FiCompass - strumenti finanziari FEASR-FEIS per agricoltura
In arrivo una piattaforma per gli strumenti finanziari destinati al settore agricolo e rurale, realizzata in tandem da Commissione europea e FEI.
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La Commissione europea sta mettendo a punto una piattaforma per gli strumenti finanziari, capace di coniugare il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) con il FEIS, il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici del Piano Juncker. Per conoscerne i dettagli, però, bisognerà attendere la presentazione ufficiale a fine anno.
Il veicolo sarà implementato nel corso del 2017 e del 2018 attraverso progetti pilota in cinque Stati membri o Regioni, ha annunciato il commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan, durante la seconda conferenza fi-compass sugli strumenti finanziari nell’ambito del FEASR, che si è svolta a Bruxelles il 25 novembre. Cruciale il coinvolgimento del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), perché permette di catalizzare un credito maggiore con un impatto molto più forte rispetto a quello dei finanziamenti tradizionali.
L’obiettivo è aumentare gli investimenti in aree come:
- le nuove tecnologie per la gestione dei dati,
- l’aggiornamento dei dispositivi per lo stoccaggio agricolo,
- la promozione dell’efficienza energetica,
- lo sviluppo di macchinari moderni,
- lo stimolo a costruire le nuove imprese del XXI secolo.
Hogan ha ricordato il ruolo cruciale del gruppo BEI in questa sfida, sostenuta anche da Crédit Agricole in Francia, mentre il vice presidente della Commissione Jyrki Katainen nel suo intervento ha detto che il FEIS è disponibile supportare - come già sta facendo - le imprese agricole sia economicamente che tecnicamente. Il nuovo veicolo è un passo importante verso un uso crescente di questi strumenti finanziari nel settore “agri-food”. Siamo sulla buona strada per aumentare posti di lavoro e stimolare a crescita, ha aggiunto.
Iniziativa per le Pmi: si punta alla standardizzazione
Nella prima parte nel suo intervento, Hubert Cottogni, vice direttore del Fondo europei degli Investimenti (FEI), si è concentrato sull’importanza della decentralizzazione e sulla collaborazione con le autorità di gestione. “L’Iniziativa per le Pmi, che è fondamentale, combina i fondi con il crowdfunding, con l’obiettivo di creare un effetto leva per mobilizzare risorse e non solo quelle della BEI”.
Il successo dell’Iniziativa per le Pmi, le cui ripercussioni sono molto positive è stato sottolineato sia dal vicepresidente Katainen in apertura di conferenza, che da Pier Luigi Gilibert, amministratore delegato del FEI. La BEI è molto presente nel settore agricolo e agroalimentare con 4 miliardi di euro investiti nei vari settori.
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Anche il ruolo del coaching è cresciuto molto ed è apprezzato soprattutto dalla Regioni italiane. L’obiettivo è quello di raggruppare le esigenze per macroregioni e puntare alla standardizzazione dei prodotti finanziari. Il FEI ha stipulato accordi con 10 Regioni italiane. Per fare un esempio, il Veneto ha ovviamente un profilo di rischio più basso rispetto a quello della Calabria. Tuttavia, le risorse del Fondo europeo di investimenti strategici (FEIS) verranno immesse in un unico portafogli.
La BEI ha inoltre stanziato 10 milioni per assorbire la garanzia di prima richiesta con un effetto leva del 6,2%. In questo modo si copre l’80% dei prestiti alle imprese.
Cottogni ha poi ribadito l’importanza dell’accordo tra il FEI e la Commissione europea per svolgere studi di fattibilità strategica per gli investimenti, volti a capire in che modo colmare le lacune del mercato. Su questo punto c’è un dialogo aperto e costante tra Lussemburgo e gli Stati membri. Il punto cruciale riguarda la garanzia. Nel settore agricolo ci sono profili di rischio alto, per questo motivo le banche devono essere spinte ad assumere rischi elevati.
