Cultura Crea Plus, chiuso lo sportello per le imprese danneggiate dal Covid-19
Boom di domande per il programma Cultura Crea Plus: a causa delle numerose richieste pervenute, si sono esaurite in tempi record le risorse a disposizione dell'incentivo gestito da Invitalia per le imprese colpite dall’emergenza Covid-19 che operano nel settore culturale, creativo e turistico.
Cosa c'è nel PNRR per la cultura
Ad aprile 2021 il regime d'aiuto per creare e sviluppare iniziative imprenditoriali nell'industria culturale-turistica e no profit nel Sud Italia, finanziato dal PON Cultura 2014-2020, è stato ripartito in due nuovi sportelli agevolativi: Cultura Crea 2.0 e Cultura Crea Plus.
Il primo si è aperto il 26 aprile dello scorso anno ed è ancora attivo, con un budget disponibile di 54 milioni di euro. Si tratta della versione rinnovata e potenziata dell'incentivo - attivo nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - per la nascita e la crescita di imprese e iniziative no profit nel settore dell'industria culturale, creativa e turistica.
Il secondo, dopo una prima finestra d'attività che si è chiusa il 5 maggio 2021, è stato riaperto in data 7 novembre, grazie a una nuova iniezione di risorse da 10 milioni di euro. L’incentivo consiste in un contributo a fondo perduto a copertura delle spese di capitale circolante, nella misura massima di 25mila euro, e serve a facilitare il riavvio delle imprese turistico-culturali che hanno subito delle perdite a causa dell’emergenza Covid -19.
Cultura Crea Plus ha subito riscosso un grande interesse da parte delle imprese. Nella prima giornata di apertura dello sportello di presentazione delle domande, infatti, il rilevante numero di istanze inviate ha provocato in meno di 2 ore l'esaurimento delle risorse e la conseguente chiusura dello sportello.
Le regole per accedere allo sportello Cultura Crea 2.0 sono state definite dalla direttiva operativa del Ministero della Cultura n. 237 del 29 marzo 2021. Le domande per richiedere le agevolazioni dello sportello Cultura Crea Plus, invece, sono state presentate secondo i criteri e le modalità indicate nella direttiva n. 886 del 27 settembre 2022.
Come funziona Cultura Crea
- Le tre linee di intervento di Cultura Crea 2.0
- Nuove imprese dell'industria culturale
- Imprese dell'industria culturale e turistica
- Terzo settore nell'industria culturale
- Cultura Crea Plus, contributi per le imprese colpite dal Covid-19
Le tre linee di intervento di Cultura Crea 2.0
Cultura Crea 2.0, che attualmente può contare su budget di 54 milioni di euro, è la misura a sostegno di neo imprese e team di persone fisiche, PMI, imprese sociali e onlus attive nelle industrie creativa, culturale e turistica nelle Regioni del Mezzogiorno destinatarie del PON Cultura 2014-2020.
Il regime di aiuto per la filiera culturale e creativa nelle Regioni in ritardo di sviluppo - cioè Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia - è articolato in tre linee di intervento:
- Nuove Imprese dell’industria culturale (Titolo II del DM dell'11 maggio 2016), con una dotazione finanziaria di 41,7 milioni di euro,
- Imprese dell’industria culturale e turistica (Titolo III), con risorse per 37,8 milioni di euro,
- Terzo settore nell’industria culturale (Titolo IV), a valere su risorse per 27,4 milioni di euro.
Nuove imprese dell’industria culturale
La prima linea di intervento è dedicata a due tipologie di beneficiari, ubicati nelle Regioni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia:
- le imprese dell’industria culturale, comprese le cooperative, costituite da non più di 36 mesi, iscritte nel Registro delle imprese e in regola con le norme vigenti,
- le persone fisiche che vogliono costituire un'impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.
In entrambi i casi sono ammessi agli aiuti i programmi di investimento avviati successivamente alla presentazione della domanda e da concludere entro 18 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento.
Gli investimenti, di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare la creazione o l’introduzione di innovazioni di processo, di prodotto o servizio, organizzative, di mercato, in una delle aree indicate:
- economia della conoscenza, cioè sviluppo e/o applicazione di tecnologie innovative e/o tecnologie chiave abilitanti per la creazione e/o l’implementazione di dati e informazioni in grado di accrescere, qualificare o innovare le modalità e gli strumenti di archiviazione, organizzazione, condivisione, accessibilità, e gestione delle conoscenze legate all’industria culturale,
- economia della conservazione, cioè sviluppo e applicazione di processi e protocolli innovativi nel quadro delle attività conservative - restauro, manutenzione, recupero, rifunzionalizzazione - relativamente a materiali, tecnologie, tecniche e strumenti adottati, con particolare riferimento alle attività di diagnostica di monitoraggio e di analisi per la valutazione della vulnerabilità, alle attività di prevenzione e di gestione dei rischi e dei fattori di degrado, ai materiali e alle tecniche di intervento, alle soluzioni impiantistiche innovative ed energeticamente efficienti, applicate al patrimonio materiale ed immateriale,
- economia della fruizione, che riguarda lo sviluppo di:
a) modalità e strumenti innovativi di offerta di beni e sistemi di beni in forma integrata con le risorse del territorio, processi innovativi per la gestione – acquisizione, classificazione, valorizzazione, diffusione – del patrimonio culturale e risorse del territorio;
b) piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione, estendibili anche a specifiche categorie della domanda;
c) dispositivi ed applicazioni a supporto e assistenza di specifici target di domanda e fruizione;
d) attività legate all’incremento dell’offerta collegata alla fruizione turistico culturale; - economia della gestione, cioè sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali.
