Uno strumento per l'impatto della crisi climatica nella Politica di Coesione
La commissaria uscente alla Coesione e alle Riforme Elisa Ferreira annuncia alla EU RegionsWeek 2024 che la Commissione sta lavorando a una nuova proposta per affrontare l'impatto degli eventi metereologici estremi nel quadro della Politica di Coesione. Coesione che, ribadisce il presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) Vasco Alves Cordeiro, approfittando del palcoscenico della manifestazione in corso a Bruxeles fino al 10 ottobre, deve rimanere in gestione condivisa.
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“I leader europei non possono chiedere che l'Europa sia più vicina ai cittadini se continuano ad affontare le sfide dall'alto: bisogna partire dalle comunità locali”, ha dichiarato il presidente Vasco Alves Cordeiro aprendo i lavori della 22esima Settimana europea delle regioni e delle città, intitolata quest'anno non a caso “Empowering Communities”.
A preoccupare le amministrazioni regionali è infatti l'ipotesi di una centralizzazione della Politica di Coesione che, sul modello dei PNRR finanziati dal Recovery and Resilience Facility, toglierebbe ai territori la titolarità dei fondi strutturali europei. Una prospettiva da scongiurare, ha ribadito Cordeiro, che ha chiesto di riformare e semplificare la Coesione, ma di mantenere ciò che funziona: gestione condivisa, principio di partenariato, governance, multilivello, approccio place-based. “Rifiutiamo l'idea recente di avere un programma a livello nazionale in un Quadro finanziario pluriennale che abolirebbe la partecipazione delle regioni e delle città”, ha avvertito il presidente del Comitato europeo delle Regioni.
Allo stesso tempo i territori europei devono essere protagonisti e insieme essere “accompagnati” nel processo di allargamento dell'Unione, che inevitabilmente genererà impatti sulle condizioni di accesso ai fondi europei non solo della Coesione, ma anche della Politica agricola comune.
Le comunità locali - ha rivendicato Alves Cordeiro - sono in prima linea nell'interlocuzione con i cittadini, che ripongono negli enti locali e regionali il maggior livello di fiducia, e nell'affrontare le sfide dell'aumento delle disuguaglianze e della doppia transizione verde e digitale. Soprattutto, è dalle regioni e dalla città che, secondo il presidente del CdR, bisogna partire per affrontare il crescente impatto della crisi climatica.
Gli eventi estremi degli ultimi mesi e anni, dalla Sicilia alla Grecia, dal Portogallo all'Austria, testimoniano, per Vasco Alves Cordeiro, che “non c'è più tempo da perdere” e che “l'Europa deve essere più forte”. E anche in questo caso, occorre partire dalle regioni e le città, che – come rilevato dalla relazione sullo “Stato delle regioni e delle città 2024”, presentata dal CdR in occasione della EU Regions Week - “sono responsabili del 70% delle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici e del 90% delle politiche di adattamento”. “Per ogni dieci ore spesi per l'ambiente, otto vengono spesi a livello locale”, ha spiegato Cordeiro.
Il Comitato delle Regioni immagina allora un “Green Deal 2.0”, che assicuri agli enti territoriali la “possibilità di progettare e gestire i propri percorsi di transizione”, sulla base dei diversi contesti e mobilitando investimenti pubblici e privati. D'altra parte, si legge nella relazione del CdR, “il costo dell’inazione nella lotta alla crisi climatica dovrebbe sfiorare il 10-12% del PIL dell’UE entro la fine del XXI secolo”, mentre “l’azione dell’UE volta ad accelerare la trasformazione verde potrebbe portare a un aumento del suo PIL di 440 miliardi di euro all’anno e generare altri benefici importanti per l’economia, i cittadini e l’ambiente dell’Unione”.
Il tema dell'adattamento agli eventi climatici estremi è già sul tavolo della Commissione, ha assicurato da parte sua la commissaria alla Coesione e alle Riforme, Elisa Ferreira. Senza sbilanciarsi sul ruolo di regioni e città nel futuro dei fondi strutturali europei, la commissaria uscente ha ricordato che la presidente Ursula von der Leyen si è già impegnata davanti al Parlamento europeo a consolidare la Politica di Coesione con gli enti locali e regionali e ha annunciato che l'Esecutivo UE è già al lavoro su una nuova proposta per affrontare i disastri naturali nell'ambito della Coesione, sostenere l'adattamento ai cambiamenti climatici e gestire l'impatto degli eventi metereologici estremi.
Questa proposta, che dovrebbe permettere di utilizzare i fondi strutturali sia per la prevenzione che per la ricostruzione, potrebbe vedere la luce già "nel corso di questo mandato". “Stiamo lavorando per trovare le risorse, perché gli eventi metereologici estremi sono sempre più frequenti", ha dichiarato la commissaria.
I fondi europei della Coesione non possono però risolvere ogni problema, ha chiarito però Ferreira: gli Stati membri e la Commissione europea dovrebbero tenere conto delle priorità delle Coesione anche nel progettare le altre politiche dell'Unione, e valutarne eventuali impatti asimmetrici, secondo il principio "Non nuocere alla Coesione".