Private Equity e Venture Capital per lo Sviluppo d'Impresa

Negli ultimi tempi la diffusione di questi strumenti finanziari è stata notevole, con molti Fondi di investimento - realizzati anche da Agenzie di sviluppo regionali - che partecipano con capitale di rischio agli investimenti delle aziende.  Con i termini private equitye e venture capital si intende l'attivita' di investimento nel capitale di rischio delle imprese effettuato sistematicamente e professionalmente da operatori finanziari specializzati.

Gli apporti di risorse finanziarie possono avvenire sotto forma di partecipazione al capitale o di sottoscrizione di obbligazioni convertibili in azioni e hanno una durata di medio/lungo termine. I fondi di Private Equity e di Venture Capital concentrano le loro attenzioni su imprese con elevate potenzialita' di sviluppo, dove la loro collaborazione finanziaria e professionale consente un rapido aumento del valore dell'azienda; il loro obiettivo è ottenere una congrua plusvalenza dalla cessione della partecipazione al compimento dei progetti.

La guida dell'AIFI (Associazione Italiana del Private Equity e del Venture Capital) illustra come avviare e sviluppare un impresa con questi investitori e distingue le seguenti principali tipologie di operazioni:

Venture Capital (avviare una nuova attività)
Seed Capital:
investimento nella fase di sperimentazione dell'idea innovativa, quando è ancora da dimostrare la validità tecnica del prodotto/servizio.

Start-up:
la sperimentazione è stata effettuata e si può avviare l'impresa.

Private Equity (sviluppare un attività esistente)
Expansion financing:
espansione del business (geografica, merceologica, capacità produttiva, quota di mercato).

Replacement capital:
liquidare uno o più soci che non hanno interesse ad investire nello sviluppo aziendale.

Family buy-out:
rilevare l'azienda di famiglia, quando qualcuno degli altri componenti non è più intenzionato a perseguire il progetto imprenditoriale.

Management buy-out o buy-in:
acquistare l'impresa per cui si lavora o sostenere l'acquisto da parte di manager esterni.

Turnaround financing:
risanare un'azienda in perdita.

Cluster venture:
operazione di investimento finalizzata al raggruppamento (cluster) di più società operative indipendenti integrabili verticalmente o orizzontalmente.

Le principali categorie degli investitori presenti in Italia sono:
- operatori di emanazione bancaria;
- fondi chiusi italiani;
- fondi chiusi ed altri operatori internazionali;
- finanziarie di partecipazione di emanazione privata o industriale;
- operatori di emanazione pubblica.

II fondo chiuso è uno strumento finanziario che raccoglie capitali presso investitori istituzionali (quali imprese, fondazioni, compagnie assicurative, fondi pensione) e presso privati, per investirli in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo.

Questi operatori, generalmente, non si limitano all'apporto di risorse finanziarie ma forniscono pure un rilevante contributo di tipo manageriale ed organizzativo:
- partecipano alle scelte strategiche dell' azienda, limitando il loro intervento alle decisioni che possono modificare la combinazione prodotto/mercato/tecnologia su cui si basa l'azienda e alle decisioni di investimento più significative;
- lasciano al socio imprenditore e/o al gruppo dirigente piena autonomia nella gestione operativa quotidiana dell' azienda;
- nel rapporto con l'imprenditore, vogliono la disponibilità ad un colloquio leale, aperto e costruttivo, ed una totale trasparenza, nell'interesse dello sviluppo aziendale.
L'investitore istituzionale, preoccupandosi anche della strutturazione tecnica dell' operazione, si occuperà direttamente degli aspetti negoziali con gli azionisti uscenti.

