PAC 2023-27: di quante risorse disporranno le Regioni per i bandi PSR?
In base all'accordo sul riparto del FEASR 2023-27, i bandi regionali per lo sviluppo rurale potranno contare su circa 13 miliardi di euro, dei 16 complessivamente disponibili tra fondi europei per il secondo pilastro e relativo cofinanziamento nazionale.
Piano strategico PAC: ok all'accordo sul riparto dei fondi per lo sviluppo rurale
L'intesa sul ripartizione delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) è stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 21 giugno, grazie a un forte impegno del Mipaaf per compensare con risorse nazionali i territori penalizzati dal superamento dei criteri storici di riparto dei fondi UE.
Un passaggio fondamentale per sbloccare il negoziato con la Commissione europea sul Piano strategico PAC 2023-27, che permette anche di avere un quadro sulle risorse che ciascuna Regione si troverà a gestire per finanziare i PSR o, per dirla con il linguaggio post riforma della Politica agricola comune, i Complementi regionali di programmazione.
La nuova PAC prevede infatti un unico Piano nazionale che riguarda tanto i pagamenti diretti del primo pilastro, quanto gli interventi di sviluppo rurale del secondo, ma l'Italia – coerentemente con il mandato costituzionale – ha confermato il protagonismo delle Regioni, che potranno gestire le risorse FEASR sulla base della programmazione comune ma anche di documenti da loro redatti per adattarla alle specificità di ciascun territorio.
Per approfondire: Cosa prevede la riforma della PAC?
A quanto ammontano i fondi europei e nazionali per lo sviluppo rurale?
La programmazione FEASR 2023-2027 vale in tutto circa 16 miliardi di euro, di cui oltre 7 miliardi di fondi UE e quasi 9 miliardi di cofinanziamento nazionale.
Come ricostruito da Luigi Ottaviani di Ismea su Pianeta PSR, per quanto riguarda la quota UE, la dotazione assegnata all'Italia dal Regolamento UE n. 2115/2021, pari a 6 miliardi e 749,6 milioni di euro, è stata incrementata spostando 505 milioni dal primo al secondo pilastro per aumentare gli stanziamenti a favore dei giovani agricoltori e del biologico, cui si sono aggiunti 5,4 milioni di euro legati alle riduzioni per capping e degressività degli aiuti, sfruttando la flessibilità nel trasferimento delle risorse prevista dall'articolo 103 dello stesso Regolamento.
Si è arrivati così a una dotazione FEASR di oltre 7,2 miliardi, cui si aggiungono più di 8,7 miliardi tra risorse statali e regionali. Il tasso di cofinanziamento nazionale – per il 70% a carico del MEF e per il 30% a valere sui bilanci regionali - è stato infatti incrementato per compensare le regioni altrimenti penalizzate dai nuovi criteri di riparto dei fondi UE. L'operazione è stata accompagnata da una serie di altre misure di riequilibrio, tra cui l'applicazione di un tetto massimo sia ai guadagni che alle perdite potenzialmente derivanti dal nuovo metodo, per evitare che alcune regioni si trovassero a ricevere meno di quanto avrebbero avuto con le regole precedenti.
Il riparto concordato dal Mipaaf con le Regioni assegna agli interventi di competenza nazionale – in particolare il nuovo Fondo di mutualizzazione nazionale (Fondo CAT), le assicurazioni agevolate e la Rete Rurale Nazionale – circa 3 miliardi di euro e i restanti 13 miliardi agli interventi di sviluppo rurale delle Regioni e Province Autonome.
Per approfondire: PAC 2023-27: come cambiano i fondi europei per lo sviluppo rurale