Riforma PA - CdM, ok definitivo a riordino partecipate
Il provvedimento elimina le società partecipate inutili, inattive, troppo piccole e quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività.
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Il Consiglio dei ministri, che si è riunito ieri pomeriggio a Palazzo Chigi per l'ultima volta prima della pausa estiva, ha preso, nell'ambito della riforma della PA, provvedimenti definitivi sul riordino delle società a partecipazione pubblica. Il Governo ha inoltre deliberato su assunzioni e stabilizzazioni nella scuola pubblica, sul riordino degli istituti tecnici e sull'adeguamento della legislazione nazionale ad alcune normative Ue.
Riforma PA: riordino partecipate, amministrazione digitale e codice giustizia contabile
Il Consiglio dei ministri ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, che prevede la riduzione delle partecipate, in particolare delle cosiddette “scatole vuote”, delle società inattive, delle microimprese e di quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Il decreto introduce, inoltre, interventi di razionalizzazione dei compensi degli amministratori.
In un'ottica di azione futura, il provvedimento individua, poi, criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le partecipate.
Sempre nel quadro della riforma della pubblica amministrazione, i ministri hanno approvato in via definitiva anche il dl che integra e modifica il codice dell’amministrazione digitale. Il cambiamento strutturale del rapporto tra cittadini e PA, spiega il Governo, è affidato a un’identità digitale, che permette di accedere ai servizi erogati in rete dalle amministrazioni pubblica, e al domicilio digitale (SPID), connesso all’anagrafe della popolazione residente. SPID, si legge sulla nota di Palazzo Chigi, sarà “l’identificativo con cui un cittadino si farà riconoscere dalla pubblica amministrazione”, mentre “il domicilio digitale sarà l’indirizzo online al quale potrà essere raggiunto dalle pubbliche amministrazioni”.
Approvato in via definitiva anche il decreto legislativo relativo al Codice di giustizia contabile adottato ai sensi dell’art. 20 della Legge n. 124 del 7 agosto 2015, che definisce le disposizioni processuali di tutte le tipologie di giudizi che si svolgono davanti alla Corte dei conti, dai giudizi di responsabilità erariale, ai giudizi di conto, a quelli sanzionatori e pensionistici.
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Stabilizzazioni e assunzioni di personale scolastico
Tra gli altri provvedimenti licenziati dai ministri, vi è il rilascio dell’autorizzazione al MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) per l'assunzione a tempo indeterminato, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, di 6.750 unità di personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) per l’anno scolastico 2015/2016 e 4.051 per l’anno scolastico 2016/2017, oltre che di 25.198 unità di personale docente su posto comune, 7.221 unità di personale docente di sostegno, 285 dirigenti scolastici e 53 unità di personale educativo per l’anno scolastico 2016/2017.
Riordino di istituti tecnici e professionali
Approvati in esame preliminare anche due regolamenti, da adottarsi con decreti del Presidente della Repubblica, che integrano, in continuità con gli ordinamenti vigenti, i decreti del Presidente della Repubblica n. 87 e 88 del 15 marzo 2010, in materia di riordino degli istituti professionali e degli istituti tecnici.
Adeguamento legislazione italiana a normativa europea
Infine, il CdM ha approvato alcuni provvedimenti volti ad attuare le normative Ue nell'ordinamento nazionale. Nello specifico, i decreti legislativi riguardano l'adeguamento a:
- il Regolamento (UE) 1024/2013, che attribuisce alla Banca Centrale Europea compiti specifici in materia di vigilanza prudenziale sulle banche degli Stati aderenti al Meccanismo di Vigilanza Unico.
- il Regolamento (UE) n. 1286/2014, volto ad aumentare la trasparenza sui prodotti d’investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati, al fine di permettere una più chiara comprensione e comparabilità degli investimenti proposti agli investitori al dettaglio e dei relativi profili di rischio.
- il Regolamento (UE) n. 909/2014 relativo al miglioramento del regolamento di titoli nell’Unione europea e ai depositari centrali di titoli.
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