Le spese ammissibili alle agevolazioni comprendono:
- macchinari, impianti, attrezzature, arredi e mezzi mobili, purché strettamente necessari e collegati al ciclo di produzione,
- beni immateriali ad utilità pluriennale, quali programmi informatici, brevetti, licenze e marchi, nonché certificazioni, know how e conoscenze tecniche, anche non brevettate.
Nel limite del 20% dell'importo sono ammissibili anche le spese di gestione per:
- personale interno qualificato;
- servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
- consulenze esterne specialistiche prestate da Università e Centri di ricerca pubblici o da imprese e persone fisiche dotate di documentate competenze in materia.
Due le forme di aiuto previste:
- un finanziamento agevolato a tasso zero pari al 40% delle spese ammissibili della durata massima di otto anni di ammortamento, oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento;
- un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese ammissibili.
La somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto, pari in linea di massima all’80% della spesa ammissibile, può essere incrementata al 90% nel caso in cui l’impresa richiedente abbia le caratteristiche di impresa femminile o impresa giovanile o sia in possesso del rating di legalità.
Cultura Crea: quota mille domande per agevolazioni alle imprese creative
Imprese dell’industria culturale e turistica
La seconda linea di intervento riguarda le imprese che sono costituite in forma societaria da almeno 36 mesi, incluse le cooperative, con programmi di investimento nei settori dell’industria culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tipici locali. In questo caso, l’unità produttiva dovrà essere ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al DM dell'11 maggio 2016 (la Sicilia è esclusa).
I programmi di investimento, avviati dopo la presentazione della domanda di aiuto, potranno arrivare all'importo di 500mila euro e riguardare una delle tre aree di intervento indicate:
- fruizione turistica e culturale degli ambiti territoriali di riferimento degli attrattori,
- promozione e comunicazione per la valorizzazione delle risorse culturali,
- recupero e valorizzazione di produzioni locali di beni e servizi.
Le spese ammissibili corrispondono a quelle della prima linea di intervento, quindi investimenti materiali e immateriali e spese di gestione, nel limite del 20% dell'importo, per personale, servizi ICT e consulenze.
Due le forme agevolative:
- un finanziamento agevolato senza interessi pari al 60% delle spese ammissibili della durata massima di otto anni di ammortamento, oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento;
- un contributo a fondo perduto pari al 20% delle spese ammissibili.
Come nella prima linea di intervento, la somma degli incentivi sale dall'80% al 90% in caso di imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di legalità.
Terzo settore nell’industria culturale
Il Terzo settore è il protagonista dell'ultima linee di intervento, destinata a imprese sociali, comprese le cooperative, e ONLUS, con unità produttiva ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al DM dell'11 maggio 2016.
I programmi di investimento, da avviare dopo la presentazione della domanda e di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare:
- attività collegate alla gestione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio,
- attività collegate alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio,
- attività di animazione e partecipazione culturale.
Confermati gli investimenti in impianti e macchinari, da una parte, e software e brevetti, dall'altra, quali costi ammissibili, mentre le spese di gestione non sono ammesse per questa linea d'azione.
Escluse anche le agevolazioni in forma di finanziamenti, mentre i contributi a fondo perduto coprono l’80% delle spese ammissibili e possono salire al 90% per imprese femminili, giovanili e in possesso del rating di legalità.
Cultura Crea Plus, contributi per le imprese colpite dal Covid-19
Con la pubblicazione del decreto del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo del 10 dicembre 2020 in Gazzetta Ufficiale, è stata aggiornata la disciplina dell'incentivo, gestito da Invitalia, diretto a valorizzare la filiera culturale e creativa delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
La misura, prevista dal decreto ministeriale dell'11 maggio 2016, viene integrata con una serie di novità importanti. Alla luce dell'emergenza Covid-19, tra queste c'è l'introduzione di un secondo sportello ad hoc per le imprese e i soggetti del terzo settore situate nelle Regioni del Mezzogiorno, ossia il Cultura Crea Plus.
L'incentivo si rivolge alle realtà costituite alla data del 1° gennaio 2020 ed esercitanti al 31 dicembre 2020 attività economica riconducibile all’elenco dei codici ATECO ammissibili che comprendono un ventaglio di campi dall'editoria all'architettura, che sono state danneggiate dagli effetti della pandemia.
Ai beneficiari della misura viene riconosciuto un contributo a fondo perduto finalizzato alla copertura delle esigenze di capitale circolante, del valore massimo di 25mila euro.
Inizialmente, lo sportello è stato attivato il 19 maggio 2021 e chiuso il 5 maggio 2021 per esaurimento delle risorse.
Successivamente, il Ministero della Cultura ha disposto la riapertura dello sportello in data 7 novembre 2022, destinando al bando Cultura Crea Plus un budget di 10 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Complementare di Azione e Coesione al PON Cultura e Sviluppo 2014-2020. Tuttavia, la possibilità di inviare effettivamente le istanze per questa linea di intervento si è chiusa, per esaurimento delle risorse, già un paio d'ore dopo la nuova apertura dello sportello.