Fisco: in Gazzetta europea le nuove regole per le big tech
La nuova direttiva sulla cooperazione fiscale (direttiva n. 2021/514/UE) impone alle big del web - da Amazon a Google - l'obbligo di comunicare i ricavi derivanti dalle rispettive piattaforme digitali, affinché paghino la quota di imposte appropriata.
Digital services act: controllo dei contenuti online, le big tech chiedono tutele
La normativa va a modificare la direttiva n. 2011/16/UE sulla cooperazione fiscale e si inserisce nell'ambito del pacchetto di interventi per promuovere l'equità fiscale, presentato a luglio 2020 dalla Commissione europea.
Cooperazione fiscale: piattaforme digitali al fianco dell'UE contro l'evasione
La direttiva n. 2021/514/UE - pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea del 25 marzo 2021 - segna un cambio nell'approccio adottato finora dall'Unione nei confronti delle grandi piattaforme digitali, spesso accusate di evadere il fisco e di sfruttare i vantaggi dei paradisi fiscali, come dimostrano i lavori in corso sulla digital tax, cui si affiancano - lato regolamentazione del mercato - quelli sul Digital services act.
Nell'attuale contesto della digital economy è in costante aumento il numero di privati e imprese che utilizza le piattaforme digitali per vendere beni o fornire servizi. Tuttavia, spesso i redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali non sono dichiarati e le relative imposte non vengono versate, in particolare quando le piattaforme digitali operano in diversi paesi. Di conseguenza gli Stati membri perdono gettito fiscale e gli operatori commerciali attivi sulle piattaforme digitali godono di un indebito vantaggio rispetto alle imprese tradizionali.
In base alle nuove regole le big tech diventeranno delle vere e proprie collaboratrici fiscali dell'UE, dal momento che avranno l'obbligo di comunicare i redditi percepiti dai venditori attivi sulle loro piattaforme.
Gli Stati membri, infatti, potranno scambiare automaticamente informazioni sui ricavi generati dai venditori sulle piattaforme digitali, a prescindere che la piattaforma sia ubicata o meno nell'Unione. Questo permetterà non soltanto alle autorità nazionali di individuare le situazioni in cui l'imposta dovrebbe essere pagata, ma ridurrà anche gli oneri amministrativi a carico delle piattaforme, che spesso devono far fronte a diversi obblighi nazionali di comunicazione.
Le nuove norme riguardano le piattaforme digitali situate sia all'interno che all'esterno dell'UE e si applicheranno a partire dal 1º gennaio 2023.
La direttiva migliorerà anche lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità fiscali degli Stati membri. Ad esempio, sarà più facile ottenere informazioni su gruppi di contribuenti. Saranno anche migliorate le norme per lo svolgimento di controlli simultanei e per consentire la presenza di funzionari in un altro Stato membro nel corso di un'indagine.
Le nuove norme forniscono inoltre un quadro che consentirà alle autorità competenti di due o più Stati membri di effettuare audit congiunti. Tale quadro sarà operativo in tutti gli Stati membri al più tardi a partire dal 2024.