Batterie: fondi UE, 132 milioni per progetti di ricerca
Decisive per la decarbonizzazione del sistema energetico e dei trasporti, le batterie occuperanno un posto di rilievo nel prossimo work programme di Horizon 2020. Ecco su quali temi si concentreranno i finanziamenti UE.
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In tutto, 132 milioni di euro per sostenere la ricerca sulla nuova generazione di batterie ad elevatissime prestazioni. Risorse che Bruxelles metterà a disposizione nel corso del prossimo anno, concentrandosi su una serie di tematiche chiave per il settore.
Ad annunciarle, nel corso del workshop ospitato da ENEA e ENEL e dedicato a “Il ruolo delle batterie nella transizione energetica”, il Vice capo Unità per le FET FLAGSHIP della Commissione europea Aymard De Touzalin.
Horizon: su cosa si concentrerà il work programme 2020 per lo storage
Chiusa in primavera la call trasversale ai settori energia e trasporti, che ha sostenuto la ricerca sull’intero ciclo di vita delle batterie elettriche, dall’accesso alle materie prime alle nanotecnologie per la modellistica fino al riciclaggio, Bruxelles si prepara a lanciare l'ultimo work programme dedicato al settore dello storage nell’ambito di Horizon 2020, la cui pubblicazione è attesa per il mese di luglio.
I primi topic ad essere attivati si inquadrano sempre nell’ambito delle attività trasversali e si concentreranno su:
- Next-generation batteries for stationary energy storage;
- Hybridisation of battery systems for stationary energy storage;
- Next generation and realisation of battery packs for BEV and HEV;
- Reducing the cost of large batteries for waterborne transport.
A questi si aggiungerà un’iniziativa di larga scala per le tecnologie di storage di prossima generazione, che potrà contare su 42 milioni di euro a disposizione.
I topic attivati riguarderanno:
- Novel methodologies for autonomous discovery of advanced battery chemistries (20 milioni);
- Sensing functionalities for smart battery cell chemistries (10 milioni);
- Self-healing functionalities for long lasting battery cell chemistries (10 milioni);
- Coordinate and support the large scakle research initiative on Future Battery Technologies (2 milioni).
I primi tre rappresentano azioni per la ricerca e l’innovazione (Research & innovation actions - RIA), cui possono partecipare almeno tre persone giuridiche indipendenti l'una dall'altra, di un diverso Stato membro dell'UE o di un paese associato a Horizon 2020.
Nel caso invece dell’ultimo topic, trattandosi di un’azione di coordinamento e supporto (CSA), può presentare domanda almeno un soggetto giuridico stabilito in uno Stato membro dell'UE o in un paese associato a Horizon 2020.
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Inoltre, aggiunge De Touzalin, la Commissione sosterrà i partenariati pubblico-privato tramite lo schema di finanziamento ERA-NET, attraverso:
- l’attivazione di una call da 15 milioni di euro per dare continuazione al network M-ERA.Net, che intende sostenere e incrementare il coordinamento dei programmi di ricerca europei e i relativi finanziamenti nell’ambito della scienza e ingegneria dei materiali;
- una joint call da 5 milioni specificamente destinati allo storage.
Battery 2030+: chi inventera’ le batterie del futuro
Fra i progetti europei dedicati allo storage e sostenuti nell’ambito di Horizon 2020 c’è Battery 2030+, presentato nel corso dell’evento organizzato da ENEA. Il progetto, volto allo sviluppo della nuova generazione di batterie ad elevatissime prestazioni e che getterà le basi per un’iniziativa di ricerca su vasta scala, della durata di 10 anni, è coordinato dall'Università di Uppsala in Svezia e vede il Politecnico di Torino come unico partner italiano.
Il progetto servirà ad “istituire una piattaforma di accelerazione per la scoperta di nuovi materiali per batterie utilizzando l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale, e soprattutto concentrandosi sulle interfacce nelle batterie in cui si verificano reazioni che possono essere dannose per la durata della batteria”, sottolinea la coordinatrice del progetto Kristina Edström, professoressa di Chimica inorganica all’università di Uppsala.
Silvia Bodoardo, responsabile del progetto per il Politecnico di Torino, aggiunge: “Si tratta del progetto più importante in Europa in questo settore e il Politecnico, grazie alla sua esperienza in queste tecnologie, ricopre un ruolo di primo piano grazie al quale speriamo che sia possibile contribuire allo sviluppo del settore e alla creazione di nuove opportunità in Italia”.