Il processo di valutazione degli investitori è finalizzato a comprendere quali siano le concrete e percorribili direttive di sviluppo dell'azienda; tale processo è inoltre corredato da opportune verifiche (due diligence) finanziarie, legali, fiscali, ambientali e di mercato.
In questa fase vengono siglati tra le parti degli accordi di riservatezza e una lettera di intenti nella quale vengono definiti gli aspetti economici, legali e societari che dovranno essere ripresi e rielaborati in dettaglio nel contratto di investimento. Tale lettera deve esplicitare tutti gli aspetti che entrambe le parti ritengono essenziali per concludere in modo soddisfacente l'accordo: il valore dell'azienda, la presenza dell'investitore nel Consiglio di Amministrazione, gli obblighi informativi ai quali l'imprenditore deve impegnarsi in caso di investimento e le eventuali clausole previste per il disinvestimento.

L'investitore istituzionale fornisce capitale sulla base di un "pacchetto" finanziario, composto in funzione delle varie esigenze di controllo e redditività che si vogliono soddisfare. L'acquisizione di quote azionarie di nuova emissione o vendute da soci preesistenti rappresenta la modalità tecnica di investimento più frequente. In alternativa, si possono utilizzare forme di finanziamento "intermedie" tra il debito e l'equity con un mix tra le varie forme.

I principali strumenti di finanziamento
Equity:
definito anche "capitale di rischio", rappresenta il capitale proprio dell' azienda, versato, generalmente, attraverso la sottoscrizione di titoli azionari. La sua remunerazione dipende, pertanto, dalla redditività e dal successo dell'iniziativa, sia in termini di utile prodotto e distribuito agli azionisti tramite dividendi, sia in termini di aumento di valore delle azioni.

Prestito obbligazionario convertibile:
capitale di debito raccolto attraverso l'emissione di particolari obbligazioni, convertibili, entro determinati lassi di tempo e in base a rapporti di cambio prefissati, in azioni della stessa società emittente o di altre società

Finanziamento mezzanino (mezzanine financing):
insieme di strumenti finanziari che presentano caratteristiche tecniche differenti e sono generalmente riconducibili a forme articolate di debito e obbligazioni, il cui rendimento è in parte fisso o comunque determinato (tasso di interesse) e in parte legato all'apprezzamento del valore della società alla quale questo prestito è destinato.

Debito subordinato (subordinated debt):
finanziamento a titolo di capitale di debito e a medio-lungo termine. li suo rimborso è privilegiato rispetto al capitale proprio, ma postergato rispetto alle altre forme di debito.

Senior debt:
rappresenta la forma più classica di capitale di debito a medio-lungo termine, privilegiato, nel rimborso, rispetto a tutte le altre forme di finanziamento.

Con l'intervento di un private equity investor l'impresa deve introdurre dei cambiamenti nella condotta aziendale e deve realizzare:
- la netta separazione tra il patrimonio familiare e quello aziendale;
- la revisione del bilancio;
- l'introduzione di sistemi di budgeting e di controllo di gestione;
- la predisposizione di relazioni periodiche sulla performance dell'impresa.

Vantaggi che possono essere ottenuti grazie alla partecipazione al capitale di un investitore istituzionale:
- Collaborazione nel tracciare una strategia di sviluppo e nel perseguirla, sfruttando le occasioni di crescita esterna, attraverso acquisizioni, fusioni, concentrazioni, joint venture con altre imprese del settore.
- Maggiore funzionalità della compagine sociale, che facilita anche la eventuale liquidazione dei soci che non sono più interessati a partecipare all'impresa, senza drenare risorse dalla società.
- Un contributo alla realizzazione di una gestione più professionale e manageriale, attraverso l'attenuazione degli eventuali condizionamenti che provengono dalla sfera degli interessi personali e familiari e, comunque, la migliore o più professionale regolamentazione dei rapporti impresa - famiglia.
- Crescita del potere contrattuale dell'impresa, grazie alla presenza dell'investitore come azionista di rilievo.
- Miglioramento dell'immagine dell'impresa nei confronti delle banche e del mercato finanziario, che eleva l'affidabilità finanziaria dell'impresa e agevola il reperimento di finanziamenti anche per lo sviluppo del capitale circolante.
- Maggior capacità di attrarre management capace ed esperto.

Alcune ricerche hanno dimostrato che le imprese che sono state partecipate da investitori nel capitale di rischio (chiamate "imprese venture backed") hanno tassi di crescita più elevati rispetto alle migliori società europee ed americane.

