Programma Nazionale di Riforma: il testo ufficiale del PNR 2020
Via libera al Programma Nazionale di Riforma (PNR), il documento con le direttrici che il Governo seguirà nei prossimi mesi, insieme al ddl di Assestamento di Bilancio e al rendiconto dello Stato.
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Negli ultimi mesi, il Governo è intervenuto con misure di portata senza precedenti per contrastare gli effetti economici del coronavirus, tramite i decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio, contenenti misure a tutela della salute, dei redditi e del tessuto imprenditoriale che hanno ispirato l’azione anche degli altri Paesi impegnati a fronteggiare l’emergenza.
La pubblicazione del Programma Nazionale di Riforma rappresenta un’ulteriore tappa fondamentale dello sforzo complessivo per la ripresa economica dell’Italia. Il lungo elenco di priorità, approvato dal Consiglio dei Ministri, contiene le azioni che l'esecutivo intende sviluppare in dettaglio a settembre e sottoporre a Bruxelles per accedere ai nuovi fondi europei anti-Covid.
La finalità principale del Programma è "quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell'economia", scrive il ministro dell'economia Roberto Gualtieri nella premessa al documento.
Le politiche che si intendono adottare nel triennio 2021-23 vanno dalla riforma del fisco (ma senza condono) agli investimenti in scuola, ricerca, trasporti e banda larga passando per il sostegno ad alcuni settori strategici dalla farmaceutica al biomedicale, dall’auto alla siderurgia - compresa la transizione green dell’Ilva di Taranto - dall’edilizia al turismo e la cultura.
PNR, tre pilastri per la ripresa
Il PNR, che si accompagna solitamente al DEF di aprile ma in ritardo a causa della nota emergenza epidemiologica, comprende un mosaico di 24 interventi, di cui un tassello fondamentale è rappresentato del decreto Semplificazioni.
In generale, il Programma traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che verrà messo a punto dopo l’adozione dello Strumento Europeo per la Ripresa o "Next Generation EU".
Nel documento si parla di una riforma del sistema fiscale, improntata all’efficienza, all’equità e alla progressività sulle imposte dirette e indirette per ridurre la pressione sui ceti medi e le famiglie. Questa si accompagna alla lotta all’evasione (riduzione del "tax gap") con la promozione dei pagamenti digitali e della compliance volontaria. Ma senza ricorrere ai condoni che, generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte.
Fra le priorità anche la riduzione del debito attraverso una spending review, unita al contrasto all’evasione fiscale, alla vendita e affitto di immobili pubblici, ma anche alla revisione delle imposte ambientali e abolizione dei sussidi ambientali dannosi.
Sul fronte del lavoro, il piano prevede la riforma e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro, il potenziamento dei centri per l’impiego, la promozione della contrattazione decentrata. E poi ancora l’istituzione di un salario minimo, parità di genere, conciliazione vita-lavoro e valorizzazione della formazione per lo sviluppo di nuove competenze.
La strategia complessiva del Governo per il rilancio del Paese, dunque, coniuga il sostegno all'economia nel quadro della crisi causata dalla pandemia con interventi per sbloccare la crescita economica del Paese e raccogliere le sfide dell’innovazione e della sostenibilità ambientale e sociale.
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In sintesi, sono tre le macro-aree strategiche che connotano lo schema:
- modernizzazione del Paese;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale e territoriale e parità di genere.
Al fine di conseguire questi obiettivi, il Governo intende fare leva su una serie di strumenti da impiegare nel corso del prossimo triennio.
Tra questi spicca il rilancio degli investimenti pubblici, con l’obiettivo di portarli stabilmente sopra il 3% del PIL, concentrandosi su diverse aree di intervento, come lo sviluppo delle reti di telecomunicazione e di trasporto, la green economy, la protezione dell’ambiente, l’attenuazione dei rischi idrogeologici e sismici, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dell’istruzione.
Incentivati anche gli investimenti privati, al fine di: promuovere l’innovazione, favorire il consolidamento patrimoniale delle aziende, aumentare gli investimenti nell’economia reale, favorire la crescita dimensionale, incentivare il trasferimento o la riorganizzazione in Italia di attività svolte all’estero. Tutto questo, rivedendo e rafforzando il sistema di incentivi agli investimenti, all’innovazione e alla capitalizzazione, con un’attenzione particolare dedicata al programma Transizione 4.0.
C'è poi la volontà di aumentare le spese per l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, puntando a incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l’istruzione di 0,4 punti percentuali di PIL nei prossimi tre anni. Importanti, inoltre, gli interventi per dare nuova linfa a filiere e settori produttivi, come il settore sanitario, l’automotive e la componentistica, il turismo e lo spettacolo, l’edilizia, la produzione di energia, la siderurgia.
Accanto a questi, il PNR sostiene delle riforme volte a rafforzare la competitività dell’economia e a migliorare l’equità, l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. In particolare, gli interventi riguarderanno: un’amministrazione della giustizia più moderna e più efficiente; interventi sul sistema dell’istruzione, per una maggiore inclusione, più alti livelli di conseguimento educativo, e per ridurre il disallineamento fra le qualifiche richieste dalle imprese e quelle disponibili.
A chiudere il quadro, il documento prevede una riforma tributaria che migliori l’equità e l’efficienza, riducendo le aliquote effettive sui redditi da lavoro e aumentando la propensione delle imprese ad investire e a creare reddito e occupazione.