitavecchia, Napoli, Salerno e Ancona migliorandone così l'accessibilità, l'attrattività e la sostenibilità.
Quanto alle tempistiche per i cantieri, anche per queste opere l'aggiudicazione dei contratti dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2023. Meno tempo invece per la conclusione con collaudo, prevista per il 31 marzo 2026.
Porti e ammodernamento energetico
La quota più ridotta di fondi (50 milioni) è stata invece destinata agli interventi per l’ammodernamento energetico, interamente destinati alle regioni del Sud.
I contratti, scrive il ministero nel decreto, devono essere aggiudicati entro il 31 marzo 2023, mentre gli interventi dovranno concludersi con il collaudo entro il 31 marzo 2026.
I fondi del PNRR per il cold ironing
Infine spazio alla sostenibilità ambientale per la quale sono stati allocati 700 milioni per l’elettrificazione delle banchine (cold ironing).
Anche in questo caso i fondi sono stati ripartiti per intero e adesso, in base al cronoprogramma, i contratti dovranno essere aggiudicati entro il 31 marzo 2024 mentre gli interventi dovranno concludersi entro il 30 giugno 2026.
Consulta il decreto del 13 agosto 2021, GURI n. 236 del 2 ottobre 2021
Consulta il decreto del 7 luglio 2022, GURI n. 199 del 26 agosto 2022
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