Difesa - Bruxelles richiama Italia per violazione direttiva appalti
C'è anche l'Italia tra i cinque Paesi richiamati dalla Commissione europea per aver violato la direttiva UE in materia di appalti pubblici nel settore della difesa.
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La Commissione europea ha avviato procedure di infrazione nei confronti di cinque Stati membri - Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo - per non aver applicato, o non aver applicato correttamente, le norme dell'UE in materia di appalti pubblici nei mercati della difesa e della sicurezza.
Le decisioni si inseriscono nel quadro degli sforzi della Commissione Juncker per rafforzare la collaborazione tra gli Stati membri nel settore della difesa, anche tramite la messa in comune gli investimenti e la promozione di un mercato della difesa aperto e competitivo.
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La procedura contro l'Italia
Nel caso dell'Italia, Bruxelles contesta l'aggiudicazione diretta a fornitori nazionali di sei pattugliatori polivalenti d'altura, in violazione della direttiva in materia, che prevede che le amministrazioni siano tenute ad aggiudicare gli appalti - ad eccezione di casi rigorosamente definiti - mediante una delle procedure stabilite all'articolo 25 della direttiva 2009/81/CE e a rendere note le loro intenzioni pubblicando un bando di gara nella banca dati Tenders Electronic Daily (TED).
"Se attuata correttamente, la direttiva sugli appalti pubblici nel settore della difesa può contribuire a far sì che il denaro dei contribuenti sia speso nel modo giusto e renda il settore europeo della difesa, comprese le molte PMI di cui si compone, più competitivo. Questi sforzi vanno di pari passo con il rafforzamento della collaborazione con il Fondo europeo per la difesa, che potrebbe generare un investimento complessivo in ricerca per la difesa e sviluppo delle capacità pari a 5,5 miliardi di euro l'anno dopo il 2020”, ha spiegato la commissaria per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI Elżbieta Bieńkowska.
L'Italia, come gli altri quattro Stati membri oggetto delle procedure di infrazione, ha ora due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni presentate dalla Commissione ed evitare l'aggravarsi del contenzioso con Bruxelles.
Nel frattempo, l'Esecutivo UE sta lavorando a una raccomandazione per incoraggiare le amministrazioni responsabili degli appalti pubblici negli Stati membri ad agevolare la partecipazione transfrontaliera delle PMI e delle società intermediarie nella catena di approvvigionamento della difesa, in linea con quanto previsto dal Piano europeo per la difesa.
Nel Piano, da cui deriva anche il Fondo europeo per la difesa lanciato a giugno dalla Commissione, si ribadisce l'impegno a garantire l'applicazione delle norme sugli appalti per la difesa in modo da aiutare le imprese a operare a livello transfrontaliero e coadiuvare gli Stati membri nell'ottenere le offerte economicamente più vantaggiose.
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© European Union , 2015 /Source: EC - Audiovisual Service/Photo: Lieven Creemers