Tutela dei prodotti artigianali tipici: in vigore il Regolamento UE
Entra in vigore oggi il Regolamento UE per la tutela delle indicazioni geografiche (IG) per i prodotti artigianali e industriali. Un grande passo avanti per l’artigianato europeo che d’ora in poi, alla stregua di quanto già avviene per l'agroalimentare, potrà tutelare maggiormente i propri diritti di proprietà intellettuale, aumentando in tal modo anche il valore delle singole produzioni.
Cosa cambia con il nuovo Codice della proprietà industriale?
L’importanza della nuova normativa europea per tanti settori centrali del Made in Italy emerge anche dal varo di quella parte di misure nazionali previste dal Regolamento UE, che hanno trovato posto nel Ddl Made in Italy attualmente in esame da parte della Camera dei Deputati.
Il “Regolamento UE sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali” istituisce, infatti, un sistema di protezione delle indicazioni geografiche dell’Unione per i prodotti artigianali e industriali, che affida l'espletamento di una parte della procedura ai singoli Stati membri. In tale contesto, l’Italia ha deciso di inserire le procedure nazionali necessarie all’attuazione del Regolamento (UE) 2023/2411 all’interno del Ddl Made in Italy che, infatti, definisce i compiti di Regioni e Associazioni dei produttori, stanziando anche fondi ad hoc per la definizione dei Disciplinari previsti da Bruxelles per ogni singolo prodotto.
Ecco dunque come funziona il sistema europeo (e italiano) per la tutela delle produzioni artigianali tipiche.
Per approfondire: cosa prevede il Ddl Made in Italy?
Cosa prevede il Regolamento UE per la protezione dei prodotti artigianali e industriali tipici
Partiamo dal livello europeo dove il “Regolamento sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali” (Regolamento UE 2023/2411 del 18 ottobre 2023), pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea del 27 ottobre 2023, entra in vigore oggi 16 novembre 2023.
Ispirandosi al sistema europeo delle IG per i prodotti agroalimentari, il Regolamento mira ad istituire un quadro comune per proteggere la proprietà intellettuale dei prodotti artigianali e industriali (come vetro, prodotti tessili, porcellana, coltelleria, terracotta, orologi, strumenti musicali e mobili) che costituiscono il frutto dell'originalità e dell'autenticità di pratiche tradizionali regionali.
L'obiettivo ultimo è tutelare tali produzioni - spesso appannaggio di artigiani e PMI - dalla contraffazione, assicurando in tal modo anche una maggiore innovazione e maggiori investimenti nell'artigianato.
Per far ciò, il Regolamento punta a mettere in piedi un sistema di tutela che fa perno da un lato sugli Stati membri e dall’altro sull'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).
La mappatura e la definizione dei prodotti artigianali e industriali meritevoli di tutela inizia a livello nazionale. Le domande di tutela e riconoscimento di un prodotto da parte dei produttori devono infatti essere presentate alla competente autorità nazionale, che per l’Italia è rappresentata dal MIMIT. Spetta dunque al Ministero per le imprese e il Made in Italy analizzare la domanda di IG presentata dalle Associazioni dei produttori e, in caso di approvazione, procedere con l'invio all’EUIPO della richiesta di registrazione delle IG artigianali e industriali. A questo punto la palla passa allo European Union Intellectual Property Office a cui spetta il compito di condurre un’ulteriore analisi, per poi procedere con l'adozione della decisione finale che, se positiva, porta alla registrazione del prodotto/servizio all'interno del Registro dell'Unione delle IG per i prodotti artigianali e industriali.
Anche se il Regolamento, sottolineano da Bruxelles, si rivolge a tutti i tipi di produttori, esso pone però un'enfasi particolare sui piccoli produttori (PMI e microimprese). Altro tema rilevante evidenziato dall’EUIPO è poi lo sviluppo delle regioni rurali e di altre regioni europee fornendo incentivi ai produttori affinché investano in nuovi prodotti autentici e offrano migliori informazioni ai consumatori.
Come già accennato, il Regolamento (UE) 2023/2411 del 18 ottobre 2023 è entrato in vigore il 16 novembre 2023. Esso sarà però applicabile a partire dal 1° dicembre 2025.
Il Ddl Made in Italy e la tutela dei prodotti artigianali e industriali tipici
In base a quanto previsto dal Regolamento UE, il governo ha deciso di disciplinare il lavoro che dovrà essere condotto a livello nazionale all’interno del Ddl Made in Italy, attualmente in esame alla Camera. Il Disegno di legge disciplina infatti i compiti delle Regioni e delle Associazioni di produttori, definisce i contenuti minimi che deve avere il “Disciplinare dei prodotti industriali e artigianali tipici” che ogni Associazione deve redigere, stanziando anche 3 milioni di euro per finanziare le eventuali consulenze tecniche di cui le Associazioni dovessero avere bisogno per scrivere il Disciplinare.
Andando con ordine, l’articolo 32 del Ddl Made in Italy demanda alle Regioni la possibilità di effettuare una ricognizione delle produzioni tipiche già oggetto di forme di riconoscimento o tutela o che lo dovrebbero essere, trasmettendo la mappatura al MIMIT ai fini della definizione di un regime di protezione dei prodotti tipici a livello nazionale.
Il lavoro di ricognizione in capo alle Regioni gioca di sponda con le attività realizzate dalle singole Associazioni di produttori operanti in una determinata zona geografica. L’articolo 33 del Ddl prevede infatti che tali Associazioni possano adottare dei Disciplinari di produzione e possano presentare alla Regione la dichiarazione di manifestazione di interesse ai fini della ricognizione dei prodotti artigianali e industriali tipici che le Regioni sono chiamate ad effettuare.
Il ruolo delle Associazioni dei produttori non è dunque banale. A definirlo è l'articolo 33 del Ddl che affida a tali organismi (che possono essere costituiti in qualsiasi forma giuridica) quattro compiti ben specifici:
- l’elaborazione del Disciplinare di produzione ed esecuzione dei controlli interni;
- l’esercizio delle azioni legali a tutela dell’indicazione geografica e di qualsiasi altro diritto di proprietà intellettuale direttamente collegato al prodotto;
- la promozione di iniziative di sostenibilità;
- il compimento di azioni per migliorare le prestazioni dell'indicazione geografica.
Particolarmente importante è il primo compito, cioè l’elaborazione del “Disciplinare dei prodotti industriali e artigianali tipici” che deve essere depositato presso la Camera di commercio del proprio territorio e deve rispettare i requisiti minimi indicati nell’articolo 35 del Ddl tra cui: il nome del prodotto e la sua descrizione (incluse le materie prime utilizzate); la delimitazione della zona geografica di produzione e gli elementi che dimostrano che il prodotto è originario proprio di quella zona; la descrizione del metodo di produzione ed eventualmente dei metodi tradizionali utilizzati; i particolari che stabiliscono il legame fra una data qualità, la reputazione o un'altra caratteristica del prodotto e l'origine geografica; infine le eventuali regole specifiche per l'etichettatura del prodotto in questione.
Data la delicatezza e la potenziale complessità di tale Disciplinare, il Ddl Made in Italy stanzia anche 3 milioni di euro per erogare contributi alle Associazioni dei produttori, con cui coprire le spese di consulenza di carattere tecnico sostenute per la sua predisposizione. Le modalità attuative per l'accesso ai contributi saranno definite da un successivo decreto del MIMIT, che dovrebbe essere adottato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge.
Consulta il Regolamento UE 2023/2411 del 18.10.2023 - GUE del 27.10.2023
Foto di Gustavo Fring