Energia – associazioni, norme italiane non al passo con indicazioni Ue
In audizione al Senato, AssoESCo e Italia Solare mettono in dubbio la bontà del quadro normativo italiano in materia di efficienza energetica.
> Efficienza energetica - come cambiera' la direttiva Ue
> Edilizia - come cambiera' la direttiva sulla prestazione energetica
Associazioni critiche verso la normativa italiana, che accusano di non essere allineata a quella Ue. Il contesto è l’audizione, presso la commissione Industria del Senato, della nuova strategia europea per l’efficienza energetica e la prestazione energetica dell'edilizia.
Con il pacchetto 'Energia pulita per tutti gli europei', o pacchetto invernale , la Commissione si appresta infatti a modificare due direttive (rispettivamente la 2012/27 sull’efficienza energetica e la 2010/31 sulla prestazione energetica dell'edilizia) per centrare tre obiettivi principali: privilegiare l'efficienza energetica, conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili e garantire condizioni eque ai consumatori.
Revisione, ora all'esame del Senato, su cui intervengono le associazioni del settore.
AssoESCo: forte incertezza
Definisce i provvedimenti Ue “fondamentali per procedere sulla strada della progressiva riduzione delle emissioni” AssoESCo, l’associazione di categoria che riunisce oltre settanta aziende italiane che promuovono, progettano, realizzano e facilitano gli interventi di efficienza energetica.
E nel corso dell’audizione in Senato Roberto Olivieri, presidente dell’associazione, suggerisce un innalzamento dell’obiettivo dell’efficienza energetica al 2030, riducendo al 40% l’utilizzo di energia primaria (anziché al 30%), chiedendo che i relativi target siano resi obbligatori per ciascuno Stato Ue.
Sul versante dell’efficienza energetica nell’ambito dell’edilizia privata – dove ancora si scontano molti ritardi -, AssoESCo attribuisce un ruolo centrale ai cosiddetti EPC (Energy Performance Contract), contratti che prevedono l’intervento della ESCo senza esborsi da parte del cittadino. Sulla scorta dell’esempio proveniente dal Regno Unito, inoltre, l’associazione suggerisce di introdurre un obbligo minimo di efficienza per gli edifici, con il divieto alla vendita o all’affitto in caso di mancato adeguamento.
Guardando invece al contesto normativo attuale in materia di efficienza energetica, AssoESCo ha segnalato come esso sia caratterizzato da forti incertezze che non facilitano l’attrazione di nuovi investimenti nel comparto. “Il Decreto Milleproroghe approvato in Parlamento lo scorso anno introduceva (retroattivamente) dal gennaio 2016 una riforma tariffaria degli oneri generali di sistema per i consumatori non domestici, rendendo in generale meno attrattivi gli investimenti su efficienza e autoconsumo. Il decreto più recente, approvato nel dicembre 2016 e attualmente in corso d’esame al Senato, ritarda l’introduzione di questa nuova struttura al gennaio 2018, demandando all’Autorità per l’energia di implementarla nello specifico. Si lasciano dunque gli operatori in una condizione di ulteriore incertezza, poiché non sono ancora conosciute le modalità di applicazione della nuova struttura. Per questo chiediamo tempistiche certe entro le quali sia conosciuta la nuova e stabile modalità di calcolo degli oneri di sistema”, sottolinea Olivieri.
Italia Solare: priorità a rinnovabili
Si scaglia contro la riforma delle tariffe elettriche e quella dei certificati bianchi Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. “Uno dei nostri obiettivi è quello di consentire alle fasce più deboli della popolazione di partecipare agli interventi di decarbonizzazione”. Tali riforme “vanno in direzione completamente opposta. Da un lato si aumenta il costo della bolletta fino al 30% e dall’altro si toglie la possibilità di usufruire di un incentivo a chi non ha un reddito tale da poter utilizzare la detrazione IRPEF.”
L’Autorità per l’energia ha approvato, il 2 dicembre scorso, la riforma tariffe elettriche dei clienti domestici che prevede, tra le altre novità, l’abolizione della progressività (il meccanismo cioè basato sul concetto “più consumi più paghi”).
Per quanto riguarda la riforma dei Certificati bianchi, in dirittura d’arrivo, nel mirino dell’associazione il passaggio relativo alla revisione delle misure dedicate alle rinnovabili “in un’ottica di promozione della componente di efficienza energetica invece che di mera produzione di energia rinnovabile e/o risparmio di energia fossile”. Passaggio che, temono molti, rischierebbe di tradursi nell’annullamento dell’incentivo al fotovoltaico.
“Come sottolineato dalla Commissione europea, installare impianti fotovoltaici equivale a fare interventi di efficienza energetica. Quindi eliminare questa possibilità dal meccanismo dei Certificati Bianchi è un errore che va assolutamente corretto in quanto va a danno dell’autoconsumo.”
In merito alla proposta di riforma della direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici l’associazione chiede di prevedere che l’energia che alimenta le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici, giustamente previste sempre più diffuse sul territorio a partire dagli edifici, provenga da impianti fotovoltaici da installare in loco o in zone limitrofe ai punti di ricarica. “Bisogna infatti evitare – conclude Viscontini – che si realizzino degli aumenti dei consumi elettrici non accompagnati da una necessaria attenzione rispetto alla fonte di generazione elettrica, che deve essere prioritariamente rinnovabile.”