L'ANAC lancia la consultazione sulle Linee guida n. 9 che riguardano i PPP
Per avere un monitoraggio davvero efficace dei soggetti coinvolti in un Partenariato Pubblico Privato, l’ANAC ha deciso che bisogna rivedere le Linee guida n. 9 e, in particolare, la matrice dei rischi che serve a verificare la convenienza dei PPP rispetto agli appalti tradizionali.
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A distanza di oltre tre anni dall’adozione della Delibera n. 318 del 28 marzo 2018 che ha approvato le Linee guida n. 9 sui Partenariati Pubblico Privato, l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) è tornata sul tema, lanciando una nuova consultazione.
Al centro del questionario rivolto a diversi stakeholder vi è la matrice dei rischi che, secondo l'Autorità, va migliorata. Da una recente indagine risulta infatti, da un lato, che la matrice è ancora troppo poco utilizzata dalle stazioni appaltanti, in particolare per gli affidamenti di importo inferiore a 1 milione di euro, dall’altro, che per gli affidamenti sopra soglia resta comunque necessario verificarne la qualità.
Per questo l’Autorità ha deciso di avviare un’indagine statistica per capire come sia stata effettivamente utilizzata la matrice dei rischi, posto che il suo impiego sembra rappresentare un buon modo per stimolare un maggiore approfondimento sulle caratteristiche del contratto che permette di arrivare ad una migliore allocazione dei rischi.
Cosa prevedono le Linee guida n. 9 dell’ANAC sui PPP?
Previste dal Codice Appalti, le Linee guida n.9 sul "Monitoraggio delle amministrazioni aggiudicatrici sull’attività dell’operatore economico nei contratti di Partenariato Pubblico Privato" hanno l'obiettivo di incentivare e monitorare l’impiego dei PPP in Italia.
La normativa prevede infatti che per il corretto svolgimento dei PPP, le amministrazioni aggiudicatrici - attraverso specifici sistemi di monitoraggio - controllino che l’operatore economico si faccia carico del rischio di costruzione, del rischio di disponibilità e, nei casi di attività redditizia verso l’esterno, del rischio di domanda dei servizi resi, per il periodo di gestione dell’opera.
Il PPP, si legge nelle Linee Guida ANAC, rappresenta un "complesso fenomeno giuridico che si delinea come un genus contrattuale riferibile a più modelli specifici in cui risulta prevalente la natura economico-finanziaria". Per la sua gestione è dunque necessario un approccio multidisciplinare "con affiancamento di figure giuridiche, economiche e tecniche".
Tale risultato, continua il testo dell'Autorità, può quindi essere raggiunto, per quanto riguarda il responsabile del procedimento (RUP), mediante il ricorso a strumenti quali la formazione in materia di project management o la costituzione di una struttura di supporto al RUP stesso. Per quanto riguarda il direttore dei lavori o il direttore dell’esecuzione, invece, l'ANAC prevede che la stazione appaltante individui professionalità idonee a svolgere le attività richieste nella gestione degli specifici contratti, valutando, a tal fine, "l’opportunità di istituire l’ufficio di direzione dei lavori".