Siti industriali al Sud: in arrivo 1 miliardo di euro
Con la pubblicazione del Decreto Coesione (DL 60/2024) in Gazzetta ufficiale si chiariscono molti degli interventi presentati in conferenza stampa dal ministro Raffaele Fitto. Tra questi, uno di particolare rilievo - già per la mole di risorse previste, che supera il miliardo di euro - è quello che finanzierà investimenti volti al recupero e al rilancio dei siti industriali delle regioni del Sud.
Da quanto si apprende dal testo, si tratta di una misura concordata con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE), che si appoggerà sulle risorse del PN RIC 2021-2027, che potrà tirare in campo Invitalia e che punta a coordinarsi con la ZES unica.
Ecco dunque cosa sappiamo finora sugli investimenti per il recupero dei siti industriali previsti dall’articolo 33 del DL 60/2024.
DL Coesione: 1 miliardo di euro per il recupero dei siti industriali
L'obiettivo della misura è quello di sostenere lo sviluppo e la crescita economica, la competitività territoriale, l’attrazione di nuovi investimenti, nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
A tal fine l’articolo 33 del DL Coesione prevede la pubblicazione di un decreto del MASE, di concerto con il super-dicastero guidato da Raffaele Fitto (ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR) che individua i criteri per la selezione di due tipologie di investimenti nei territori di queste regioni.
Da un lato, si tratta di investimenti finalizzati alla produzione di energia da fonti rinnovabili (anche termica) destinata all’autoconsumo delle imprese, anche in abbinamento a sistemi di accumulo di piccola e media taglia. Si tratta però di interventi che potranno essere realizzati solo nelle aree industriali produttive e artigianali localizzate nei Comuni con più di 5.000 abitanti. Dall’altro la misura sosterrà investimenti per aumentare il grado di capacità della rete di distribuzione e di trasmissione di accogliere quote crescenti di energia da fonte rinnovabile, nonché per lo sviluppo di sistemi di stoccaggio intelligenti.
In entrambi i casi è evidente che la finalità ultima della misura sia quella di rilanciare tali siti, sostenendo la realizzazione di interventi capaci di ridurre drasticamente i costi dell’energia, uno dei fardelli che tradizionalmente grava di molto sulla competitività delle imprese italiane.
DL Coesione: per il recupero dei siti industriali si punta sul PN RIC 2021-2027
Come già accennato la dotazione della misura è di tutto rispetto. Si tratta infatti di oltre 1 miliardo di euro (per la precisione 1.026 milioni) provenienti del Programma nazionale ricerca, innovazione e competitività (PN RIC) 2021-2027.
Numeri alla mano parliamo, quindi, di circa un quinto della dotazione complessiva del Programma che in tutto cuba 5,6 miliardi di euro.
Più nello specifico la fonte di finanziamento sarà la seconda priorità del PN RIC 2021-2027, quella dedicata alla promozione delle energie rinnovabili e che prevede interventi di diretta competenza del MASE.
Per approfondire: Cosa prevede il PN RIC 2021-2027?
Recupero dei siti industriali: si punta sulle complementarietà con la ZES unica
Considerando la sovrapposizione delle aree interessate dall’articolo 33 del DL 60/2024 con quelle della nuova ZES unica, non sorprende che il decreto Coesione abbia ipotizzato anche delle possibili sinergie tra i diversi investimenti.
Al fine di rafforzare gli interventi per il recupero dei siti industriali, infatti, il decreto ha previsto la possibilità di assegnare (mediante delibera CIPESS) delle risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC) - nei limiti delle relative disponibilità annuali - per la realizzazione di investimenti per il miglioramento della viabilità, delle infrastrutture, dello sviluppo dei servizi pubblici e all’incremento della loro qualità, da effettuarsi nei territori dove sono ubicati tali siti e in coerenza con le previsioni del Piano strategico della ZES unica.
DL Coesione e recupero dei siti industriali: la strada dei Contratti istituzionali di sviluppo
Infine, vale la pena sottolineare che, al fine di accelerare la realizzazione di tali interventi, l’articolo 33 del DL 60/2024 prevede anche la possibilità per il MASE e per il dicastero guidato da Fitto di sottoscrivere Contratti istituzionali di sviluppo, coordinati dalla Struttura di missione ZES unica.
Nel gioco potrebbe anche entrare Invitalia che non si esclude possa essere individuata quale soggetto responsabile per l’attuazione degli interventi.
Foto di Erich Westendarp da Pixabay