In sintesi, il FEI sostiene le banche, affinché queste ultime sostengano le imprese. Cottogni ha invitato tutti gli interessati a contattare Frank Lee e Graham Cope, dirigenti del FEI, per sviluppare progetti futuri. La maggiore preoccupazione è quella di far fronte ai timori che gravitano attorno agli strumenti finanziari. Gli addetti ai lavori restano cauti, soprattutto relativamente alla restituzione del prestito.
Frank Lee, dirigente della Banca Europea degli investimenti, ha incentrato per l’appunto il suo discorso sul servizio di consulenza nel settore lattiero-caseario, caratterizzato da un’estrema volatilità dei prezzi, che spesso scoraggia gli investitori e dà l’impressione che il settore sia troppo rischioso. Due esempi vincenti sono il Milkflex fund in Irlanda e il Flexilait in Francia, quest’ultimo realizzato in collaborazione con Crédit Agricole. Questi fondi, gestiti da cooperative che controllano le forniture di latte, si sono rivelati strategici soprattutto negli anni di maggiore volatilità, ad esempio nel 2014.
Hargitai (BERS): l'obiettivo è ottenere l’effetto leva
Zsuzsanna Hargitai ha invece spiegato il ruolo della Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (la BERS, di cui è dirigente), organismo che collabora con la Commissione e con la BEI nelle Regioni in cui è attiva, soprattutto in Europa orientale. Anche in questo caso, l’obiettivo è ottenere l’effetto leva. La BERS opera in diversi ambiti: dall’efficienza energetica, all’attività per i raccolti fertilizzanti, dalla produzione, ai prestiti per l’acquisto di strumenti agricoli ai finanziamenti diretti alle imprese. Tuttavia per la BERS è ancora difficile raggiungere clienti su larga scala.
Longo (DG Agri): in Italia gettiamo le basi per una piattaforma macroregionale
Positive le conclusioni di Aldo Longo, direttore presso la DG agricoltura e sviluppo rurale alla Commissione europea, che guarda al futuro con ottimismo “Possiamo raggiungere obiettivi importanti e aumentare il più possibile le opportunità di credito agli agricoltori e agli operatori del settore alimentare, per favorire l’accesso ai finanziamenti di cui hanno bisogno, al momento giusto e alle condizioni migliori".
Continua Longo: “Abbiamo bisogno di una forte Politica agricola comune per favorire l’ingresso di giovani agricoltori e per rispondere alle nuove sfide del settore. Dobbiamo facilitare il più possibile il ricambio generazionale, affinché le famiglie possano rinnovare la tradizione, dando spazio alle nuove leve. A tale proposito, qualunque strumento finanziario deve riflettere i bisogni di business, deve rispondere alla volatilità dei prezzi e deve essere funzionale ai processi produttivi. Abbiamo tutto ciò che serve per fare degli strumenti finanziari un motore per lo sviluppo economico nel settore agricolo e rurale. Abbiamo l’esperienza della BEI, le conoscenze e i diversi approcci degli Stati membri e il supporto del Consiglio e del Parlamento europeo, l’impegno degli stakeholder, l’iniziativa congiunta del FEASR e del FEIS e la proposta Omnibus legata alla revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale”.
Longo ha poi sottolineato la sua esperienza personale con gli strumenti finanziari: “Negli ultimi mesi ho avuto molti incontri con le autorità di gestione, con il governo e con gli stakeholder, con la BEI e gli investitori. In Italia, il nostro obiettivo è fare qualcosa di nuovo per gli agricoltori, in particolare per i più giovani. Non è facile, ma lo stiamo facendo. Stiamo gettando le basi per una piattaforma macroregionale nell’ambito della FEASR, con le regioni, il FEI, la BEI e la Cassa depositi e prestiti. Ci stiamo focalizzando su uno strumento finanziario che potenzialmente porterà più di un miliardo di euro all’agricoltura italiana. Bisogna evitare uno scenario frammentato, in cui ogni regione scelga strumenti diversi con budget minori”.
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