Riforma PA – SCIA e Conferenza servizi in Guri, partecipate in CdM
In Gazzetta ufficiale i decreti in materia di SCIA e Conferenza di servizi, mentre il CdM approva in secondo esame preliminare il testo sulle partecipate
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Il 28 luglio 2016 i decreti attuativi della legge Madia in materia di Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e Conferenza di Servizi, appena pubblicati in Gazzetta ufficiale, entreranno in vigore. Giovedì, invece, il Consiglio dei Ministri ha approvato in secondo esame preliminare il decreto legislativo sulle partecipate pubbliche, che ora torna alle Camere, prima del via libera definitivo.
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SCIA e Conferenza servizi
Approvati a metà giugno, insieme al decreto sui licenziamenti disciplinari, i dlgs in materia di SCIA e Conferenza di servizi puntano a semplificare gli oneri amministrativi connessi ai due procedimenti, in linea con quanto previsto dalla legge delega 124 del 2015.
Sul primo fronte, la nuova normativa permetterà di presentare presso un unico ufficio, anche in modalità telematica, un solo modulo per la Segnalazione certificata di inizio attività valido in tutto il paese, cui corrisponderà una ricevuta, rilasciata a seguito della presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni, che determinerà l'avvio del procedimento e indicherà i tempi di risposta da parte dell’amministrazione o del silenzio-assenso.
Quanto alla Conferenza di servizi, per i procedimenti avviati dopo l'entrata in vigore del decreto, si prevedono l'abbattimento dei tempi (con la chiusura fissata, in linea generale, entro cinque mesi), la trasmissione telematica dei documenti in alternativa alle riunioni fisiche, regole chiare per il silenzio-assenso, la presenza di un solo rappresentante per ciascun Ente territoriale e la possibilità di intervento dei privati destinatari della comunicazione di avvio del procedimento.
Ok al taglio delle partecipate
Il Consiglio dei Ministri di giovedì ha invece approvato in secondo esame preliminare un altro decreto attuativo della legge Madia, quello per il riordino delle norme in materia di partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche, che detta anche le regole per l'alienazione di quelle ritenute superflue.
Come previsto dal testo approvato in via preliminare a gennaio, le amministrazioni avranno sei mesi di tempo per approvare un piano di razionalizzazione che preveda la cessione o la chiusura, entro un anno, delle società inutili, dei doppioni di altre aziende, di quelle che hanno più amministratori che dipendenti oppure che non raggiungano una soglia minima di fatturato.
Rispetto alla precedente versione, però, nel nuovo testo il fatturato minimo nell'ultimo triennio richiesto per evitare la dismissione scende da un milione a 500mila euro e per le aziende responsabili di servizi pubblici locali si prevede l'alienazione solo in caso di perdite, in quattro anni su cinque, superiori al 5% del fatturato.
Per centrare l'obiettivo di ridurre il numero delle partecipate da 8mila a mille il Ministero dell’Economia ha già messo a punto un modulo standard che gli Enti dovranno utilizzare per formulare i piani di razionalizzazione, mentre ulteriori modifiche al testo dovrebbero agevolare la gestione degli esuberi, tramite la mobilità del personale e con il supporto dell'Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.
Il testo torna ora in Parlamento, per un'informativa sulle richieste delle Camere non accolte dal Governo, per arrivare all'approvazione definitiva entro l'estate.
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Photo credit: Palazzochigi