Politica agricola Comune – PAC 2014-2020: ecco la riforma di medio termine
Intesa tra gli Stati membri sulla riforma di metà percorso della PAC 2014-2020. Novità per greening, giovani, gestione del rischio e OCM.
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La riforma di medio termine della Politica agricola comune (PAC) sarà operativa a partire dal 2018. Parlamento e Consiglio hanno infatti raggiunto un'accordo sul regolamento Omnibus che aggiorna il quadro concordato nel 2013. Dal greening agli strumenti di gestione del rischio, tante le novità a sostegno degli agricoltori.
La proposta della Commissione europea
Pubblicato nel settembre 2016 quale parte del pacchetto di revisione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, il regolamento Omnibus proposto dalla Commissione contiene modifiche relativamente a tutti e quattro i regolamenti di base della PAC con l'obiettivo di aumentare l'efficacia della politica UE e semplificarne l'accesso da parte degli agricoltori.
Si tratta di misure di impatto contenuto, tra cui:
- la facoltà per gli Stati membri di definire i criteri per stabilire chi può beneficiare dei contributi della PAC, compiendo di fatto un passo indietro rispetto alla disciplina dell'agricoltore attivo;
- la riduzione dal 30% al 20% della soglia di indennizzo per l'accesso ai fondi per la stabilizzazione dei redditi;
- l'introduzione della formazione nei piani delle organizzazioni dei produttori finanziati con fondi Ue;
- l'eliminazione del tetto per le risorse nazionali da destinare al pagamento per i giovani.
Pur dovendo garantire l'invarianza finanziaria, la commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha arricchito la proposta iniziale della Commissione, attraverso il rapporto a cura del primo vicepresidente della ComAgri Paolo De Castro.
Difesa dell'agricoltore attivo, semplificazione del greening, aggiornamento delle norme sull'Organizzazione comune di mercato (OCM) ed estensione della nuova soglia di indennizzo a tutti gli strumenti di gestione del rischio sono le principali proposte portate avanti dal Parlamento nel negoziato con il Consiglio e confermate dall'accordo raggiunto giovedì a Bruxelles.
L'accordo sul regolamento Omnibus
Sul tema dell'agricoltore attivo la posizione del Parlamento è stata netta: dopo l'estenuante dibattito su black list e criteri comuni, spazzare via il lavoro fatto e tornare alle decisioni dei singoli Stati membri è stato ritenuto inaccettabile dagli eurodeputati. Gli aiuti della PAC continueranno quindi ad essere destinati solo agli agricoltori professionali, con la possibilità di adottare deroghe specifiche per limitare il carico amministrativo per gli Stati membri.
Diverse le semplificazioni in materia di pagamenti diretti, in particolare sul greening, la componente ecologica degli aiuti che si ottiene a condizione di rispettare una serie di impegni di impatto positivo sull'ambiente. Il Parlamento ha infatti ottenuto l'allentamento dei limiti originari per la diversificazione delle colture sommerse e la cancellazione dell'obbligo di mantenere aree a focus ecologico per gli agricoltori che lasciano a riposo oltre il 75% della loro superficie.
Per dare spinta al ricambio generazionale in agricoltura il testo concordato permette inoltre agli Stati membri di raddoppiare i pagamenti per i giovani agricoltori, intervenendo con risorse nazionali, mentre sul fronte delle misure di mercato si è cercato di rafforzare le organizzazioni produttori (OP) e le associazioni di organizzazioni di produttori (AOP), che nel caso del settore lattiero-caseario potranno avvalersi della contrattualizzazione scritta obbligatoria, e sono state prorogate fino al 2020 le misure del pacchetto latte.
Novità anche per gli strumenti di gestione del rischio. Dal momento che il 30% di calo del reddito medio aziendale è difficile da raggiungere per le aziende, il Parlamento ha ottenuto l'applicazione della nuova soglia di indennizzo al 20% non solo nel caso dei fondi mutualistici, ma anche per le assicurazioni, mentre l’intensità del contributo pubblico è stata elevata dal 65% al 70% della spesa sostenuta per il pagamento delle polizze.
Maggiore flessibilità, infine, sugli aiuti accoppiati: gli agricoltori potranno incrementare i propri livelli produttivi e gli Stati membri avranno la possibilità di rivedere annualmente i settori beneficiari dei fondi in chiave anti-ciclica.
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Una riforma di medio termine in attesa della PAC post 2020
Il risultato è una vera e propria riforma di medio termine, ha commentato De Castro, rivendicando l'impegno del Parlamento ad andare oltre il quadro inizialmente proposto dalla Commissione. Commissione che intanto lavora alla PAC post 2020, in vista della comunicazione attesa per fine novembre.
A margine del G7 Agricoltura, a Bergamo, il commissario all'Agricoltura Phil Hogan ha incontrato in un bilaterale il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, per discutere le linee guida della prossima PAC.
Semplificazione, innovazione e sostenibilità ambientale sono le parole chiave prospettate da Hogan e appoggiate da Martina, che ha però chiesto anche di rafforzare gli strumenti di gestione del rischio e le OCM di settore e di introdurre misure per la tracciabilità delle materie prime, così da valorizzare sui mercati l'attenzione alla qualità e all'ambiente dell'agricoltura europea.
Infine, il nodo risorse, che dipenderà però dal negoziato sul bilancio europeo post 2020. “Collaboreremo attivamente nelle prossime settimane con il commissario Hogan perché siano garantite risorse finanziarie adeguate a raggiungere obiettivi ambiziosi. Dobbiamo scongiurare il rischio che la Brexit pesi sul settore agricolo. L'Italia saprà fare la sua parte, portando l'esperienza di una delle agricolture più sostenibili e delle sperimentazioni sull'etichettatura che abbiamo avviato in questi mesi", ha dichiarato Martina.
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Photo credit: U.S. Department of Agriculture