In Italia il mercato è caratterizzato da capitali di provenienza maggiormente internazionale, la raccolta domestica è rappresentata prevalentemente da risorse provenienti dal sistema bancario mentre sono quasi assenti i fondi pensione, che invece in Europa hanno una posizione di rilievo. Gli operatori attivi non sono numerosi rispetto alla media degli altri paesi europei e sono generalmente poco propensi ad investire in start-up o in ristrutturazioni aziendali.

Opportunità per gli investitori

Per incrementare le operazioni di venture capital è stato costituito dal precedente governo un fondo High Tech, con una dotazione di 100mil di euro, che dovrebbe sottoscrivere quote di fondi chiusi finalizzati all'acquisto di partecipazioni in PMI localizzate nelle aree sottoutilizzate del Mezzogiorno, a fronte di programmi di investimento che introducono innovazioni di prodotto/processo con tecnologie digitali.

La Legge 388/2000, artt. 103 e 106, è un altro strumento creato per aumentare il venture capital e per rafforzare patrimonialmente le imprese. In sintesi, intende favorire l'accesso al capitale di rischio di PMI delle aree svantaggiate e di nuove imprese mediante la concessione di anticipazioni finanziarie pubbliche a banche e intermediari finanziari finalizzate alla acquisizione di partecipazioni temporanee e di minoranza.
Le iniziative ammissibili, per cui possono essere richieste anticipazioni fino a 2mil di euro per il 50% della partecipazione, riguardano:
- PMI ubicate nelle aree obiettivo 1 e 2: rafforzamento patrimoniale delle imprese;
- nuove imprese sull'intero territorio nazionale: progetti di sviluppo innovativi e ad elevato impatto tecnologico, progetti di sviluppo di prodotti e servizi nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), comprese applicazioni di rete, software innovativo, sviluppo di contenuti multimediali e formazione interattiva a distanza.
Nonostante lo strumento sia attivo e ben dotato di fondi (circa 200mil di euro), pochi sono gli intermediari accreditati con il soggetto gestore e scarse le operazioni effettuate. L'AIFI ha chiesto di apportare alcune modifiche allo strumento per renderlo maggiormente operativo.

Opportunità per le imprese
Il ricorso al venture capital o al private equity deve essere visto come una opzione a cui ricorrere per programmare lo sviluppo aziendale, da utilizzarsi anche congiuntamente ad altri strumenti finanziari.
Per operazioni di start up, più che gli investitori istituzionali sono le Regioni, ad avere creato appositi fondi o finanziarie che sostengono la nascita di nuove imprese. L'IPI ha stimato in 160mil di euro gli stanziamenti regionali per il venture capital e le amministrazioni già attive sono quella lombarda con il fondo Next, il Lazio con la Filas, il Piemonte, l'Emilia Romagna, la Toscana e l'Umbria, a cui si stanno aggiungendo Sardegna, Puglia e Sicilia.

Oltre a questi operatori, vale la pena di menzionare i fondi gestiti da Sviluppo Italia, Creaimpresa e il fondo Innogest Capital, promosso dalla Fondazione Torino Wireless ed Ersel e finalizzato a sostenere investimenti in imprese giovani e a forte contenuto di conoscenza e innovazione (il capitale è di circa 40 milioni di euro, il fondo ha sede a Torino e si concentrerà principalmente sui settori della meccanica avanzata, dell'ICT, delle energie rinnovabili e del biomedicale).

Per il private equity in Italia si contano circa 100 investitori con specializzazioni più o meno marcate per dimensioni dell'investimento, settore merceologico, area geografica, tipologia delle operazioni effettuate e acquisizione di quote di maggioranza o minoranza. Le imprese oggetto di valutazione da parte di un investitore hanno generalmente un fatturato superiore ai 20mil di euro e la permanenza nella compagine sociale è di medio periodo. La scelta di un partner finanziario, come sopra esposto, può comportare notevoli vantaggi per lo sviluppo dell'impresa.

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