Appalti - anche l'Anac interviene sulla progettazione elettronica
Arriva un’integrazione alle linee guida Anac sulla progettazione.
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Dopo il Ministero delle Infrastrutture, anche l’Autorità anticorruzione si occuperà di dare indicazioni a stazioni appaltanti e imprese per la costruzione dei nuovi bandi digitali per i lavori pubblici. Tutto si lega all’utilizzo del Bim (Building information modeling), un sistema che consente di anticipare con un software tutti gli effetti della realizzazione di un’opera in cantiere. Prima il Mit lo renderà progressivamente obbligatorio in Italia e poi l’Anac integrerà le sue linee guida sulla progettazione, approvate lo scorso settembre, per adeguarsi ai nuovi standard.
Il decreto del Mit
Il decreto del Ministero arriverà in attuazione del Codice appalti ed è uno dei pezzi della riforma più attesi dal mercato italiano. Per scrivere il provvedimento, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha nominato una commissione di esperti che sta lavorando dalla scorsa estate e che, dopo una fase di audizioni, è alle battute conclusive del suo percorso.
Il calendario dei nuovi obblighi
Nella sostanza, il provvedimento guarda agli obblighi di digitalizzazione della fase di progettazione. Per i primi vincoli bisognerà aspettare qualche mese. Per l’esattezza, il 2019. Tra circa due anni, allora, le stazioni appaltanti e le imprese, per le opere sopra la soglia di 100 milioni di euro, dovranno utilizzare sistemi elettronici di progettazione. Si tratta di un tetto volutamente molto elevato che, stando ai dati relativi al 2016, includeva appena una trentina di opere.
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La fase due
Subito dopo scatterà la fase due, dal 2019 fino al 2021. In questo periodo l’obbligo sarà progressivamente allargato ad altre opere. Non sarà, però, seguito un criterio di valore degli appalti ma di complessità dei bandi. In altre parole, saranno coinvolte dagli adempimenti tutte le costruzioni che devono rispettare particolari standard di sicurezza, come ad esempio le scuole o gli ospedali.
L'intervento dell'Anac
Ma la novità è che non ci sarà soltanto il decreto del Mit per imprese e Pa. L’Anac, infatti, sta lavorando in questi giorni a un’integrazione delle sue linee guida sull’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria, già approvato lo scorso settembre.
I rischi dei nuovi bandi
Quel provvedimento è stato il primo ad essere emanato e adesso ha bisogno di una revisione, perché dall’Autorità si sono resi conto che, con l’attivazione del nuovo sistema digitale, potrebbero esserci dei problemi. Il tema riguarda, soprattutto, la costruzione dei bandi.
In alcuni casi, infatti, i Tar hanno già annullato procedure avviate con l’utilizzo di requisiti per l’accesso alle gare legati al digitale. L’obiettivo dell’Anac è spiegare alle stazioni appaltanti come impostare una tipologia di appalti pubblici molto innovativa.
Decreto in ritardo
Se il testo è già in fase di redazione, però, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per arrivare alla sua pubblicazione. L’Anac, infatti, aspetterà prima che sia varato il decreto sul Bim. Che, tra l’altro, si annuncia in leggero ritardo rispetto alle previsioni. Non sarà il Ministero ad approvarlo direttamente, ma gli uffici di Delrio hanno deciso di passare prima dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, come è già avvenuto per il sismabonus.